29 Giugno 1966, Camera 1005 del Tokyo Hilton Hotel è una suite presidenziale. I Fab Four sono impegnati in una tournee mondiale che li vede letteralmente reclusi da hotel a hotel, data l’isteria collettiva che anima le folle al loro passaggio che ha forzato il governo giapponese a prendere delle misure drastiche. John, Paul, George e Ringo sono dei simulacri in gabbia nel loro tempio lussuoso, i loro sudditi sono proprio lì sotto, pronti all’adulazione. Dopo i concerti alla Budo Kan Hall, i Beatles tornano nella stanza in totale isolamento e pochi essenziali oggetti a fare loro compagnia, tra cui un tavolo illuminato in un angolo, con sopra colori acrilici sparsi, acquerelli e un grande foglio di carta giapponese.
Ogni sera, per cinque giorni, si mettono comodi su quel tavolo, e a turno cominciano a dipingere e disegnare ai 4 angoli nella carta, in un movimento entropico, ognuno con la propria visione, cercando di dare forma alla noia recalcitrante.
John e Paul predominano nell’uso del nero e dell’acrilico, mentre George e Ringo si orientano principalmente verso gli acquerelli, ma è facile immaginare un continuo scambio di materiali, un dialogo artistico fatto di colori e texture. Il lavoro di George si espande audacemente dall’angolo del foglio fino alla lampada al centro, mentre Ringo porta un tocco più giocoso e caricaturale, forse con un’idea preconcetta che si evolve nel processo creativo.
Al termine dell’opera, la lampada viene rimossa, lasciando un cerchio bianco al centro del foglio, dove ciascuno appone la propria firma accanto alla propria creazione. John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Ringo Starr: quattro firme che da sole raccontano una storia di talento, coraggio e creatività senza tempo, un quartetto che ha rivoluzionato non solo la musica, ma anche il modo di pensare e di vivere di intere generazioni.
L’opera, inizialmente senza titolo, è stata chiamata “Images of a Woman” alla fine degli anni ’80 quando un giornalista giapponese, osservando il quadrante dipinto da Paul, vi scorge una vaga rappresentazione dei genitali femminili.
Ma la vera essenza di ciò che Paul, e gli altri, hanno realmente trasferito sulla tela rimane un mistero, forse persino per loro stessi. Non vi sono figure particolari, ma piuttosto una libera espressione di forme, linee e colori: scarabocchi, macchie, cerchi e quadrati che si intrecciano in un vortice di creatività spontanea.
A fargli compagnia e a suggellare questa apoteosi irripetibile, il fotografo Robert Whitaker, vera ombra documentarista del gruppo, che immortala questi momenti, catturando non solo la creazione dell’opera, ma anche l’intimità e la complicità che esisteva tra i quattro uomini. Lo stesso Whitaker dichiarò “Smettevano [di dipingere], andavano a fare un concerto, poi era un ‘Torniamo al quadro!” . Non li ho mai visti più calmi o più contenti di in quel momento“
Dopo aver completato e firmato il loro lavoro, i Beatles lo donano al loro Fan Club ufficiale in Giappone, un gesto di generosità e di spontaneità che riflette il loro spirito e la loro natura e rimarrà custodito dal presidente Takao Nishino fino al 2012, quando è stato venduto all’asta da Weiss Auctions a New York per 155mila dollari. Tra un mese tornerà da Christie’s New York, con una stima stavolta tra i 400 e i 600mila dollari, ma non ci importa il valore economico: “Images Of A Woman” è un pezzo unico, una finestra su un’epoca e su quattro artisti che hanno saputo esprimersi in ogni forma d’arte, lasciando un segno indelebile nel tempo.