Il Bacio: quello che ancora non conosci del capolavoro di Gustave Klimt lo scopri al cinema

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L’opera è la protagonista del primo docufilm della nuova stagione di Nexo Digital, per la precisione della serie di appuntamenti racchiusi sotto la dicitura de “La Grande Arte al Cinema”, che proseguirà in marzo ed aprile 2024 con “Uomini e dei. Le meraviglie del Museo Egizio” e “Hopper. Una storia d’amore americana”. 

Nello specifico “Il Bacio di Klimt”, prodotto da Phil Grabsky e diretto da Ali Ray con le musiche di Asa Bennet, in novanta minuti si concentra sui dettagli del quadro, sulle cromie, sui disegni decorativi, indagando in profondità il simbolismo e l’erotismo di Klimt. Verrà presentato nelle sale italiane la prossima settimana, martedì 30 e mercoledì 31 gennaio. 

Nella realizzazione dell’olio su tela perfettamente quadrato dal titolo originario “Der Kuss”, eseguito dall’artista nel 1908-1909, si cela anche un po’ di Italia: cinque anni prima Klimt aveva visitato Ravenna ed era rimasto letteralmente folgorato dai suoi mosaici bizantini. Inoltre, la passione per l’oro è sempre stata un affair di famiglia: suo padre era orafo e la madre una cantante lirica. Il figlio Gustave, invece, è passato alla storia come uno dei protagonisti della cosiddetta Wiener Secession, un artista capace di creare paesaggi che fondono sensualità e mitologia antica alla modernità più radicale e spesso i suoi dipinti vedono la bellezza femminile come protagonista indiscussa.

Anche il metodo di lavoro di Klimt merita un approfondimento, in particolar modo la tecnica che ha caratterizzato il cosiddetto “periodo d’oro”: un approccio al lavoro unico, che gli permetteva di applicare sulla tela una sottilissima foglia del prezioso materiale. Sono nate così alcune delle sue opere più famose, tra cui proprio il capolavoro conservato al Belvedere di Vienna, uno dei primi musei pubblici al mondo. Nel quadro si possono rintracciare le istanze della Secessione, della Belle Epoque, così come alcuni spunti che portano alle tematiche analizzate dal padre della psicanalisi Sigmund Freud. Ogni anno oltre un milione e mezzo di persone varcano le porte del museo viennese proprio per vedere “Il Bacio”, riprodotto anche su una quantità impressionante di gadget ed affini, assieme ad altre ventitré opere di Gustave Klimt: la più grande collezione al mondo dell’artista.

Avere l’opportunità di ammirarla comodamente al cinema è un’occasione da cogliere al volo 

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