Cleto Munari: 50 anni di visioni tra arte e design in mostra a Bologna

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Approda a Bologna l’inedito Art Road Show di Cleto Munari, designer di fama globale e genio creativo multiforme, che mette in mostra cinquant’anni di ricerca e intensa sperimentazione nel campo delle arti e del design. L’inizio della sua carriera coincide con l’incontro con un mentore, il celebre architetto Carlo Scarpa, la cui influenza ha indirizzato il creativo verso l’industrial design portandolo a collaborare con diverse aziende in tutto il mondo. Note per l’incredibile varietà di forme e materiali le sue creazioni, specialmente quelle realizzati in oro e argento, hanno conquistato le collezioni permanenti di molti musei tra cui istituzioni di rilievo quali il Metropolitan Museum of Art di New York e il MOMA.

Pietra miliare del mondo della creatività nel periodo a cavallo tra Novecento e terzo Millennio, il designer ha contribuito a nutrire un fermento artistico che ha portato il design italiano alla ribalta internazionale. Capofila delle avanguardie e tuttora (all’età di 93 anni) in pieno fermento progettuale, Cleto Munari ha dimostrato di tenersi distante dalle mode costruendo un’identità unica e coinvolgendo nell’ideazione delle sue linee più iconiche architetti e artisti di fama internazionale, tra cui figurano: Hans Hollein, Ettore Sottsass, Gae Aulenti, Alessandro Mendini e Sandro Chia.

Fino al 2 marzo 2024 pezzi iconici e oggetti inediti saranno visibili in mostra a Bologna, permettendo al pubblico di entrare a contatto con l’immaginario creativo e ripercorrere la carriera di una delle figure cardine del design contemporaneo. A partire dal grande tappeto, mai esposto prima, «Mosaico Due» (2017), ideato in partnership con l’artista Mimmo Paladino, un’opera di grandi dimensioni annodata a mano secondo le antiche tradizioni della lavorazione in lana, mohair e seta. Seguito dai «Candelieri Torre di Babele», creazioni storiche in argento realizzate negli anni ’90 con Claudio Salocchi, e dal vassoio in argento centrotavola progettato con Mario Bellini. 

Galleria Cavour è la sede designata ad ospitare l’evento a cui si accede passeggiando per le sue eleganti vetrine per poi proseguire verso Palazzo Vassé Pietramellara, dove l’esposizione si espande entrando in dialogo con l’architettura dell’edificio tramite un’installazione site specific realizzata dal pianista, artista e scrittore Christian DeLord. Si tratta di una composizione di apparecchi televisivi risalenti agli anni ’60, ’70, ’80 caratterizzati da un design unico che trasmettono i principi della cromoterapia vestendosi dei colori sgargianti e puri che da sempre contraddistinguono Cleto Munari. 

Il progetto avrà una natura itinerante proseguendo poi a Dubai, Parigi, New York e Seul. La mostra, a cura di Daniela Brignone, propone un format pensato per superare il concetto statico dell’esposizione museale in linea con la visione futuristica e innovativa del designer. L’attitudine alla sperimentazione e al confronto ha connotato la visione di Munari, ampliandone le possibilità e permettendogli di affinare la sua personalissima estetica applicata ad un’incredibile varietà di oggetti: mobili, ceramiche, occhiali e accessori, penne stilografiche, vasi, tavoli e gioielli. 

“La creatività di Cleto Munari si esprime in una collezione di oggetti d’autore in bilico tra arte e design. Come un gioco di sillabe in cui ognuno è chiamato a collaborare e trovare la propria sintassi, ogni oggetto porta con sé la complessità della creazione. Il colore è qui fondamentale: sapientemente rivela la personalità eclettica di Cleto Munari e il suo approccio ludico al design” ci spiega Daniela Brignone, curatrice della mostra

In occasione dell’esposizione è stata presentata in anteprima una nuova linea di gioielli presso la storica boutique Doria 1905 di via IV Novembre, esibita in parallelo ad un’ulteriore selezioni di creazioni di Munari ammirabili nella preziosa teca dedicata all’interno del Grand Hotel Majestic. Le opere esposte arricchiscono con arte e colori luoghi di passaggio frequentati non solo dai residenti, ma anche da passanti e appassionati d’arte. Dalla sua penna geniale e prolifica sono scaturiti progetti intrisi di cultura e saldamente ancorati alla storia, dall’antichità fino alla contemporaneità, che traggono spunto dal patrimonio visuale internazionale. Opere in grado di assorbire elementi stilistici dal passato per plasmarli e proiettarli nel contemporaneo attraverso forme originali, geometriche, ma anche ironiche ed eccentriche. Nella progettualità del designer italiano sono perfettamente riconoscibili espliciti riferimenti al movimento De Stijl, al Surrealismo e al graffitismo degli anni ’80, ma anche all’apparato ornamentale di monumenti antichi come il Partenone. 

Potremmo definire il lavoro di Munari un “design della gioia” che raccoglie allegria e fantasia per farne realtà, i suoi sono oggetti di sintesi tra una straripante creatività e una rigorosa funzionalità, vere e proprie opere d’arte da sfoggiare o utilizzare. 

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