Stefano D’Onghia, alias “Il Dongi” un cacciatore di tesori

Stefano D’Onghia, alias “Il Dongi”, è amante dell’antiquariato, perito estimatore per il tribunale di Verona, titolare da oltre 15 anni di un negozio a Cerea di oggetti vintage, usato e collezionismo. Appassionato, e sensibile così lo vediamo nel programma in onda sul canale Nove dedicato alle aste di oggetti rari e originali, dal 2021 ci fa compagnia tutte le sere con Cash or trash – chi offre di più?.

Il Dongi è riuscito a trasformare la sua passione, che coltiva sin da ragazzo, in un lavoro. Lui si definisce un cacciatore di tesori, e in questa intervista esclusiva ci ha raccontato come è iniziata la sua avventura.

La tua passione per il collezionismo nasce da lontano, giusto?

Credo di essere nato collezionista, è una magia. Molti si sorprendono per la mia vasta conoscenza nel proporre e raccontare ciò che vendo, ma avendo una passione smodata per il collezionismo tutto ciò mi viene naturale. Perché il collezionista cosa fa? Scava, ricerca informazioni, tocca l’oggetto, e questo mi ha portato ad essere quello che sono, cioè nessun oggetto mi fa paura e rimane a me sconosciuto.

Possiamo dire che sei cresciuto a pane e collezionismo?

È stata la ribellione all’imprinting paterno, mio padre non collezionava era uno splendido venditore e forse io per contro ho imparato a collezionare. Mio padre vendeva opere d’arte moderna, orologi, radio d’epoca di tutto insomma. Roberta Tagliavini, mia collega in Cash or trash me lo ricorda molto, al femminile naturalmente, Roberta incarna la venditrice numero uno, cioè lei ama comprare ma ama molto di più vendere. Proprio il modus operandi di mio padre, sono persone che non riusciranno mai ad amare un oggetto e a trattenerlo sarà sempre destinato ad essere venduto. Invece nel mio caso è l’esatto contrario ho fatto pazzie per non vendere delle cose.

A proposito, di Cash or trash, ci racconti come sei approdato in Televisione?

“Tutto è nato da un meraviglioso passaparola, tramite Gino Bosa, esperto di design e artista poliedrico, che mi ha segnalato alla produzione di Cash or Trash che stava completando il casting.  Ho fatto diversi provini e sono stato scelto per la puntata numero zero, che ha avuto un buon riscontro e quindi è iniziata questa meravigliosa avventura.”

Il mondo dell’arte è sempre più vasto, ci sono oggetti che prima non venivano considerati arte, ma che lo sono nel corso degli anni diventati. Quali sono oggi le cose che, secondo te, meritano di essere considerate tali?

Di solito quando si parla di arte il pensiero corre ad un concetto legato ad un quadro, ad una scultura o ad una performance, io negli ultimi anni ho riscoperto e abbracciato il vetro. Il principe del vetro, quello di Murano.  Grandissimi artisti hanno creato con questo materiale è stata una sorpresa che mi ha veramente avvolto. E, quindi, se devo pensare a un oggetto d’arte fatto con un materiale particolare, che io amerei, sarebbe il vetro di Murano.

A Milano si è da poco concluso il Salone del Mobile, hai visto qualcosa che ti ha particolarmente colpito, quali sono le tue preferenze relative al mondo del design?

“Io sono un amante del design anni Settanta e in particolare di un   materiale “povero” come la plastica anche se povero non è, perché è un materiale versatile e che fa risaltare le forme. Mi piace come viene reinterpretato, quali forme gli vengono date, quali linee cromatiche, ne subisco ancora il fascino perché è un materiale che mi piace toccare, guardare, osservare.

Proprio per questa passione il mio designer preferito di sempre è Joe Colombo purtroppo ha vissuto poco, perché è morto prematuramente. È stato un geniale e innovativo architetto e designer, le sue idee, i suoi prodotti plastici, appunto, avevano sempre un duplice o un triplice senso: materiale, bellezza e attenzione nella produzione.”

Se dovessi dare un consiglio a qualcuno che si approccia per la prima volta al mondo del collezionismo, cosa gli diresti?

Se una persona si vuole affacciare al collezionismo, deve innanzitutto scegliere in autonomia cosa collezionare, perché anche le collezioni più sciocche devono essere assolutamente rispettate. Anche la collezione di tappi di birra può diventare qualcosa di meraviglioso e sorprendente. Ogni oggetto fa parte di un ricordo: un amico, il primo fidanzatino, i genitori, quel colloquio importante, per cui la collezione va rispettata, e se devo dare un consiglio, direi sicuramente, siate curiosi sempre, perché dal tappo, poi, può nascere una collezione legata, che so, alle insegne di birra, allo smalto d’epoca dei primi del Novecento, alle collezioni pubblicitarie legate ai poster del bar del locale francese, per cui iniziare a collezionare è sempre molto propiziatorio.

Da poco il tuo negozio Il Dongi – Second Life Shop a Cerea in provincia di Verona ha una nuova veste, in cosa è cambiato?

Il mio è un negozio che vuole dare una seconda o nuova vita ad oggetti curiosi di modernariato, antiquariato, design, collezionismo, memorabilia, vintage e molto altro. Il negozio è rimasto fedele all’idea che avevamo io e mia moglie Federica quando abbiamo iniziato, ma con molta più attenzione alla scelta degli oggetti da proporre e con un look tutto nuovo.

Ma una persona che non ha molta disponibilità economica può trovare degli oggetti nel tuo negozio che possono essere alla sua portata?

Sono molto contento che tu mi abbia fatto questa domanda, perché racchiude un po’ la mia filosofia, perché i miei oggetti hanno un valore che non è quello economico, ma quello che l’oggetto in sé rappresenta.

La tua avventura televisiva continua state, proprio in questi giorni, girando i nuovi episodi di Cash or Trash, quali anticipazioni puoi darci?

Abbiamo visto che al pubblico piacciono molto le puntate a tema e quindi noi abbiamo abbracciato questa richiesta, con puntate legate ad un decennio particolare, ma anche legate a un mondo specifico del collezionismo, per me è tutto molto emozionante.

In Televisione ti vediamo con Look sempre molto originali, li crei da solo?

I look pazzeschi che vedete vengono creati da me e da mia figlia, l’amore della mia vita, assieme compriamo la spilletta, gli adesivi nel suo negozio di giocattoli, tutto quello che vedete sulle mie giacche sono creazioni che facciamo insieme, ne abbiamo creati di straordinari.

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