L’Italia incontra il Giappone grazie al MANN

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Si intitola “Pompeii” la grande mostra internazionale che accorcia le distanze tra Oriente e Occidente e promuove l’archeologia italiana.

170 reperti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, tra cui quelli di Pompei, sono arrivati dall’altra parte del mondo, al Tokyo National Museum, per la prima grande esposizione internazionale dell’era post-Covid intitolata Pompeii

“L’arte crea ponti tra i popoli” afferma il direttore del MANN e curatore della mostra Paolo Giulierini.

È proprio questo l’obiettivo della collaborazione, che promuove la conoscenza delle antichità vesuviane e, più in generale, dell’importanza dell’archeologia italiana nel mondo. 

È la prima volta che un nucleo così corposo di opere del MANN sbarca in Giappone.

Il progetto Pompeii nasce infatti da una convenzione quadro del 2019, con il restauro del mosaico della battaglia di Isso con il volto di Alessandro Magno. Tra i finanziatori e sostenitori, il quotidiano giapponese The Asahi Shimbun, che fa anche parte degli organizzatori della mostra. 

Le due realtà, quella napoletana (già gemellata con la vulcanica Kagoshima) e quella del Paese del Sol Levante, sono di fatto accomunate dall’esperienza dei vulcani e dei terremoti.

Sono proprio questi due elementi i principali focus dell’allestimento a Tokyo, scelti per creare una maggiore empatia da parte del pubblico giapponese con le numerose opere italiane in mostra. 

Per entrambi i popoli – racconta Giulierini – il vulcano è insieme fonte di paura e rispetto, vita e distruzione“. 

Cover Photo Credits: Locandina Pompeii, Courtesy Tokyo National Museum

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