Lia Rumma, premio alla carriera per la gallerista di Kiefer e Kentridge

Non avrebbe immaginato, Lia Rumma nel 1971, quando apriva la sua prima galleria d’arte, di andare così lontano. In un’intervista infatti dice “Gallerista sono diventata per caso e in principio malvolentieri. Dopo la morte di mio marito nel 1970 ho dovuto fare di necessità virtù. Volevo essere solo una collezionista come lo erano stati i grandi mecenati del passato.”

È suo quest’anno il premio alla carriera assegnato da ANGAMC (Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea). La sua storia parte da lontano, da Amalfi nel 1968 quando con il marito Marcello, entrambi giovani collezionisti, e il celebre critico Germano Celant, Lia è tra i promotori di un’importante rassegna, passata agli annali come uno dei punti di partenza dell’Arte Povera.

Quando inaugurò la sua prima mostra a Napoli, la personale “L’Ottava Investigazione (A.A.I.A.I.) proposizione 6” di Joseph Kosuth, non era sicura che ci sarebbe stato interesse per quello che lei voleva proporre. Oggi Kosuth è considerato uno dei grandi maestri dell’Arte Concettuale.

Nel suo spazio partenopeo sono passati Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Donald Judd, Dan Graham, Michelangelo Pistoletto, Gino De Dominicis e via via Haim Steinbach, Cindy Sherman, Reinhard Mucha, Alberto Burri, Anselm Kiefer, Vanessa Beecroft come anche i grandi nomi della fotografia mondiale, come Thomas Ruff, Andreas Gursky, Günther Förg, Mimmo Jodice e Christopher Williams.

Napoli si apre al mondo dell’arte contemporanea internazionale, grazie proprio a Lia Rumma. “Ho sempre guardato prima all’artista e poi al mercato”, rivela ancora la Gallerista. “Per me gli artisti sono come dei compagni di viaggio verso la conoscenza”.

La seconda galleria milanese apre nel 1999, con l’intento di rafforzare il suo lavoro. Intuito e lungimiranza sono le sue regole, ha saputo portare avanti con successo la sua galleria accettando le sfide del mercato e guardando ai linguaggi internazionali dell’arte.
La nuova sede di Milano, nel quartiere di Brera, viene inaugurata con la personale di Enrico Castellani, una delle figure di maggior rilievo dell’arte europea della seconda metà del Novecento. Il programma nelle sue gallerie ha continuato con personali di autori come Marina Abramovic, Alfredo Jaar, Ilya & Emilia Kabakov, senza mai subire battute d’arresto.

<em>Sette Palazzi Celesti<em> di Anselm Kiefer allHangar Bicocca di Milano

Tanti i progetti organizzati con istituzioni culturali italiane e straniere: per citarne qualcuno, nel 2004 l’installazione permanente I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer all’Hangar Bicocca di Milano e la personale di William Kentridge Tapestries al Philadelphia Museum of Art nel 2007-08. Lia Rumma ha anche donato parte della sua collezione d’arte contemporanea al Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli. Quest’anno l’ANGAMC festeggia i suoi sessant’anni, insieme ai cinquant’anni della fiera più longeva d’Italia, Arte Fiera Bologna.

Il premio alla carriera è ancora giovane è solo alla sua sesta edizione, istituito nel 2017, viene attribuito ogni anno ad un gallerista affiliato all’Associazione.

Ma vediamo negli anni chi sono stati i vincitori: la prima a riceverlo è stata Carla Pellegrini della Galleria Milano, appassionata gallerista che negli anni ha incontrato e promosso gli artisti della Pop Inglese o della Body Art. Promotrice anche di una mostra storica di Lea Vergine intitolataIrritarte realizzata nel 1969 che destò non poco scandalo e critiche da parte della stampa nazionale.

A Giorgio Marconi, (Studio Marconi/Galleria Gió Marconi, Milano) viene attribuito nel 2018, che ha iniziato la sua carriera di gallerista nel 1965 quando, abbandonati gli studi di Medicina, ha deciso di aprire il primo spazio espositivo, Studio Marconi in via Tadino 15, nella zona di Porta Venezia, al posto dell’atelier di cornici di suo padre Egisto, corniciaio dei maggiori artisti italiani degli anni Trenta. Grazie ai rapporti personali del padre e i frequenti viaggi a Londra, Studio Marconi diventa un punto di riferimento importante nella vita culturale milanese e tale rimane, con il suo mash-up di giovani artisti e grandi nomi del sistema dell’arte internazionale, fino alla chiusura nel 1992 e la riapertura poi nella nuova veste di Fondazione Marconi nel 2004.

Pasquale Ribuffo

Pasquale Ribuffo della Galleria De’ Foscherari lo riceve nel 2019, la sua galleria è stata il crocevia di eventi ed esperienze legate alla scena artistica e culturale di Bologna, con un percorso espositivo orientato verso il lavoro dei principali artisti del Novecento, da quelli della prima metà del secolo come Paul Klee, Giorgio Morandi Max Ernst e George Grosz, fino alle correnti artistiche che hanno definito il ‘900 del dopoguerra, dalla Pop Art americana all’Arte Povera, dall’arte concettuale alle generazioni di artisti attivi negli anni Ottanta. La galleria è anche una delle poche, tra le storiche bolognesi, a non aver mai saltato un’edizione di ArteFiera Bologna.

Nel 2020 è stato premiato Roberto Casamonti (Tornabuoni Arte, Firenze, Milano, Parigi, Crans Montana, Forte dei Marmi). Tornabuoni Arte nasce nel 1981 a Firenze in via Tornabuoni, grazie alla passione per l’arte di Roberto Casamonti, passione ereditata dal padre collezionista di arte italiana del Novecento. Casamonti ha saputo imporsi nel mondo dell’arte internazionale divenendo un modello per chi, agli albori della propria attività di gallerista, sogna di esportare la propria idea di arte.

Antonio Tucci Russo

Con un anno di ritardo a causa della pandemia, nel 2022, il premio è stato per Antonio Tucci Russo (Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice e Torino) Fondata nel 1975 a Torino, la Galleria Tucci Russo inaugurava con una mostra personale di Pier Paolo Calzolari e sin da allora ha rappresentato numerosi artisti appartenenti al gruppo dell’Arte Povera. Una vicinanza fisica, oltre che concettuale, alimentata dal fatto che per diversi anni, all’inizio dell’attività, la galleria ha avuto i propri spazi espositivi nello stesso edificio e allo stesso piano dello studio di Marisa e Mario Merz.

Arriviamo ai giorni nostri, il premio del 2023 a Lia Rumma, “per il suo appassionato e costante lavoro di ricerca, sperimentazione e promozione degli artisti e dell’arte contemporanea e per la qualità della proposta espositiva che, in oltre cinquant’anni di attività e straordinario impegno, hanno confermato l’importanza del ruolo del gallerista nel diffondere la cultura dell’arte nel mondo”. La premiazione si terrà domani, 2 febbraio nell’Area Talk di Arte Fiera Bologna a consegnarlo Andrea Sirio Ortolani, Presidente dell’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, alla presenza del direttore artistico di Arte Fiera Simone Menegoi, del critico d’arte e curatore Danilo Eccher, e del giornalista Nicolas Ballario

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