L’Arte digitale nella Maison Bosi di Via Margutta

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Fino al 16 febbraio approda a Roma alla Galleria di Via Margutta Maison Bosi la mostra Not built in a day, curata da Serena Tabacchi.

IL COLLEZIONISMO DIGITALE ALLA MAISON BOSI

Operazione interessante quella di Fabrizio Bosi, erede di tre generazioni di galleristi. La Maison di Via Margutta è nata meno di un anno fa dalla storica Galleria Bosi, incentrata su antiquariato e arte.  Si afferma immediatamente come crocevia di cultura e salotto artistico internazionale.  Con la mostra Not built in a day, curata da Serena Tabacchi, diventa punto di riferimento per il collezionismo digitale, mostrando i mezzi del multimediale e sensibilizzando su questa nuova forma d’arte.

IN MOSTRA I DAW® DIGITAL ARTWORK

In partnership con l’azienda Cinello e ArtSquare.io, in mostra sono esposte opere native digitali di quattordici artisti italiani e internazionali, chiamati a reinterpretare il tema di Roma, da collezionare sotto forma di DAW® Digital Artwork. Questa tecnologia assicura e certifica l’esclusività di un file digitale, in modo che gli artisti e i collezionisti siano tutelati da possibili copie non autorizzate. Il risultato è l’opera phygital: monitor con cornici fisiche.

VITTORIO BONAPACE Digital Nostalgia Anno 2022 DAW® n. 1/1 Courtesy Maison Boisi
Vittorio Bonapace, Digital Nostalgia, 2022 DAW® n. 1/1. Courtesy Maison Bosi

L’opera di Vittorio Bonapace ha infatti una cornice rinascimentale che si sposa con il titolo Digital Nostalgia, richiamando il passato, Omero e l’Odissea e muovendosi nel mondo della Street Art. Ecco allora al posto della lira spuntare due chitarre elettriche, tra personaggi che ricordano i robot dei videoclip di Bjork. Nel cielo numeri colorati che stanno a spiegare come l’opera digitale nasca a livello informatico.

Jacopo di Cera, Soul Dance, 2022 DAW® n. 1/1. Courtesy Maison Bosi

Jacopo di Cera, Soul Dance, 2022 DAW® n. 1/1. Courtesy Maison Bosi

Nell’arte digitale la tecnologia diventa parte del processo creativo, in cui comunicazione e marketing s’intrecciano. È quello che accade in Soul Dance, parte della serie Italian Summer di Jacopo Di Cera. Attraverso il drone l’artista milanese gioca con l’idea delle ombre, a rappresentare il doppio e il sé, in un lento trascorrere del tempo, che diviene quasi un dettaglio. Il richiamo è a certa pittura fiamminga e alla fotografia di Mario Giacomelli.

SEBASTIAN "BOREAL" ARBUROLA, Mater of $orrows, 2022 DAW® n. 1/1. Courtesy Maison Bosi

SEBASTIAN “BOREAL” ARBUROLA, Mater of $orrows, 2022 DAW® n. 1/1. Courtesy Maison Bosi

L’unico a realizzare un’opera partendo dall’opera fisica, acrilico su tela, è Sebastian “Boreal” Arburola. Il tema è quello della Mater dolorosa, ma richiama il concetto di consumismo e capitalismo con l’idea del dollaro e la Venere piangente.

Anche Max Papeschi si muove su tematiche sociali, politiche e religiose. L’opera, realizzata in collaborazione con il regista Maurizio Temporin, Like a Meta Virgin, rappresenta infatti iconicamente la Madonna con il Bambino ma, nei panni della Vergine, c’è Mark Zuckerberg, uno dei fondatori del social network Facebook.  Sullo sfondo un’architettura digitale.

Roma viene rivisitata ancora da artisti come Fabiano Speziari, David Golzio, Simone Vezzani, Danilo Falà, Federico Fauli, Laurina Paperina, Luciana Florio, Evil Machine, Joaquina Salgado, Sodlab Studio attraverso spunti personali, in un’atmosfera che mescola arte, tradizione, cultura pop, musica, grafica, fumetto, immagini manipolate.

D’altronde Via Margutta è la via degli artisti, raccontata da Fellini in Vacanze Romane, sede di un atelier di Antonio Canova e da sempre dimora di pittori.

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