Il significato delle opere di Brancusi

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L’arte del grande scultore rumeno attraverso 3 suoi capolavori.

Spiritualità, tradizione, tensione verso un mondo ideale: questi sono alcuni concetti che si celano dietro alle suggestive sculture di Constantin Brancusi ma non solo, scopriamo 3 dei suoi capolavori assoluti…

Dalla Romania a Parigi e New York

La storia di Brancusi è quella di un artista partito dalle impervie campagne dei Carpazi rumeni, che già da piccolo aveva mostrato un talento incredibile per l’intaglio del legno, una pratica che nella sua regione era considerata una vera e propria arte popolare, espressione della cultura rurale rumena.

Il giovane Constantin costruiva e intagliava finemente cucchiai, utensili di vita quotidiana, le facciate delle case del villaggio: un’approccio primitivo e “spirituale”, un amore per i materiali grezzi che lo accompagnerà durante tutta la sua ricerca artistica.

Da alla Romania a Vienna, Monaco e infine Parigi, a 28 anni nel 1904, dopo mille avventure e svariati lavori. La capitale francese di inizio Novecento è la città delle avanguardie storiche, e Brancusi conosce e frequenta artisti del calibro di Rodin, Modigliani, Duchamp, Leger e Matisse.

Negli anni successivi espone al Salon de la Société nationale des Beaux Arts e al Salon d’Automne a Parigi ed è proprio Duchamp ad invitarlo all’Armory Show di New York, Chicago e Boston: una consacrazione e un riconoscimento finalmente internazionale dopo anni di povertà e duro lavoro.

E’ negli anni ’30 però che Brancusi raggiunge l’apice della sua ricerca, consegnandoci dei capolavori assoluti.

Scopriamone tre di questi…

  1. Uccello Nello Spazio (1932-1940)

La Maiastra è un uccello mitico, che nel folklore rumeno guidava i principi con il suo canto melodioso: è questo un soggetto che ossessiona Brancusi per diversi anni. Lo scultore tenta di eliminare ogni riferimento fisico al volatile fino ad arrivare alla forma perfetta: l’opera in ottone rappresenta lo slancio, il moto ascensionale, la spinta verso il cielo, un volo che è quasi “mistico”. La celebre collezionista Peggy Guggenheim si innamora così tanto di quest’opera da definirla nel 1940, “l’opera che amo di più”, e diciamo che “Uccello nello spazio” aveva dei validi termini di comparazione…

“Uccello Nello Spazio”
  1. La Colonna Senza Fine (1938)

Forse non ne avrete mai sentito parlare, ma in Romania, precisamente a Targu Jiu, esiste un parco bellissimo, un museo a cielo aperto, creato per commemorare i caduti romeni della Prima Guerra Mondiale, per il quale Brancusi ha realizzato 3 sculture. Una di queste è la monumentale “Colonna Senza Fine”, un’opera di 30 metri in ghisa laminata che si erge imponente, dove una base romboidale viene ripetuta per un numero idealmente infinito. Anche qui, ad osservare la colonna, si prova una sensazione di ascesa verso il cielo, il metafisico, lo spirituale, ma anche “un’infinita gratitudine” verso l’eroe soldato che ha dato la sua vita nella battaglia.

“La Colonna Senza Fine”
  1. La Porta del Bacio (1938)

Rimaniamo sempre nel parco di Targu Jiu, stavolta Brancusi realizza un portale in travertino, ovvero “La Porta del Bacio”, alta più di 5 metri e posta all’ingresso del parco stesso. I pilastri sono decorati con un motivo circolare separati da una linea che arriva fino al suolo: il passaggio ad un altra vita? Il trionfo della guerra? Oppure l’ultimo bacio dato dal soldato prima di partire per la battaglia? Non avremo mai una risposta certa…

“La Porta del Bacio”

L’Arte di Constantin Brancusi non ha tempo, supera le epoche e le ideologie per entrare in quella dimensione “senza tempo” che lo ha consacrato come uno dei più grandi scultori del Novecento.

Cover Photo Credits: Atelier Brâncuși, Photo Courtesy Mari Luz Vidal

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