Evgeny Antufiev in mostra al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Evgeny Antufiev, Untiled, 2020, Bronzo (due parti), (uccello/bird) cm 30 x 10 x 2, (pugnale/dagger) cm 23 x 6, Courtesy the artist & z2o Sara Zanin, Photocredits Ela Bialkowska, OKNOstudio

Le opere dell’artista russo dialogano con le antichità etrusche nella mostra “Dead Nation. Eternal Vision”

L’artista russo Evgeny Antufiev presenta “Dead Nation. Eternal Version”, mostra visibile fino al 26 settembre presso ETRU – Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma curata da Marina Dacci e Svetlana Marich

La mostra presenta circa 40 opere, molte delle quali inedite, in rapporto con le straordinarie collezioni di antichità etrusche del Museo. Il rapporto che Antufiev ha con il patrimonio archeologico del territorio romano è lungo e articolato.

Questa volta l’incontro è con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, importante custode dell’affascinante e per alcuni versi ancora misteriosa civiltà etrusca. 

Il lavoro di Antufiev trasporta nel tempo e nello spazio figure simboliche che hanno da sempre accompagnato l’esistenza e l’immaginazione umana.

Le sue ceramiche così come le fusioni, con trame e superfici ossidate e trattate con patine e bagni particolari, evocano antiche scoperte e appaiono all’osservatore come “dono” rinvenuto nel sottosuolo.

Nel giardino, un obelisco di travertino è un invito alla celebrazione di quel che non può essere inghiottito dall’oblio, di ciò che non può morire.

Mentre una piccola fontana, nell’emiciclo, è un omaggio all’acqua, elemento chiave dello scorrere del tempo e della trasformazione vitale. 

La mostra si sviluppa in un’ala specifica del museo innestandosi nella sua ossatura e creando uno scambio col patrimonio presente. I piccoli interventi dell’artista nelle teche, non interrompono le raccolte storiche: Antufiev reinterpreta gli oggetti trasformando la visione di un manufatto in opera d’arte. 

Giungendo al prezioso Ninfeo, un vaso in terracotta, in dialogo con i corpi delle cariatidi, evoca il principio ricettivo femminile, origine della vita e fonte di nutrimento. La mostra approda infine in una fantasmagorica sala museale realizzata all’interno del museo: uno spazio fittizio in cui l’artista mette in scena, all’interno di teche e vetrine, relazioni immaginifiche tra oggetti e figure di sua produzione, perlopiù fusioni e terrecotte.

Cover Photo Credits: Evgeny AntufievDead Nations. Eternal versiona cura di Marina Dacci & Svetlana Marichveduta, dell’installazione viewCourtesy the artist & z2o Sara ZaninPhotocreditsEla Bialkowska, OKNOstudio

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