Dany Vescovi e la sua “rielaborazione degli equilibri armonici” a Massa

Ci troviamo in uno dei Palazzi più significativi e storicamente rilevanti della città di Massa, dove da poco ha inaugurato: “Bagliori su tela, ricami dipinti”, la mostra personale di Dany Vescovi. L’edificio fatto costruire dai Principi Malaspina, come importante simbolo del grande regno, negli anni vide diverse trasformazioni, fino a quando Maria Beatrice d’Este istituì Massa come sede vescovile ed esso ne divenne residenza episcopale. Attualmente questo luogo straordinariamente affascinante e storicamente prestigioso, è stato destinato a sede museale dove è conservato il “Tesoro della Cattedrale” oltre ad opere provenienti dalle chiese della diocesi, come alcune preziose sculture, opere pittoriche, d’oreficeria e di arte tessile.

Nelle sale, Dany Vescovi ha messo in atto un confronto e un dialogo costante, che si dipana in tutto il Museo: tra le opere, gli abiti talari, i ricami, i tessuti, i manufatti, gli argenti e le opere di artisti come Jacopo della Quercia, Felice Palma, Agostino Ghirlanda e Domenico Fiasella. È lo stesso artista a dirci che “Non è la prima volta che espongo a Massa, grazie al gallerista Daniele Lucchesi. La città è sempre molto interessata alle espressioni artistiche e risponde bene alle mostre d in generale agli eventi culturali, considerando anche la vicinanza di poli deputati all’arte sia antica, che contemporanea”.

“Nello specifico del Museo Diocesano”, afferma sempre Dany Vescovi, “mi ha affascinato soprattutto l’eterogeneità delle opere presenti, sia per periodi storici, per fattura che per le differenti tipologie di materiali con le quali sono state realizzate”.

Sono ventiquattro le opere che Vescovi ha realizzato appositamente per questa mostra, che nascono da un lungo e costante confronto che l’artista milanese ha iniziato a indagare con meticoloso studio, inizialmente svolgendo un’appurata analisi fotografica, immortalando i soggetti attinenti alla tematica della natura, soprattutto i damascati, i broccati, i dipinti o i preziosi paramenti sacri seicenteschi.

Successivamente, avviene la seconda fase realizzativa, in quanto l’artista, dopo aver rielaborato le foto con un apposito software, e una volta ottenuta l’immagine desiderata, procede alla stampa dei soggetti che serviranno come modelli. Ecco che interviene la fase più propriamente pittorica e materica, nella quale la precisa ed accurata tecnica di Dany Vescovi, si esplica in tutta la sua potenzialità espressiva e narrativa; un processo creativo, che quindi avanza per vari ed imprescindibili steps, che esigono tempistiche realizzative estremamente lunghe e giornate di lavoro, che fanno ritornare alla mente quelle dei grandi maestri del passato. 

“L’approccio che ho utilizzato è stato quello che applico normalmente quando mi relaziono con il mondo naturale, anche se in questo caso la natura è già stata interpretata e sintetizzata da altri artisti e quindi la mia rielaborazione sviluppa e trasforma ulteriormente l’estetica delle immagini prese in considerazione”.

La natura per Dany Vescovi è certamente rilevante, ma è anche un pretesto che gli consente di lavorare e concentrarsi su temi, concetti e elementi da lui prediletti come: i colori, le forme, le geometrie, i volumi, la composizione e gli equilibri. Tuttavia, ci tiene a precisare Vescovi, “In questa occasione mi sono confrontato con opere che mi hanno dato spunti differenti sia da un punto di vista formale, sia da quello geometrico, entrambi legati dagli equilibri armonici, già insiti delle opere prese in considerazione”

I soggetti sono i fiori, le piante, che si scompongono e ricompongono continuamente dando la percezione di assistere, non ad un’immagine statica, bensì in movimento; ma anche il fondo assume sempre più importanza, divenendo uno spazio, un luogo che si trasforma continuamente in piani e superfici con elementi geometrici in rilievo. Il soggetto floreale viene scomposto in varie sezioni e piani per poi essere ricomposto e dare vita ad un universo floreale, che assume le connotazioni vitali di un mondo “altro”, surreale, una natura immaginifica, incontaminata, primordiale oppure ambientata in un mondo lontano anni luce, su un altro pianeta, in una galassia nella quale l’uomo non è ancora intervenuto con il proprio egoismo.

“Sono lavori quasi tutti di piccolo formato”, dice  l’artista, “una scelta che ho fatto per poter interagire meglio con le opere d’arte presenti nel museo e nello stesso tempo rispettandole senza riempire troppo gli spazi espositivi. Opere che ho realizzato prendendo ispirazione da particolari di quelle antiche che poi ho analizzato e approfondito sul tema della natura secondo il mio stile”.

La natura, tra le mani di Dany Vescovi, diviene certamente pittura, colore, gesso, ma assume anche una conformazione quasi geometrica: i fiori e le piante si scompongono e ricompongono continuamente dando la percezione di assistere in un moto perpetuo ed in una continua metamorfosi. Grazie alla tecnica minuziosa e raffinata di Vescovi, la sensazione è anche quella di essere immersi in uno spazio botanico, dove la cromia delle piante, delle linee e dei cerchi, si ingrandiscono, poi diminuiscono, poi improvvisamente perdono di definizione sfocando, creando un rapporto e un dialogo che volutamente passa dall’essere prima armonico e poi disarmonico, producendo una sorta di disorientamento nell’osservatore.

In queste opere la figurazione riconoscibile nelle piante e nei fiori, improvvisamente sembra incontrare l’astrazione e perdere volutamente la connotazione con il reale, catapultandoci nel territorio della geometria visuale e della cromia, dove la psiche procede senza preconcetti intraprendendo un percorso visivo ed emozionale non precostituito o imposto a priori, bensì libero di interpretare la narrazione pittorica e quindi appropriarsi dei propri sensi.

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