Premio Strega: presentati i 12 finalisti pt 1

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Tra le 82 opere candidate alla LXXVIII edizione del Premio Strega, gli Amici della domenica – il Comitato direttivo del premio – ha selezionato i 12 libri (7 le autrici e 5 gli autori) che si disputeranno il titolo 2024.

Il Comitato, composto da nomi noti – Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine – ha reso pubblica la selezione durante la conferenza di presentazione del 5 aprile, nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, alla Camera di Commercio di Roma.

“Le opere presentate quest’anno offrono un panorama frastagliato e contraddittorio, ma esaustivo, sulla narrativa contemporanea in lingua italiana”, ha spiegato Melania G. Mazzucco, presidente del Comitato direttivo. “Abbondano le narrazioni oblique e non finzionali, composite, di taglio saggistico, memoriale o confessionale. Ma ritorna il romanzo d’impianto più classico, sia d’ambiente contemporaneo sia storico, con una lingua media, spesso intarsiata di dialetto, e un ritmo rapido, talvolta adattato alla serialità televisiva. All’opposto, svariate scritture sperimentali propongono impervie esperienze di lettura, in polemica e apprezzabile attitudine di resistenza alla prepotenza delle mode e del mercato”.

Di seguito, i primi sei autori e autrici, con le rispettive opere, della dozzina Strega 2024:

  • Sonia Aggio, Nella stanza dell’imperatore (Fazi), proposto da Simona Cives (noi di Artuu ne avevamo parlato qui). Dopo il suo primo romanzo, Magnificat, Aggio presenta un romanzo storico avvincente, che ripercorre le vicende di un uomo, Giovanni Zimisce, che, da soldato come tanti, riuscì a cambiare le sorti dell’Impero, conquistando la corona, tra guerre, congiure, omicidi, amori, intrighi e terribili inganni. A fare da sfondo al racconto epico del protagonista, le favolose città d’Oriente, le scintillanti stanze dei palazzi imperiali e i loro splendidi giardini.
  • Paolo Di Paolo, Romanzo senza umani (Feltrinelli), proposto da Gianni Amelio. Di Paolo è stato finalista Premio Strega 2013 con Mandami tanta vita e finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2014 con il volume La mucca volante, per bambini e ragazzi. Romanzo senza umani, in cui gli umani sono presenti, nonostante il titolo, pone la questione del ricordo, della memoria che crea turbamento. Chi siamo noi per gli altri? E cosa rimane di noi dentro di loro? Nel cambiamento continuo dei nostri giorni, tra intemperie emotive e scossoni fisici, cos’è ciò che resta?
  • Antonella Lattanzi, Cose che non si raccontano (Einaudi), proposto da Valeria Parrella. Le cose che non si raccontano sono tutte quelle che non si dicono ad alta voce, per rabbia, per dolore, per paura di essere giudicate, per la colpa di averle rese possibili e per nasconderle agli altri, e a sé stessi. Quella di Lattanzi è una storia intima, che si scopre corale: la ricerca di un figlio, evitato per anni, il desiderio della maternità, l’impotenza, la frustrazione, i dubbi, l’incapacità di reagire, l’ossessione e l’odio, verso il proprio corpo che non accoglie la volontà umana, il proprio partner che condivide, ma non comprende, e le altre donne, madri, incuranti, nel portare avanti le proprie vite e altre vite dentro di loro.
  • Valentina Mira, Dalla stessa parte mi troverai (SEM), proposto da Franco Di Mare. Il punto di partenza è un pezzo di storia italiana: la strage di Acca Larentia. Una sera d’inverno, il 7 gennaio 1978, davanti a una sede del Movimento sociale italiano nel quartiere Appio Latino, a Roma, vengono uccisi a colpi d’arma da fuoco due attivisti di destra che, da allora, diventeranno due icone intoccabili del neofascismo. Dalla stessa parte mi troverai è la storia di amore, lotta e tenacia di due donne che, in tempi diversi, sono inciampate nel neofascismo e nei fatti di Acca Larentia, trovando una via d’uscita.
  • Raffaella Romagnolo, Aggiustare l’universo (Mondadori), proposto da Lia Levi. Già candidata al Premio Strega 2016 con La figlia sbagliata e finalista al Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2020 con Respira con me, il romanzo non si propone davvero di aggiustare l’intero universo, ma dimostra che da un punto bisogna pur partire. Per affrontare quest’impresa, da una parte c’è Gilla, una giovane insegnante rifugiata in un paese di campagna per ripararsi dai bombardamenti della città, e dall’altra Francesca, una bambina intelligente, che non parla e vive in orfanotrofio. È l’impenetrabile silenzio di Francesca e il suo mistero a spingere Gilla ad aiutarla. Oltre alla vicenda, è il modo in cui la storia è narrata a fare la differenza: non uno, ma una moltitudine di personaggi-narratori, ognuno dei quali offre uno scorcio di sé su episodi e tempi diversi, tessendo una rete intricata che si snoderà solo alla conclusione del romanzo.
  • Chiara Valerio, Chi dice e chi tace (Sellerio), proposto da Matteo Motolese. Negli anni Settanta, a Scauri, un posto né bello né brutto, affacciato sul Tirreno, l’ultimo paese del Lazio, si trasferisce Vittoria. La donna si presenta distaccata ed evasiva, ma affabile, generosa e nessuno fa domande. Non fa scandalo, compra una casa nella quale tutti possono entrare e uscire, apre una pensione per animali e non litiga mai con nessuno. Vive, passando inosservata, finché non viene ritrovata morta nella vasca da bagno, a causa di quello che sembra un incidente. Anche in questo caso, nessuno fa domande, tranne una persona: Lea Russo, avvocata, che vorrà aprire il vaso di Pandora.

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