Le ninfee di Monet: perché le dipinge 250 volte e altre curiosità

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Claude Monet è uno dei pittori impressionisti più amati, capace di rappresentare il cuore pulsante e la bellezza della natura.

Tra i grandi nomi dell’arte moderna quello di Claude Monet non può certo mancare.

Artista rivoluzionario ha contribuito allo sviluppo e alla conseguente fama del movimento artistico dell’Impressionismo

Non tutti sanno che il nome del movimento si deve all’esposizione del 1874, al numero civico 35 di Boulevard des Capucines a Parigi. 

Lo spazio adibito all’esposizione è lo studio di Nadar, fotografo di successo, che presta gratuitamente i locali al gruppo di pittori che si presentano ufficialmente come “Societé Anonyme”, di cui è parte anche Monet, nonostante poi decida di lasciare il gruppo per proseguire in totale indipendenza la sua ricerca.

impression soleil levant

Affascinato dalla natura e dal suo aspetto mutevole, il pittore impressionista si dedica a dipingere en plein air, ovvero all’aperto, riuscendo così a cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare.

Dopo la morte della moglie Camille avvenuta nel 1879, Monet decide di trasferirsi fuori Parigi, precisamente a Giverny. Qui, con la sua famiglia e la sua nuova compagna, da vita a un luogo incantato interamente dedicato alla sua creatività, un vero e proprio giardino segreto lontano dai rumori cittadini e dalle distrazioni di ogni sorta.

Vive in questa casa di campagna per più di quarant’anni, fino alla morte, dedicandosi totalmente alle sue passioni, come la pittura e il giardinaggio. Nella sua oasi pacifica, piante, fiori ed elementi naturali seguono una disposizione precisa, basata sull’armonia cromatica e sul gusto dello stesso Monet.

Il pittore francese è riuscito a creare una vera e propria opera d’arte, una tavolozza con protagonista uno stagno delle ninfee di grandi dimensioni e un delicato ponte giapponese che lo attraversa da parte a parte.

Ponte giardino di Giverny, Monet

Il suo giardino e le ninfee che navigano sullo specchio d’acqua diventano per lui una vera e propria ossessione, fino al punto di realizzare circa 250 opere.

La serie delle Ninfee si discosta maggiormente dall’Impressionismo per avvicinarsi sempre più all’Astrattismo. Forme accennate, semplificate fanno da padrone alle opere esposte con successo nel 1909 nella galleria Durand-Ruel di Parigi nella mostra intitolata Ninfee, paesaggi d’acqua.

Diverse sono le reazioni della critica: l’amico di Monet Lucien Descaves scrive a proposito della mostra “esco dalla vostra mostra abbagliato e meravigliato!”. Romand Roilland, invece, invia una lettera direttamente al pittore “quando sono disgustato per la mediocrità della letteratura e della musica attuali, non ho che da voltarmi verso le vostre Nymphèas per riconciliarmi con la mia epoca…”.

Ninfee di Monet

Lo scopo dell’arte di Monet rimane lo stesso, ovvero cogliere l’impressione di un attimo, come se fosse la prima volta che si guarda qualcosa, ma cambia la gestualità, la pennellata. 

Nei suoi diari l’artista appunta dei pensieri:

“Ho dipinto tante di queste ninfee, cambiando sempre punto d’osservazione, modificandole a seconda delle stagioni dell’anno e adattandole ai diversi effetti di luce che il mutar delle stagioni crea. E, naturalmente, l’effetto cambia costantemente, non soltanto da una stagione all’altra, ma anche da un minuto all’altro.”

Questo soggetto che lo accompagna lungo il cammino della vecchiaia viene da lui rappresentato come un angolo di Paradiso in terra, un luogo nel quale fascino e poesia si fondono e dove “i fiori acquatici sono ben lungi dall’essere l’intero spettacolo, in realtà sono soltanto il suo accompagnamento. L’elemento base è lo specchio d’acqua il cui aspetto muta ogni istante per come brandelli di cielo vi si riflettono conferendogli vita e movimento”.

Ninfee di Monet

Ad oggi queste maestose opere d’arte si trovano nelle più importanti collezioni private e nei musei più grandi del mondo, come il Museum of Modern Art di New York e inoltre è possibile visitare l’abitazione di Giverny, lasciandosi così cullare dalla danza silenziosa delle ninfee che ondeggiano in uno degli stagni più poetici esistenti.

Cover Photo Credits: Ninfee di Monet

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