Innovare il sistema dell’arte rispettando la tradizione: Art Dubai 2024

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Siamo andati a vedere che aria tira in una delle fiere più importanti del cosiddetto “global south”

Ovvero l’emisfero sud del mondo, come viene definito a livello internazionale in maniera politicamente corretta. E di cose da dire ce ne sono parecchie, a giudicare già dal numero di gallerie provenienti, ad esempio, dal subcontinente indiano.

Infatti dei 120 partecipanti alla fiera, che si tiene al Madinat Jumeirah dall’1 al 3 marzo (preview svoltasi il 28-29 febbraio), ben il 65% proviene dal Medio Oriente. Del resto la mission dichiarata sia dalla direttrice esecutiva Benedetta Ghione che dal direttore artistico Pablo del Val è quella di ripensare il ruolo delle fiere d’arte incentrandolo sulla capacità di diventare dei punti di riferimento per sviluppare l’intero settore artistico di una determinata regione. Obbiettivo indubbiamente centrato in questa XVII edizione, soprattutto se si torna a parlare dell’India con la presenza di gallerie quali Jhaveri Contemporary, Akara Contemporary, Exhibit320, Experimenter, Shrine Empire e Chemould Prescott Road. Quest’ultima presenta dei lavori molto interessanti di Dana Awartani e Mithu Sen, mentre da Shrine Empire occhio a Samanta Batra Mehta esposta già in Italia a Artissima e Arte Fiera.

DUBAI, UNITED ARAB EMIRATES – FEBRUARY 28: <> attends the Art Dubai 2024 at Mina a’Salam on February 28, 2024 in Dubai, United Arab Emirates. (Photo by Cedric Ribeiro/Getty Images for Art Dubai Fair FZ LLC)

Stand sold out per la famosa galleria marocchina Comptoir des Mines, che propone anche dei lavori di Fatiha Zemmouri per un range di prezzo a partire da 60.000 Euro. Purtroppo l’artista non sarà tra i protagonisti della Biennale di Venezia, che aprirà le porte al pubblico dal 20 Aprile, dopo il ritiro del Marocco dalla kermesse internazionale. Ovviamente tali gallerie sono incluse in “Art Dubai Contemporary” assieme alla Sfeir-Semler (Amburgo, Berlino) con Wael Shawky e la Wadi Finan Art Gallery di Amman con il collettivo Huniti Goldox.

Uno degli stand più fotografati della sezione é quello di Zilberman, la galleria con sede a Istanbul, Berlino e Miami, grazie alle opere di Janet Bellotto, originaria di Toronto ma di stanza a Dubai, Guido Casaretto e Carlos Aires che con i suoi lavori esprime, come sempre, una sottile critica nei confronti dei poteri forti globali.

DUBAI, UNITED ARAB EMIRATES – FEBRUARY 28: Art Dubai, the Middle East’s premier art event, today opens its 17th edition at Madinat Jumeirah, featuring over 120 galleries and newly commissioned artworks from 40+ countries, with a focus on leading art and artists from the Global South at Mina a’Salam on February 28, 2024 in Dubai, United Arab Emirates. (Photo by Cedric Ribeiro/Getty Images for Art Dubai Fair FZ LLC)

Interessante anche la presentazione di Akka Project, lo spazio diviso tra Dubai e Venezia focalizzato sulla creativà africana, che ha portato le opere di Alexandre Kyungu Mwilambwe e Turiya Magadlela. Scarna, invece, la sezione moderna di Art Dubai con la partecipazione di sole nove gallerie tra cui si distingue la Agial Art Gallery con le tele del siriano Abdul Mannan Shamma. 

Per il terzo anno consecutivo “Art Dubai Digital” si conferma come l’unico spin off di una fiera artistica internazionale totalmente dedicato ai new media e alla digital art con una buona partecipazione di realtà italiane tra cui Cinello, la società toscana specializzata nella resa digitale di grandi capolavori artistici numerati ed autenticati. Una presenza forte quella del Bel Paese soprattutto dal punto di vista digitale, con l’esposizione di molti artisti nostrani tra cui Dangiuz, Giuseppe Lo Schiavo, Federico Clapis e Fabrizio Plessi.

DUBAI, UNITED ARAB EMIRATES – FEBRUARY 28: Art Dubai, the Middle East’s premier art event, today opens its 17th edition at Madinat Jumeirah, featuring over 120 galleries and newly commissioned artworks from 40+ countries, with a focus on leading art and artists from the Global South at Mina a’Salam on February 28, 2024 in Dubai, United Arab Emirates. (Photo by Cedric Ribeiro/Getty Images for Art Dubai Fair FZ LLC)

Nelle altre sezioni ci sono inoltre Galleria Continua, Mazzoleni, Plan X con una selezione molto varia che spicca per stile rispetto alla media, Thomas Brambilla, P420, Galleria Franco Noero e Giorgio Persano. 

In conclusione merita una menzione la sezione di Art Dubai curata da Emiliano Valdés e intitolata Bawwaba (“porta di accesso” in arabo): 10 solo show in cui i creativi sono stati invitati a esprimersi sul tema della cura. Tra loro è la ceramista del Mozambico Reinata Sadimba, presentata dalla galleria portoghese Perve, ad aver riscontrato un notevole successo di pubblico. 

Art Dubai 2024. Dubai Collection exhibition. Installation view. Credit_ Spark Media

Dunque, a conti fatti, l’impressione generale su Art Dubai 2024 è che sia una manifestazione estremamente interessante per captare l’interesse dei collezionisti non occidentali e avere una panoramica su artisti non sempre esposti nelle manifestazione europee. Dal punto di vista delle vendite, invece, paiono ottenere i migliori risultati i creativi già conosciuti sul territorio, specie se parliamo di new media. Come la ventinovenne Ellen Sheidlin, russa trasferitasi a Dubai dopo essere incappata in resistenze governative in patria per alcune sue forme espressive. Parlando poi con i galleristi provenienti dal vecchio continente questi si sono lamentati dei notevoli costi di trasporto dovuti all’impossibilità di spedire via mare le opere a causa delle difficoltà geopolitiche attuali. Comunque la voce che serpeggia tra gli stand è che Dubai rimanga un polo culturale in pieno sviluppo con opportunità considerevoli anche a livello di istituzioni e collezioni in loco. 

Insomma un’occasione da cogliere al volo per amanti dell’arte e operatori specie negli anni a venire. 

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