Giuseppe Colombo, “Ogni cosa è illuminata” alla Galleria Forni

“A Scicli, che è un paesino della Sicilia dove sono andati a vivere dei giovani artisti, Guccione e Sarnari, c’è una piccola scuola di pittori di cui l’Italia non sa nulla, di cui le Biennali non sanno niente, non vogliono saperne o non gliene importa niente di saperlo”.

Così Renato Guttuso nel 1981 a proposito del Gruppo di Scicli, sodalizio artistico e civile nel nome della pittura e della scultura composto da Piero Guccione, Franco Sarnari, Sonia Alvarez e poi Franco Polizzi e Carmelo Candiano, Giuseppe Puglisi, Salvatore Paolino e Pietro Zuccaro (insieme ai quali hanno fatto mostre pittori come Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Piero Roccasalva fra gli altri).

Giuseppe Colombo, Agnus dei, omaggio a Zurbaran, 2019, matita e pastello su carta, cm. 30×35.

E poi, introdotto a fine anni Novanta nel Gruppo di Scicli da Franco Polizzi, lui, Giuseppe Colombo (Modica, 1971), pittore figurativo raffinatissimo di cui Galleria Forni a Bologna in occasione di Arte Fiera inaugura oggi la personale (fino al 14 marzo), “Ogni immagine è illuminata”, circa 20 opere fra dipinti e disegni per una mostra a cura di Marco Di Capua, che scrive: “Nell’ambito della figurazione italiana attuale, Giuseppe Colombo agisce con la precisione e il culto dell’esattezza di chi voglia rendere indelebile un’immagine, che questa sia lo scorcio da una finestra, un albero, un corpo di donna. E per rendere quelle figure indimenticabili, le isola. La bellezza, per lui siciliano, è una solitudine”.

Giuseppe Colombo, Finestra dello studio, 2020, olio su tela, cm.68×120.

Del resto, come disse Guccione del Gruppo di Scicli, l’esistenza su un’isola è come un “necessario e vitale meccanismo di difesa messo in atto per tentare ciascuno di ricostruire la propria identità contro l’invadenza alienante della cultura di consumo”: tu chiamalo approccio meta-culturale se vuoi, quando la cultura parla di cultura per mezzo dell’arte visiva.

Giuseppe Colombo, Dioscuri ad Agrigento, 2018, olio su tela, cm. 180×130.

Il paesaggio, il ritratto, il nudo femminile, ma anche oggetti/soggetti catturati dalla pittura nell’irripetibilità dell’attimo immobile, questi i temi affrontati da Colombo. In mostra vedute ampie e interstiziali vibranti di luce, perché “Ogni immagine è illuminata”, appunto, ancora e sempre, a dispetto di quando si disse che la fotografia avrebbe rimpiazzato la pittura, che invece è viva e lotta insieme a noi, specialmente quella figurativa.

Da Forni con Giuseppe Colombo il visibile risplende e vibra, con oli su tela e matita e carboncino su carta, dal piccolo al grande formato, per ribadire una volta di più, qualora ve ne fosse il bisogno, le ragioni della figurazione. La mostra è accreditata tra gli eventi di Art City Bologna 2024 con apertura straordinaria durante i giorni di Arte Fiera.

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