Presentato il programma biennale 2024-2025 della GAMeC dal titolo “Pensare come una montagna”
La vita lontano dagli agglomerati urbani, dove l’ambiente naturale non è stato colonizzato totalmente, scorre più lenta, e offre inaspettate sorprese. Come il rischio e la meraviglia di incontrare un capriolo, che con un elegante balzo attraversa la strada, per poi scomparire velocemente tra i cespugli. È di rientro da quel breve viaggio da una natura molto meno antropizzata, che incrocio le parole di Aldo Leopold (1887-1948). Per uno dei pionieri dell’etica ecologica, nel capitolo L’estetica della conservazione, il ritorno alla natura “consiste […] nella nostra reazione nei suoi confronti”. Nel suo libro “Pensare come una montagna” (Piano B edizioni) pubblicato postumo, le riflessioni sull’ambiente naturale raccontano un paesaggio originario umano, lontano dalla tecnica (siamo quasi negli anni Cinquanta), immerso in un territorio aspro come quello del Wisconsin dove si era trasferito. Racconto che racchiude un pensiero in cui “solo adottando la prospettiva della montagna si possono comprendere le sue dinamiche soprattutto temporali”, spiega Lorenzo Giusti, Direttore della GAMeC”, in occasione della presentazione del programma biennale 2024-2025 alla Cascina Nascosta di Milano, che prende il titolo dal libro, “in cui si riscoprire un altro tempo altro, rallentato, come vuole essere questo programma”.
Se Leopold cita Thoureau ”Nella natura selvaggia sta la salvezza del mondo”, Giusti invita il pubblico a avventurarsi seguendo il programma diffuso, che coinvolgerà aree di montagna, valli e pianure. “L’obiettivo è esaltare la dimensione locale per trasferire l’idea che il futuro sia dei territori”. Il nuovo percorso si inserisce in un progetto più ampio, che segue le trasformazioni “del museo passato da Galleria civica, a Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, al progetto della nuova GAMeC (nel 2026) che sarà un polo museale ma anche un centro di ricerca”. Un contenitore trasversale aperto al dialogo, “all’incontro con le comunità locali, e a discutere il ruolo del museo”, prosegue Giusti.
“Conclusa a Febbraio La collezione impermanente” continua, “che dichiarava la volontà di rompere il rigido schema dei musei, attivando un modo di sperimentazione per nuove forme curatoriali, agendo sul dibattito artistico, il nuovo programma si svilupperà tra arte, territori e comunità”, con mostre in cui si confronteranno 20 artisti, sensibili alle tematiche naturali e ambientali. Ma anche con appuntamenti, laboratori e performance, e l’utilizzo di due risorse come la rivista e Radio GAMeC, che coinvolgeranno il pubblico, sia negli spazi museali, che all’esterno. Come il progetto Massi Erratici dello Studio Ossidiana, con Frantoio Sociale, che realizzerà dei moduli sostenibili, che abiteranno la zona di accesso al museo, riconfigurati secondo necessità diverse (talk, laboratori, lecture). Le mostre ospitate tra lo spazio museale e Palazzo della Ragione, saranno diverse. La prima presenterà l’inventario animale di polistirolo di Lin May Saeed (1973), materiale quest’ultimo, che le consente di lavorare su grande scala e di raccontare la sua ricerca incentrata su una narrazione tra specie, attraverso un prelievo di immagini e storie provenienti dalla cultura di epoche e luoghi diversi. Un lavoro che si estenderà con altre opere alla Biennale Gherdëina prevista a maggio, arrivata alla sua nona edizione, curata proprio da Lorenzo Giusti. Per la Sala delle Capriate, tra gli affreschi strappati dalle pareti di chiese e case nobiliari, Sonia Boyce (1962) insignita del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 2022, elaborerà un intervento video prodotto in questi luoghi. L’artista utilizza media differenti per affrontare questioni culturali, sociali e politiche. Benevolence recupera la tradizione popolare dei canti locali di montagna, intercettando la memoria storica trasferita nella contemporaneità, attraverso il coinvolgimento di istituzioni della città, come il Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo.
Due artiste si inseriranno direttamente nel paesaggio circostante, tra le valli bergamasche. Chiara Gambirasio (1996) originaria di Bergamo ha concluso qualche mese fa una residenza in un rifugio montano, mentre l’anno prossimo è prevista quella di Mercedes Azpilicueta (1981), nell’ambito della terza edizione di ON AIR- Argentina-Italia Art Residency, presso GAMeC. Per entrambe l’esito della loro esplorazione, sarà visibile solo in un secondo momento, essendo il risultato di un’attività partecipativa. Gambirasio, attraverso la collaborazione della Fondazione Dalmine (di Tenaris Dalmine), con gli ex frequentatori della colonia TenarisDalmine, oggi in disuso, rifletterà intorno alla dimensione del tempo vacuo, ma anche di quello della vacanza. L’artista argentina è abituata a investigare le pratiche più installative e performative, utilizzando materiali di recupero, come tessuti, arazzi e oggetti. Per l’occasione presenterà una nuova perfomance, che si svolgerà nell’oasi naturalistica di Nuova Demi, generalmente chiusa al pubblico.
Un programma vasto e diversificato, che intende alimentare la cultura della sostenibilità. E per riprendere il pensiero di Aldo Leopold, alla sua stessa domanda “Chi è la Terra”, risponde “Siamo noi, e, nondimeno, lo è il più insignificante dei fiori accarezzati dal vento”.