Si intitola “Il mistero dei sogni” la mostra aperta fino al 23 febbraio presso la galleria Federico Rui Arte Contemporanea, che riunisce le opere recenti della pittrice milanese Martina Antonioni e dello scultore toscano Paolo Nicolai.
Le opere di Antonioni, di natura surreale e immaginaria, sono accomunate da una ricerca di sensazioni e di immagini che smuovono nello spettatore ricordi, emozioni, sensazioni, senza mai chiarire completamente la loro natura oggettuale.
Quelli dipinti da Martina Antonioni con acrilici, smalti e bombolette spray sono infatti oggetti misteriosi, piccoli frammenti di realtà decontestualizzati dai loro ambiti originari, forme non identificate che detengono con la realtà lo stesso rapporto dei sogni, dove il ricordo di ciò che abbiamo visto e vissuto sembra sempre sfuggirci e le forme tendono a divenire labili, vaghe, rarefatte. La forma perde così la capacità di descrivere la realtà, dando vita a immagini libere e suggestive, come pezzi di un puzzle da ricostruire. L’approccio di Antonioni al surrealismo, pur rimanendo astratto, stimola la sensazione di poter immaginare e toccare il sogno, senza rivelarlo completamente al visitatore. Le sue sono infatti immagini tenui e delicate, al limite dell’evaporazione.
D’altra parte, le opere di Paolo Nicolai riprendono le suggestioni della cultura classica, utilizzando le forme della statuaria greca come archetipi da reinventare e ridefinire. Ma, nonostante l’apparenza esteticamente perfetta, Nicolai utilizza materiali che sembrano corrompere la purezza della superficie, enfatizzando l’illusione di perfezione in contrasto con la complessità dei materiali utilizzati. Le opere dell’artista sono realizzate infatti utilizzando materiali di recupero, come scarti industriali di marmo, plastica riciclata, terre e sabbie, affrontando così i temi della difesa dell’ambiente e della sostenibilità. Nicolai sembra così creare frammenti archeologici di un futuro remoto, o di una realtà parallela connotata da un’atmosfera surreale e leggermente conturbante, dove sotto la superficie delle cose si intravede una struttura parcellizzata e sfuggente della realtà. Anche in questo caso, dunque, un lavoro che reca con sé una componente onirica e ambigua, e che, sotto la superficie classica delle forme, nasconde un’anima fortemente contemporanea con suggestioni pop.