Carlo Zoli a Firenze, tra mito e contemporaneità

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Il Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati di Firenze si prepara ad accoglie, dal 7 marzo al 13 aprile 2024, la mostra personale di Carlo Zoli, “L’infinito volgere del tempo”, curata da Greta Zuccali. Erede di una storica famiglia di ceramisti faentini, Zoli ha plasmato la sua arte unendo la tradizione ceramica a temi mitologici, storici e leggendari, esponendo le sue opere in contesti nazionali e internazionali. Dopo un periodo di introspezione, l’artista ha ripreso a esporre, dimostrando la sua incessante ricerca di un dialogo tra il passato e l’interpretazione contemporanea dell’umanità, e oggi torna trionfante a Firenze, dopo aver ricevuto il premio alla XIV Florence Biennale nella categoria della ceramica.

Il sangue vitale, 2023 Terracotta policroma, metallo, gesso, resine, foglia oro, smalti ceramici, oro giallo terzo fuoco, madreperla terzo fuoco, polistirene espanso, H 82,5 x L 79,5 x P 25,5 cm (Serie “L’infinito volgere del tempo”)

Quella di Zoli è una incessante indagine sull’essere umano attraverso vari ambiti creativi, dalla moda al design, fino alla musica, ma che si concretizza oggi in una mostra che comprende trentacinque opere in terracotta policroma, uniche e irripetibili, che tracciano l’evoluzione della sua poetica dal mito alla realtà contemporanea, dagli anni Novanta ad oggi.

Attraversando le sale di Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, il visitatore sarà guidato in un percorso espositivo che mette in luce opere che hanno marcato la carriera di Zoli, come quella che dà il nome alla mostra, simbolo della riflessione dell’artista sul tempo e sulla sua ciclicità, riecheggiando il concetto nietzscheano dell’eterno ritorno. Un percorso che rivela due aspetti dell’esistenza, “Quiete” e “Tempesta”, metafore della vita come medaglia a due facce, preziosa e effimera, ma anche l’esplorazione del tempo, tema centrale della mostra, che si avvale dell’elemento del cerchio per sottolineare una visione ciclica, in opposizione alla linearità, dialogando con pensatori che vanno da Pitagora a Nietzsche. Le sculture di Zoli, impreziosite da dettagli dorati e materiali come resine, evocano gli elementi naturali e le emozioni umane, in un equilibrio tra il terreno e l’etereo, il dolore e la leggerezza, riflettendo la dualità dell’esistenza tra forza e silenzio, in un eterno ritorno che interpella tanto l’artista quando lo spettatore.

Immortali , 2021 Terracotta policroma, metallo, foglia d’oro H 82 x L 80 x P 25 cm ( S erie “ L’infinito volgere del tempo ” )

Zoli, nel suo percorso artistico, trae ispirazione da un ricco mosaico di fonti che spaziano dal mito classico alla letteratura cavalleresca, fino alle tradizioni cristiane. La sua opera si nutre dell’immaginario collettivo legato a queste narrazioni, reinterpretandole attraverso la lente della contemporaneità. Il mito non è quindi solo racconto di epoche passate ma veicolo di significati universali e atemporali, applicandotii alla riflessione sull’esistenza umana. Le figure dei titani, degli angeli, degli eroi e delle divinità dell’Olimpo, spesso rappresentate insieme al cavallo, simbolo di forza vitale e potenza, sono espressioni di questa ricerca.

L a lezione del divino , 2022 Terracotta policroma, gesso, metallo, resine, oro giallo terzo fuoco, foglia oro, H 60 x L 43 x P 33 cm ( Serie “ Tempesta ” )

La curatrice Greta Zuccali sottolinea inoltre come l’opera di Zoli sia un’esplorazione dell’umano, offrendo una visione in cui le figure, in bilico tra divinità e mortalità, incarnano la libertà e la passione. Il paesaggio immaginario che fa da sfondo alle opere è un luogo di bellezza e provocazione, dove convivono terra e cielo in una varietà che sfida l’omologazione.

Zoli, erede di una storica famiglia di ceramisti faentini, ha plasmato la sua arte unendo la tradizione ceramica a temi mitologici, storici e leggendari, esponendo le sue opere in contesti nazionali e internazionali. Dopo un periodo di introspezione, l’artista ha ripreso a esporre, dimostrando la sua incessante ricerca di un dialogo tra il passato e l’interpretazione contemporanea dell’umanità.

La mostra “L’infinito volgere del tempo” dunque offre una chiave di lettura del contemporaneo che affonda le radici nella saggezza del passato, proponendo un’arte capace di dialogare con l’immaginario collettivo e di rivelare le inconfessate verità della società.

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