Alison Jackson: Trump mi ha ispirato le mie foto immaginarie. E forse ne ispirerà ancora di nuove

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Un abile stratega fino alla fine. La foto segnaletica di Trump è quasi certamente abilmente inscenata. Trump non è in posa frontale come si conviene per una foto segnaletica, non vengono infatti rispettate delle norme cardine per la fotografia. Inoltre, passando all’espressione, Trump incute davvero paura, volontariamente è minaccioso, perché è ben consapevole che questa foto passerà alla storia, sa essere un attore che inscena sé stesso. Se fosse vivo Lombroso, sicuramente entrerebbe di diritto nella sua galleria di fisionomia criminale. Trump con questa immagine riflette un’iconografia quasi cinematografica, come se fosse diretto da Martin Scorsese e fosse uno di quegli impenitenti “bravi ragazzi”.

“Putin & Trump” 2016, Courtesy ©Alison Jackson

Vedendo questa immagine, non si può non pensare al lavoro della fotografa londinese Alison Jackson, nota per la serie “Mental Images”, in cui ingaggia sosia di personaggi famosi – da celebrità a teste coronate fino a politici –, indagando il potere della fotografia nel modificare la nostra percezione del reale, instillando e fomentando la curiosità morbosa del pubblico che vuole entrare nella sfera intima dei personaggi pubblici.

Le sue immagini si spingono al limite dell’assurdo, esplorando il fenomeno della celebrità creato dai media, dalle industrie pubblicitarie e dagli stessi personaggi pubblici.

L’artista fin dagli inizi si è mossa sul labile confine tra apparenza e realtà ispirato anche dalle fake news: infatti molti dei suoi scatti hanno sollevato dei veri polveroni, ad esempio quando si è occupata della famiglia reale inglese o della morte della Lady Diana. Tra le sue immagini provocatorie e sorprendenti, ci sono ad esempio Meghan e Kate che si accapigliano, il principe William che fa a botte col fratello Harry, Kate che legge Spare, il libro-scandalo del cognato, con aria scioccata, e ancora William che straccia un giornale su cui compare il volto di Harry, la Regina Elisabetta che fa la spesa in un supermercato o che si fa provare la pressione… ma anche Lady Diana che fa il dito medio, o sempre Diana che fa shopping assieme a Marilyn Monroe! Per non parlare di Camilla che, immortalata sul trono con tanto di corona in testa, è intenta a fumare e ad ubriacarsi.

Allison Jackson cerca di fare riferimento alle tipiche foto scattare dai paparazzi in cui i personaggi pubblici vengono immortalati in situazioni intime o scandalose, ma tutto ciò che crea è in realtà costruito in studio o in una location: in questo modo, l’artista cerca di rappresentare ciò che esiste nella mente del pubblico, inscenandolo abilmente.

Jackson non ha risparmiato la sua satira impietosa su Donald Trump già da prima delle elezioni nel 2016 e la forza prorompente e provocatoria delle sue immagini le è spesso costata la minaccia di azioni legali, senza però scoraggiarla nei suoi intenti.  

Nelle sue “rielaborazioni fotografiche mentali”, come lei stessa le chiama, l’allora Presidente appare intento a far festa con membri del Ku Klux Klan, oppure si intrattiene a fare sesso con Miss Mexico, o ancora si fa spruzzare della lozione abbronzante da un’assistente mentre è completamente nudo.

Probabilmente, la nuova “svolta storica” nella carriera politica di Trump, con l’arresto-lampo in Georgia e il suo rinvio a giudizio per cospirazione e per aver cercato di ribaltare il risultato elettorale, costituirà una nuova fonte di ispirazione per l’artista. L’ormai celebre foto segnaletica, che lo stesso Trump ha fatto circolare sul web attraverso i social e riprodotta sui gadget che l’ex Presidente ha messo in vendita sul suo sito, potrebbe anch’essa essere un nuovo spunto per la fotografa inglese. In quella foto segnaletica, infatti, mi racconta l’artista, “Trump appare determinato, minaccioso e feroce. Probabilmente è indignato per essere stato accusato, come osiamo noi?!”

“Trump”, continua l’artista, “è stato influenzato durante la sua crescita da diversi personaggi: il padre, dominante e prepotente, gli ha insegnato a essere solo un despota; il reverendo Norman Vincent Peale, predicatore e scrittore statunitense, promotore della teoria del pensiero positivo (autore di The Power of Positive Thinking, pubblicato nel 1952 e divenuto un bestseller, il cui scopo è semplice e diretto, senza pretese letterarie o culturali, è un manuale pratico e diretto volto all’automiglioramento: un passo del libro dice “C’è solo una persona con la quale competere, te stesso. Continua a cercare di superare le tue migliori prestazioni e sforzati sempre di raggiungere livelli più elevati”, sottolineando al contempo di non nuocere al prossimo, ndr); e infine Michael Cohen, il suo avvocato, che gli ha insegnato come opprimere e cancellare chi considera nemici”.

“Vedo tutti questi elementi nella foto segnaletica”, mi spiega ancora Allison: “foto che, giustamente, Trump usa ora come immagine per le sue pubbliche relazioni. Beh, è lui: un bullo dalla nascita. Trump mi ha sempre ricordato un personaggio dei cartoni animati per metà vero e per metà finto, con il suo look, i suoi capelli e la sua pelle arancione. Non riesco a trovare una figura di mostro dei cartoni animati abbastanza orribile per trovare un paragone – forse il Joker di Batman –, mentre nella realtà c’è una forte similitudine con una figura machiavellica, sfaccettata e manipolatrice come Nixon, e il suo aspetto altrettanto determinato e minaccioso”.

A questo punto, non c’è che da restare in attesa di quello che nascerà di nuovo dalla straordinaria e fantastica immaginazione di Allison Jackson. Forse si tratterà di altre “rielaborazioni fotografiche mentali”, ispirate proprio alla foto segnaletica di Trump e ai mille meme e alle mille varianti che ne sono derivati sul web.

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