Voci lontane. Il corpo della donna nell’Iran islamico

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Nell’Iran islamico è nato il lavoro di due artiste che indaga il rapporto tra il corpo della donna e la realtà contemporanea vissuta nel quotidiano: alla scoperta delle opere di Shirin Fakhim e Firouzeh Khosrovani.

In queste settimane l’Iran è tornato protagonista della scena internazionale a causa delle proteste delle giovani iraniane che invocano giustizia per la morte della 22enne Mahsa Amini e libertà di scelta sul proprio corpo.

L’Iran, repubblica mussulmana a maggioranza sciita, ha vissuto un periodo di modernizzazione  fino al 1979, anno in cui prese potere la politica integralista dell’ayatollah Khomeini ed ebbe  origine la  “Rivoluzione iraniana” e l’inizio della Repubblica islamica

I suoi metodi feroci e autoritari posero l’Iran in una situazione di prevalenza nei confronti degli stati islamici dell’area, creando uno scontro con l’Iraq. La guerra che ne derivò si concluse nel 1988 ed, oltre a provocare una notevole quantità di vittime, esaurì economicamente entrambi i Paesi.

In questo contesto, si sviluppa il lavoro fortissimo di due formidabili artiste iraniane: Shirin Fakhim e Firouzeh Khosrovani.

CHI È SHIRIN FAKHIM

Shirin Fakhim nasce a Teheran nel 1973. Il suo lavoro ruota attorno al tema delle pressioni sociali e della prostituzione, pratica illegale in Iran, ma ampiamente diffusa.

Le leggi integraliste avevano reso le donne più esposte ad abusi domestici e al ripudio. Lo stato di smarrimento e povertà, costrinse molte di loro a lavorare in strada. 

Nella serie Teheran postitutes, l’artista ha rappresentato il corpo femminile attraverso fantocci realizzati con vasellame e oggetti domestici.

Tale scelta rimanda alla tradizione e alla cultura iraniana, facendo leva sui cambiamenti in atto. I volti, sintetizzati da vasetti verdi, sono contornati da parrucche. L’abbigliamento è volgare, con alti stivali e reggiseni stracolmi, calze a rete e slip, sotto le quale l’artista pone oggetti provocatori, come contenitori per l’elemosina o deodoranti per auto.

In Only fahrad, dall’esterno di uno vaso dorato pendono numerose gambe di donna disordinate e sovrapposte. Queste, sono ancora quelle delle prostitute iraniane, personalità inghiottite dal paese che avrebbe dovuto curarsene. 

Shirin Fakhim, Teheran prostitutes, 2008. Courtesy Chiara Mastrangelo

CHI È FIROUZEH KHOSROVANI

Firouzeh Khosrovani nasce a Teheran nel 1971 e vive e lavora come giornalista e regista tra Iran, Spagna e Italia.

Nel documentario Rough cut, mette in scena la decisione dei guardiani incaricati alla difesa della “moralità nei luoghi pubblici”, di amputare le forme, in particolare quelle femminili, ai manichini dei negozi di Teheran.

Questi, sembrano soffrire della stessa impotenza subita dagli abitanti della città, divenendo espressione dell’ignoranza del potere dominante.

Il coltello che taglia i seni della figura inanimata assume qui una connotazione violenta e atroce e i due buchi neri nel petto, sono i segni di uno sbaglio rimosso, che evidenzia come sia la stessa natura femminile ad essere considerata un errore.

La complessità dei rapporti umani è poi suggerita dalle immagini di due manichini, maschio e femmina, che si guardano con il volto coperto dal cellophane, come se nessuno dei due fosse davvero libero di rapportarsi con l’altro.

Firouzeh Khosrovani, Rough Cut, 2007. Courtesy Chiara Mastrangelo.

Immagine di copertina: Shirin Fakhim, Teheran prostitutes, 2008. Courtesy Chiara Mastrangelo

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