Una scena viva di performing art. A Porto, al Museo Serralves

Getting your Trinity Audio player ready...

di Lorenza Pignatti

Il Museo Serralves di Porto è un luogo che è sempre un piacere visitare, non solo per l’architettura progettata da Alvaro Siza e per lo splendido parco che lo circonda, ma per le mostre e gli eventi proposti. 

La rassegna The Museum as Performance, ad esempio, presentata nel mese di novembre, consolida la sua posizione di museo pionieristico nell’indagare le intersezioni tra arti visive e performative, tra danza e sound art. Intersezioni e dialoghi che rispecchiano i background dei tre curatori della rassegna: Cristina Grande è la curatrice della sezione Performing art, Ricardo Nicolau di arte visuale e Pedro Rocha di Sound art. Per questo motivo diverse opere presentate possono essere considerate sia come installazioni, performance o concerti.

Descendances du nu di Jimmy Robert, photo by Andre Delhaye

L’installazione Descendances du nu di Jimmy Robert, ad esempio, è composta da fotografie, oggetti e props (gli oggetti di scena, ndr), ma anche dalla presenza di un performer che indossa una scultura a forma di scala, i cui movimenti sono accompagnati da interventi sonori. L’installazione è una citazione e una decostruzione del famoso dipinto di Marcel Duchamp Nu descendent un Escalier. Nelle opere di Robert, che ha avuto un’importante mostra personale al Palais de Tokyo la scorsa primavera, il corpo è uno strumento concettuale, che funziona sia come entità indipendente sia come attivatore di una rete di riferimenti storici più ampia. Allo stesso modo però le fotografie, gli oggetti e props che compongono l’installazione, esistono indipendentemente dalla performance.

È indubbio che nella Performing Art i dialoghi tra i diversi linguaggi espressivi si arricchiscono e reinventano vicendevolmente. Come accade anche nella performance Alphabet di Paulina Ołowksa, che si sviluppa grazie alla presenza di danzator* che curvano e allungano i loro corpi per raffigurare le 26 lettere dell’alfabeto, dalla A alla Z, per costruire un nuovo sistema di significazione del linguaggio. Alphabet si ispira al libro tipografico ABECEDA del designer ceco Karel Teige (pubblicato a Praga nel 1926) che aveva creato un “alfabeto in movimento” in collaborazione con la danzatrice Milca Mayerova. A Oporto le azioni delle performer erano scandite dalla voce narrante di un’attrice che leggeva brevi poesie di Josef Strau, Frances Stark e Paulus Mazur. La fisicità della rappresentazione e la lettura dei testi hanno come riferimento l’utopia estetica del modernismo e alla tradizione d’avanguardia dell’Europa orientale.  

Abyssal Creatures di Francesco Cavaliere, photo by Andre Delhaye

L’artista visivo e sonoro Francesco Cavaliere è intervenuto con dispositivi sonori sulle sue Abyssal Creatures, sculture realizzate in vetro soffiato che sembrano essere il risultato di una mutazione di organismi misteriosi. Con quei sismografi sonori ha cercato di individuare suoni e tracce di vita di quei corpi che rimandano all’universo fantascientifico in cui le definizioni di “essere vivente” sconfinano dalla botanica alla cristallografia.

Anche in questo caso le sculture esistono sia come installazione scultorea sia come intervento performativo. Abyssal Creatures è un progetto curato e prodotto da Xing, collettivo interdisciplinare che ha sede a Bologna negli spazi di Raum, che da più di 20 anni cura e organizza eventi, produzioni e pubblicazioni che indagano i linguaggi dell’espressività contemporanea. Xing ha curato Netmage International Live Media Festival, F.I.S.Co  (Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo), e Live Arts Week, per ricordarne solo alcuni. Da alcuni anni produce etichetta discografica Xong, collezione di dischi in edizione numerata, dedicata a artisti attivi nel mondo della performatività. Eleganti vinili bianchi che diffondono sonorità ideate per attivare l’immaginazione, composte da Romeo Castellucci/Scott Gibbons, Canedicoda/Renato Grieco, Muna Mussie/Massimo Carozzi, Marcello Maloberti, per ricordarne solo alcuni. 

Paulina Ołowksa, Alphabet, photo by Andre Delhaye.

Al museo Serralves, così come anche a Raum, gli appuntamenti riguardanti la Performing art sono molto seguiti, e non solo da un pubblico di addetti ai lavori, ciò indica la vivacità di quella scena espressiva, che indaga le intersezioni esistenti tra varie discipline artistiche.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Artuu consiglia

Iscriviti alla Artuu Newsletter

Il Meglio di Artuu

Ti potrebbero interessare

Seguici su Instagram ogni giorno