Tyler Mitchell è il giovanissimo fotografo scelto da Ferragamo. Per un Nuovo Rinascimento multietnico

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Firenze, una città con un incalcolabile patrimonio di dipinti, sculture e architetture, culla del Rinascimento, è la città natale della casa di moda fondata da Salvatore Ferragamo nel 1927 da cui il colosso prende l’omonimo nome. E quest’anno, per la nuova collezione Autunno/Inverno, le Gallerie degli Uffizi accolgono la couture firmata Ferragamo che, per questa occasione, unisce moda e arte rinascimentale.

Intitolata “New Renaissance” e gestita dal direttore creativo Maximilian Davis, la campagna è stata affidata a un giovane fotografo americano, Tyler Mitchell, che ha scelto di rappresentare le modelle e i modelli, racchiudendoli in una cornice straordinaria: quella offerta dalla natura, dalle architetture e dai paesaggi rappresentati in alcune delle opere più importanti della pittura italiana del XV e del XVI secolo.

Tyler Mitchell

Per l’insolita (e bellissima) campagna, infatti, il fotografo ha utilizzato, come “sfondo” della nuova collezione, alcuni tra i più grandi capolavori presenti nel museo fiorentino. In particolare, ha utilizzato il dittico dei duchi di Urbino Federico da Montefeltro e Battista Sforza, capolavoro di Piero della Francesca, il Ritratto di Alessandro de’ Medici di Giorgio Vasari, il Ritratto di uomo con medaglia e L’Annunciazione di San Martino alla Scala di Sandro Botticelli, l’Allegoria di Giovanni Bellini, L’Annunciazione di Alesso Baldovinetti e ancora quella del Veronese.

Il fotografo vuole cogliere Il dialogo lineare e omogeneo – racchiudendolo in uno scatto – tra arte e moda, tra divino e terreno creando un profondo legame che armonizza i vari capi d’abbigliamento, e quindi il mutamento dell’estetica contemporanea, con i dipinti “immortali” dei grandi maestri rinascimentali. Il direttore creativo della maison, Maximilian Davis (anche lui giovanissimo, classe 1995), spiega che “il Rinascimento è radicato a Firenze, e Firenze è radicata in Ferragamo. In questa nuova era della maison, è stato naturale riconoscere la città simbolo del Rinascimento come la nostra casa spirituale, attingendo al suo genio e al suo talento artistico per raccontare l’estetica della nuova collezione”.

Il legame di Ferragamo con Firenze è stato sempre molto forte: nato a Bonito, provincia di Avellino, Campania, e undicesimo di quattordici figli, Salvatore Ferragamo ha iniziato la sua carriera alla tenera età di 12 anni nella manovalanza di scarpe, per poi trasferirsi a negli Stati Uniti a soli 16 anni, per proseguire il suo sogno di lasciare un segno nel campo della moda. Quel sogno lo porterà poi (e sarà questo il suo “primo Rinascimento”), nella zona di Hollywood Boulevard, ad aprire un negozio gremito di ornamenti, dagli arazzi, ai mobili in legno intagliati a mano a vere e proprie colonne classiche che si rifanno allo stile del Quattrocento italiano, creando scarpe per attori hollywoodiani che avranno il sapore di vere e proprie opere d’arte. Ma, da sempre affascinato da Firenze – poiché simbolo dell’arte, dell’architettura e della cultura del Rinascimento –, nel 1927 vi si trasferisce e edificherà lì la propria azienda. Tra le grandi star che indosseranno scarpe firmate Ferragamo ci saranno Lauren Bacall, Marilyn Monroe, Eva Perón, Sophia Loren, solo per citare i più famosi.

Oggi, Ferragamo torna dunque a puntare la propria immagine nel segno dell’arte. E, se per farlo sceglie Firenze e il Rinascimento come riferimenti storici, anche la scelta di un giovane fotografo e regista come Tyler Mitchell è significativa.

Chi è, infatti, Tyler Mitchell? Nato in Georgia, ad Atlanta, nel 1995, in un “contesto provinciale”, come lui stesso ha raccontato: “Vengo dalla periferia di Atlanta, in Georgia, il che significa che la mia infanzia è stata costellata dalla natura e da spazi verdi rigogliosi”, ha ricordato in un’intervista. “Sono figlio unico, dal carattere pensoso e riflessivo, e durante le estati alla fine della scuola, ero felice di andare al campo estivo dove a rallegrarmi erano piaceri semplici e banali, se vogliamo, come stendermi sull’erba con gli amici”.

Quello che oggi è uno dei fotografi, artisti e filmaker più giovani e più ricercati a livello mondiale sviluppa, sin da giovanissimo, la passione per la fotografia. Autodidatta, munito solo di una fotocamera Canon, impara la tecnica dell’editing su Youtube per creare video di skateboarding, una passione che ha in comune con molti ragazzi della sua generazione, e che lo avvicina a quelli che considera tutt’ora i suoi migliori amici. Le prime fotografie si concentrano principalmente su ragazzi afroamericani ripresi in un contesto quotidiano, incentrandosi sul rapporto di questi ultimi con la società americana, soprattutto quella del sud degli Stati Uniti. Trasferitosi a New York, si iscriverà alla facoltà di cinema e televisione alla NYU Tisch School of the Art. Il suo rinascimento avverrà proprio qui.

Nel 2015 decide di andare per un mese a l’Avana, Cuba, dove catturerà sia la realtà quotidiana dell’isola (che scoprirà come “un posto meravigliosamente vibrante ma tragicamente degradato”), con le sue caratteristiche architetture dal sapore ancora coloniale, sia la realtà underground locale, con la cultura dello skateboard giovanile. Il risultato sarà la pubblicazione del suo primo libro (alla tenera età di 20 anni), intitolato El Paquete.

Il seguito è una serie di successi ottenuti riscoprendo e lavorando, con uno stile che presto diverrà inconfondibile, sull’identità nera, fotografando giovani afroamericani in situazioni di grande libertà, spensieratezza e in atmosfere quasi magiche, oniriche. “Ho sperimentato un’evoluzione passando dall’essere un ragazzino che faceva video di skateboarding con una prospettiva incentrata essenzialmente sull’aspetto dello sport e dello stile”, racconterà ancora Tyler in un’intervista, “poi ho iniziato a considerare tutte le idee autobiografiche sulla Blackness e l’identità di donne e uomini neri nella mia comunità”.

Riscriverà la storia nel 2018 diventando, non solo, il ragazzo più giovane in assoluto a comparie sulla copertina di “Vogue Magazine”, ma anche il primo ragazzo afroamericano a farlo. Per il numero di settembre di quell’anno, infatti, Mitchell fotografa la cantante Beyoncé (di assoluto successo e definita, per tantissimi, come la regina indiscussa del Pop accumulando più di 17 miliardi di visualizzazione solo nella piattaforma di Youtube). Il ritratto verrà poi esposto alla Smithsonian National Portrait Gallery per la sua collezione permanente. La sua prima mostra personale si terrà al Foam Fotografiemuseum Amsterdam l’anno successivo dal titolo “I Can Make You Feel Good”. In seguito collaborerà anche con aziende come Marc Jacobs, Converse e Nike, Prada, Gucci e molti altri marchi. Nel novembre del 2020, sempre per “Vogue”, fotograferà il cantante Harry Styles, ex membro della famosissima band inglese One Direction, in un abito firmato Gucci immortalato in una distesa di erba. L’obbiettivo di Mitchell è quello di emancipare la cultura afroamericana catturandone la bellezza e la sua identità più profonda. “Molto spesso mi imbattevo in modelle bianche sensuali, giovani e attraenti che correvano libere e si divertivano tantissimo – il tipo di cose che farebbero Larry Clark e Ryan McGinley. Raramente ho visto lo stesso per i neri nelle immagini – o almeno nella fotografia che conoscevo allora”. La sua fotografia è da una parte straordinariamente onirica e alla ricerca di situazioni semplici, non costruite, quasi paradisiache (forse un ricordo della sua adolescenza in Georgia, tra giornate trascorse a oziare nei parchi), e dall’altra sempre molto attenta alle questioni dei diritti civili e dell’indentità nera. “Occorre fare un’enorme opera di pressione affinché più persone black e brown compaiano di fronte all’obiettivo della macchina fotografica”, ha detto ancora il giovane fotografo. Non è un caso che anche oggi, nella campagna di Ferragamo, le modelle e i modelli scelti da Tyler Mitchell appartengano alle etnie più disparate. Un Nuovo Rinascimento multietnico, e non solo bianco.

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