Sotheby’s esce indenne da un’accusa di frode miliardaria

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Il gigante delle aste si difende con successo dalle accuse del magnate russo Dmitry Rybolovlev

Il mondo dell’arte e della giustizia si sono incrociati recentemente in una battaglia legale che ha visto protagonista la prestigiosa casa d’aste Sotheby’s, in un batti e ribatti mediatico che è durato qualche mese. Tutto nasce quando il magnate russo Dmitry Rybolovlev aveva accusato l’istituzione di averlo fraudolentemente indotto a pagare prezzi gonfiati per alcune opere d’arte di valore inestimabile, tra cui “Salvator Mundi” di Leonardo da Vinci, il quadro battuto all’asta nel 2017 per la cifra record di 450,3 milioni di dollari.

Rybolovlev sosteneva che Sotheby’s fosse complice di Yves Bouvier, un mercante d’arte svizzero, in un complotto per sopravvalutare deliberatamente quattro opere d’arte durante i passaggi in asta. Nonostante il numero considerevole delle opere in questione, che in un primo momento includevano anche capolavori di Picasso, Rodin e Toulouse-Lautrec, il giudice Jesse Furman aveva precedentemente scartato le accuse relative a 11 di queste, concentrandosi solo sulle opere di René Magritte, Gustav Klimt, Amedeo Modigliani e Leonardo. La giuria, composta da dieci persone e dopo una riflessione di cinque ore, ha dato ragione a Sotheby’s, che ha sostenuto di non aver mai avuto conoscenza degli stratagemmi di Bouvier, l’ultimo dei quali non era nemmeno tra gli imputati e ha sempre negato ogni accusa.

Sotheby’s, nel difendersi, ha affermato di aver agito in piena osservanza delle leggi e dei codici etici e professionali del settore. Le argomentazioni della difesa evidentemente hanno trovato terreno fertile nella giuria, la quale ha respinto le accuse di Rybolovlev, sollevando Sotheby’s da ogni responsabilità. La vicenda getta luce su un problema che affligge spesso il mercato dell’arte: la mancanza di trasparenza. I detrattori sostengono che l’ambiente opaco in cui si svolgono molte transazioni artistico-finanziarie rende difficile provare complessi casi di frode, come menzionato dall’avvocato Kornstein, che rappresentava Rybolovlev. Sotheby’s, rispondendo alla CNN, riafferma il loro impegno nei confronti dell’integrità e dell’etica professionale e sottolinea la mancanza di prove concrete contro di loro. Dmitry Rybolovlev, noto per le sue attività nell’industria dei fertilizzanti e come proprietario della squadra di calcio AS Monaco, dovrà dunque voltare pagina, lasciando alle spalle questa contesa legale.

Il dibattito sulla necessità di maggiore chiarezza nel mercato dell’arte, tuttavia, è destinato a proseguire, catalizzando l’attenzione degli appassionati e degli addetti ai lavori. Nel frattempo, la Salvator Mundi di Leonardo continua a mantenere il suo titolo di opera d’arte più cara mai venduta, testimone silente delle complesse dinamiche che animano il mondo dell’arte.

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