Simon Starling alle Gallerie Estensi di Modena

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Fino al 31 gennaio 2023 le Gallerie Estensi presentano la mostra di Simon Starling “Metamorfuoco. Sotto la luce di Tintoretto”

Si tratta di una vera mostra visionaria quella appena inaugurata dalle Gallerie Estensi dell’artista Simon Starling Metamorfuoco. Sotto la luce di Tintoretto.

Si tratta di un’installazione innovativa che porterà il visitatore a vivere un’esperienza immersiva grazie a un’unica opera che collega alcuni dei temi più attuali del nostro tempo del nostro tempo allo straordinario patrimonio artistico del museo.

Il titolo, in modo profetico, fa riferimento anche all’attuale siccità e più in generale, agli effetti dei cambiamenti climatici diventando un’allegoria del mondo contemporaneo, di una tecnologia che destabilizza un ecosistema che l’uomo non riesce più a gestire.

La mostra di Simon Starling in dettaglio

Concepita nel contesto delle Gallerie Estensi di Modena e ispirata dalle opere
del ciclo pittorico del Tintoretto nella Galleria Estense e delle xilografie della Biblioteca Estense, la mostra è il risultato di un lavoro di esplorazione e di immaginazione di un grande artista contemporaneo, in relazione con il contesto culturale del territorio.

L’esposizione è parte di un programma varato nel 2021 che vede ogni anno un’artista contemporaneo misurarsi con le opere delle collezioni museali e i temi che queste pongono.

Il progetto, dal titolo “artist in residence”, chiede agli artisti interpellati di anno in anno di venir ad abitare il museo stabilendo con esso un rapporto dialettico.

In questo modo l’arte contemporanea entra a far parte del museo di arte antica non come estranea inserzione ma come traduttrice delle istanze che la contemporaneità gli impone affrontare.

In tale prospettiva le Gallerie Estensi di Modena hanno chiesto a Gianfranco Maraniello – recentemente nominato alla Direzione dell’Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano – di contribuire all’articolazione di un programma di interventi artistici capaci di portare lo sguardo critico e inventivo di protagonisti della scena contemporanea sulle caratteristiche del museo.

La figura di Simon Starling

Il primo invito è stato rivolto a Simon Starling (1967), figura di spicco della scena britannica e internazionale, i cui interventi sono stati ospitati in diversi importanti musei ad ogni latitudine del mondo e nelle principali rassegne d’arte come la Biennale di Venezia.

Sue opere sono presenti nella collezione di istituzioni come il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York.

Nel 2005 è stato insignito del prestigioso Turner Prize.

Prima di concepire l’opera Simon Starling nei mesi scorsi ha effettuato sopralluoghi e soggiorni presso la Galleria Estense di Modena, la Pinacoteca di Ferrara, il Palazzo Ducale di Sassuolo e, con il curatore Maraniello, ha visitato diversi siti della regione.

Da specifici incontri con i vari lavoratori del museo ha appreso le metodologie di lavoro e di conservazione del museo, ha analizzato storia e vicende delle opere d’arte e del patrimonio librario.

La sua attenzione si è rivolta in particolare al ciclo pittorico di Tintoretto (1518-1594) ispirato a Le Metamorfosi di Ovidio.

Nello specifico il quadro della Caduta di Fetonte ha originato un ampio progetto e costituisce l’epicentro di quella che può a tutti gli effetti definirsi un’unica grande opera negli spazi espositivi temporanei delle Gallerie Estensi.

Il mito de Le Metamorfosi di Ovidio

In Simon Starling. Metamorfuoco. Sotto la luce di Tintoretto, il dipinto del
grande artista veneziano, originariamente collocato a soffitto di un palazzo veneziano e in seguito nel Palazzo Ducale di Modena, sarà ospitato e riposizionato in alto, in orizzontale, obbligando il visitatore ad alzare lo sguardo recuperando la meditata prospettiva di una scena che rappresenta il precipitare dal cielo del figlio del Sole.

Secondo il mito, infatti, Fetonte, tentò di dimostrare la sua divina discendenza guidando il carro solare per un giorno, ma la sua inesperienza gli fece perdere il controllo del mezzo che precipitò avvicinandosi troppo alla terra, provocando incendi e asciugando fiumi.

Zeus, per frenare tale devastante deriva, intervenne colpendo il carro con un fulmine e fece precipitare Fetonte nelle acque del fiume Eridano, che per molti interpreti coincide con il fiume Po.

L’interpretazione di Simon Starling

Simon Starling in quest’opera di grandissimo impatto visivo ha deciso di incentrare la propria idea progettuale sui processi di metamorfosi che già in termini generali costituiscono una cifra distintiva del proprio lavoro e, in particolare, ha guardato al fuoco come ambivalente simbolo di capacità di trasformazione e rischio di distruzione, attingendo alla mitologia e alle ricorrenti immagini di combustioni nella letteratura greca e latina.

A partire da magnifiche illustrazioni che sono state selezionate dalle pagine di preziosi volumi della Biblioteca Estense l’artista ha realizzato il disegno di una corrispondente grande pavimentazione ceramica realizzata per il museo grazie al decisivo contributo dell’azienda Marazzi di Modena.

Le altre opere

In questo suggestivo scenario, si inseriscono anche precedenti lavori convocati da Starling, opere riferibili ad analoghi temi, come quelli trattati con il lavoro dal titolo Carbon Hiroshima o come nella proiezione di diapositive di Autoxylopyrocycloboros che documenta il viaggio/azione dell’artista su una barca alimentata dal proprio stesso legno combusto nella stufa-motore fino all’insostenibile precarietà del natante che finisce con l’affondare.

A queste opere si aggiunge la disposizione nel medesimo grande spazio espositivo di straordinari telescopi realizzati a mano dall’architetto Mike Davies, una serie di estintori in dotazione delle Gallerie Estensi che finiscono con l’abitare in modo scultoreo lo spazio espositivo e il mascherone utilizzato nella fabbricazione della carrozzeria della lussuosa giulietta Alfa Romeo, versione contemporanea del carro di Fetonte solido nella sua struttura lignea e al tempo stesso fragile perché infiammabile.

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