Past Lives: sognare altre vite possibili

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In un bar di Manhattan tre persone sono sedute al bancone. Non conosciamo i loro nomi, le loro storie, i loro legami. Solo una di loro, una donna, ci guarda negli occhi e ci invita a seguire il suo racconto. La storia ci porta indietro di 24 anni, a Seoul, dove due ragazzini, Na Young (Moon Seung-ah) e Hae Sung (Seung Min Yim), sono amici inseparabili. Il destino li separa quando la famiglia di Na Young decide di trasferirsi in Canada. Un nuovo mondo, una nuova lingua, un nuovo nome, una nuova vita. Molti anni dopo, Na Young, ora Nora (Greta Lee), e Hae Sung (Teo Yoo) si ritrovano grazie ai social network. Nora è una scrittrice a New York; Hae Sung è uno studente di ingegneria a Seoul. 

Il loro incontro virtuale è la scintilla che riaccende i sentimenti sepolti, ma anche una fonte di frustrazione per la distanza che li divide. Mentre Nora cerca di realizzare il suo sogno di diventare una drammaturga, Hae Sung si dedica ai suoi studi e alla sua carriera. Alla fine, si rendono conto che le loro vite sono troppo diverse e decidono di non sentirsi più. Hae Sung, dopo un lungo silenzio, decide di andare a New York e di vedere Nora, che nel frattempo si è sposata con Arthur (John Magaro). Finalmente, i due ex amici si ritrovano faccia a faccia dopo decenni; passano una giornata insieme in cui Nora si sente divisa tra due uomini che simboleggiano la sua vita passata e la sua vita presente.

Past Lives, opera prima di Celine Song, esplora le dinamiche interiori di chi ha lasciato una parte di sé in un altro paese, in un’altra vita, in un altro amore. Cosa succede quando il passato ritorna a bussare alla porta, sotto forma di un ricordo vivido e persistente? Come si fa a confrontarsi con una versione di sé stessi che forse non esiste più, ma che qualcuno ancora ricorda e desidera? Chi si è veramente, quando si è vissuto in più mondi, in più epoche, in più storie? 

Il film di esordio di Celine Song è un’opera profondamente autobiografica. Celine Song parte dalla sua esperienza personale, di coreana emigrata in Canada, per parlare di identità, di permanenza e di scelte, di quanto l’arbitrarietà pesi molto di più sulla predestinazione, e che non esiste accidentalità che non possa essere ribaltata da quella postura quotidiana che ti induce a essere non solo chi vuoi diventare ma chi scegli di amare. Quel che Celing Song distilla è un racconto sul quotidiano, sulla leggerezza e sul peso specifico che i luoghi, le persone e le traiettorie dell’esistenza riescono a incarnare e a far intravedere tutto ciò che non si è scelto, tutto ciò che non si è fatto, tutte le strade mai percorse. 

Nora e Hae Sung si interrogano sulla natura della loro relazione, che sembra sfuggire alle categorie convenzionali. Forse sono anime gemelle, legate da un destino karmico che i coreani chiamano “In-yun”. Forse sono due amici ritrovati o forse, ormai, sono solo due estranei. Forse sono entrambe le cose, e devono fare i conti con le scelte che hanno fatto, con i rimpianti che li tormentano, con la nostalgia che li avvolge. Nora è attratta da Hae Sung, allo stesso tempo ama suo marito, che è un uomo intelligente e ironico, che le somiglia per molti aspetti, ma che non la comprende fino in fondo. Nora decide di raccontargli tutto e di coinvolgerlo nella sua crisi. I tre si trovano così coinvolti in un triangolo amoroso non asfittico e astioso ma delicato e complice, in cui ognuno deve e può fare i conti con le proprie emozioni, le proprie aspettative, le proprie rinunce. 

Song plasma una storia d’amore che somiglia a un viaggio nel tempo e nello spazio, un racconto sensibile e tenue che in verità trattiene emozioni sincere intessute nei tre livelli temporali che intrecciano la storia: l’infanzia di Hae Sung in Corea negli anni Novanta, il riavvicinamento tra i due protagonisti attraverso le nuove tecnologie e il viaggio improvviso di Hae Sung a New York, che sconvolge l’equilibrio e la stabilità di Nora. 

Tre livelli temporali che si riflettono nello stile narrativo e che ci mostrano i momenti cruciali di una vita che sembra andare a ritroso. Celine Song non lascia spazio allo schermo a qualcosa che non sia la verità, alla sua percezione prismatica delle relazioni e dei sentimenti, che non hanno limiti temporali o spaziali, al punto che la protagonista deve fare necessariamente i conti con se stessa, con quello che prova e con quello che è diventata nel mentre. Il film di Song è un film di grande sensibilità e intelligenza, che sa creare una trama avvincente e coinvolgente, senza cadere nel melodramma o nel cliché. Song riesce a farci entrare nelle vite dei suoi personaggi, a farci vedere le loro possibilità e i loro limiti, a farci sognare altre vite possibili.

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