Non ancora buio: una mostra per scoprire i volti femminili di Domenico Grenci

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Grazie alla selezione di opere l’esposizione incanta lo spettatore mettendolo di fronte a soggetti che trasudano umanità. 

Non ancora buio (Come labili nebbie vespertine quando caduto è il sole) è il titolo della mostra personale di Domenico Grenci che si sta svolgendo presso la Nuova Galleria MORONE a Milano.

Curata dal critico d’arte Alberto Mattia Martini e visitabile fino al 12 marzo 2022, si tratta della seconda mostra che la galleria guidata da Diego Viapiana dedica all’artista.

Courtesy Nuova galleria Morone e Domenico Grenci

Domenico Grenci – nato ad Ardore RC nel 1981 ma ormai residente a Bologna – è un pittore che da anni concentra la sua ricerca artistica sui volti femminili, studiandoli quasi ossessivamente ripercorre l’immagine della donna nel tempo, da sempre vittima del potere maschile.

Per contrastare i canoni di bellezza effimera che oggi vengono continuamente proposti, oppone visi in posa e immobili ma con occhi pieni di paure, che ne evidenziano fragilità e incertezze.

Caratteristica peculiare di Grenci è l’uso del bitume, scelto per creare un alone di mistero:

Partendo da uno stato molto consistente e denso, usando diluenti aggressivi, si arriva a delle sottili velature. È un elemento che abita la parte più nascosta della terra, un materiale che ha usi risalenti alla preistoria e che ha sempre avuto a che fare con l’uomo fino alla nostra contemporaneità”.

Courtesy Nuova galleria Morone e Domenico Grenci

Il bitume viene accostato a materiali tradizionali come il carboncino e la sanguigna: il primo è impiegato per delineare i soggetti mentre la seconda per simulare l’effetto della carne.

I volti ritratti possiedono fisionomie proprie, ma non sono riconoscibili perché vengono trasfigurati e reinterpretati dal pittore. Si tratta di immagini inquiete ed enigmatiche, frammentate e sbiadite, alle quali vengono affiancati elementi naturali come fiori e piante. Queste presenze “innescano un dialogo profondo con la sua più consolidata ricerca sul volto. Un percorso nato circa due anni fa che ha proiettato Grenci verso l’urgenza di un dialogo intimistico, che ne sondasse il senso di incompiutezza della condizione esistenziale in relazione all’origine di tutte le cose: la natura in rapporto all’umano”.

Courtesy Nuova galleria Morone e Domenico Grenci

Lo scorrere del tempo è infine reso attraverso muffe e ruggini che danno l’impressione di trovarsi di fronte a foto antiche scattate con le prime macchine fotografiche.

Oltre alle opere su tela, di piccole e grandi dimensioni, sono esposti anche i cosiddetti “fiori viventi” creati per mezzo di diapositive floristiche e un sistema di lenti che permette la proiezione sul muro di un oggetto terzo.

Una mostra in pieno centro a Milano all’interno di una galleria d’arte contemporanea attenta ai diversi linguaggi espressivi e che, grazie alla selezione di opere, non lascia lo spettatore indifferente di fronte a soggetti che trasudano umanità e invitano all’introspezione psicologica.

Cover Photo Credits: Courtesy Nuova galleria Morone e Domenico Grenci

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