L’ironia del classico unito al contemporaneo di Lino Lago

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L’ironia del classico unito al contemporaneo di Lino Lago

Dal dipinto fa capolino una donna elegante. Spiccano le labbra rosse, gli orecchini di perle e lo sguardo seducente. Ipnotico e sibillino alla Monna Lisa. Della sua bellezza se ne intravede solo uno spiraglio, il resto è celato da una coperta di colore. A volte azzurra, altre rosa antico, blu o nera. Altre ancora rosso intensa. L’idea di nasconderla là sotto è di Lino Lago, artista spagnolo nato in Galizia nel 1973 e da dieci anni residente in Lituania. E lo fa fatto per realizzare la sua ultima serie di lavori “Fake Abstract” dove ha unito (o contrapposto, a voi la scelta) arte classica e contemporanea. Le ha mescolate aggiungendo un pizzico di ironia. Il risultato sono una ventina di dipinti olio su tela vivaci e provocatori che ribaltano tutto quello che siamo abituati a trovare di fronte a un ritratto: in “Fake Abstract” è la tavola di colore tinta unita a svelare pian piano un angolino di figura, mentre tutto il resto rimane coperto, creando un’aura di mistero e curiosità che avvolge chi osserva. Capitandoci di fronte, in effetti, non si può fare a meno di rimanerne catturati, aspettando che da un momento all’altro la donna ritratta sveli qualche altro dettaglio di sé.

Lino Lago, Fake Abstract via www.linolago.com

 

Ma il pittore figurativo non si è fermato qui. Anche la fessura che spacca la tavola tinta unita non è lasciata al caso. C’è chi potrebbe paragonarla al “grattare via” qualcosa dalla superficie di una tavola. Ma assomiglia a un tratto più perfezionato, quasi alla scia ben definita della gomma su un foglio colorato che disegna forme disparate: dalla spirale, all’onda, al tratto retto, ovale o semplice linea curva senza sbavature. Più caos, invece, lo si trova nei lavori precedenti, come nella serie “Vernice su vernice”, dove Lago interviene sullo sfondo di quadri quasi sacri (di artisti come Leonardo Da Vinci, Velázquez o Bronzino) con macchie di colori primari, elementi geometrici, pennellate quasi vandaliche o addirittura testi. Prima dipinge la perfezione, poi la mescola all’imperfezione, creando così opere attuali che si rifanno al passato. “Cane su Guido Reni” è una di queste, oppure “Flower” e “(Ingres)” della serie “Dipinti commentati”. In “Reality” compare addirittura Paperino insieme a sculture di età classica.

Lino Lago, Fake Abstract via www.linolago.com

Nei suoi dipinti iperrealistici che ritraggono la “Ragazza con l’orecchino di perla” o scenari quasi vicini alla fotografia, l’artista riesce ad invertire gli standard creando un significato nuovo, liberandoli in nuove interpretazioni. Non per niente Lago si è sempre contraddistinto per il suo spirito irrequieto interessato prima di tutto a paesaggi urbani, interni, nature morti e ritratti. “Ogni cosa può essere punto di partenza per far incontrare la lunghissima tradizione della pittura europea antica e moderna con la passione per l’improvvisazione e l’irriverenza del graffito” come riassume l’artista stesso. Lago finora ha esposto in Italia solo una volta negli spazi di Leo Galleries a Monza nel 2012.

Lino Lago, Fake Abstract via www.linolago.com

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