La “Tosca” chiude la stagione al Regio di Parma

La stagione lirica del Regio di Parma si chiude con un grande classico. In scena passioni, gelosie e tradimenti in una colossale opera di teatro nel teatro diretta da Daniel Oren. 

“Tosca”* è considerata il capolavoro di Giacomo Puccini* ed è nota per la grande passionalità, spesso tagliente, della musica intervallata da alcune delle più belle arie mai composte da Puccini.


Siamo a Roma nel 1800 e Mario Cavaradossi, pittore, si sta occupando di una tela che raffigura la Maria Maddalena nella famosa chiesa di Santa Maria della Valle, quando vi irrompe il bonapartista Angelotti, che è appena fuggito dalla prigione di Castel Sant’Angelo. Cavaradossi lo conosce e ne condivide le idee politiche, quindi decide di assisterlo nella fuga; lo fa travestire da donna e intende condurlo nella sua casa di campagna, ma viene interrotto dall’arrivo della sua amante.

Floria Tosca è un’attrice molto amata, una donna bellissima e passionale, soprattutto molto gelosa. Ed è per l’appunto per fare una scenata di gelosia che è giunta da Cavaradossi, che con fatica riesce a rassicurarla e le dà appuntamento per quella sera stessa. Mario è dunque libero di condurre al sicuro Angelotti poco prima dell’arrivo delle guardie papali, comandate dal perfido barone Scarpia, che sospetta che Cavaradossi lo abbia aiutato nella fuga.

Tosca entra nuovamente in chiesa per avvertire il suo amante che quella ser non potrà incontrarsi con lui e Scarpia, che è segretamente innamorato di Tosca, formula un piano per ritrovare Angelotti e nello stesso tempo fare uscire il pittore di scena. Convince Tosca che Cavaradossi se ne sia andato alla chetichella con un’altra donna e lei, in preda a un altro eccesso di gelosia, esce in fretta e furia dalla chiesa, diretta alla casa di campagna del suo uomo e soprattutto ignara che due uomini di Scarpia la stanno seguendo. 

Angelotti e Cavaradossi vengono sorpresi insieme. Il primo riesce a fuggire, ma purtroppo il secondo viene arrestato e torturato. Tosca si appella a Scarpia per liberare il suo amante e il barone acconsente, a patto che lei gli si conceda. 

Il piano è semplice: non si può sottrarre Cavaradossi alla fucilazione, ma Scarpia farà in modo che i fucili siano caricati a salve. Il pittore dovrà solo fingersi morto e poi potrà lasciare la città.

Tosca acconsente, ma all’ultimo momento ha un moto di repulsione e pugnala Scarpia al cuore. Per salvare comunque il suo amato, lascia la stanza del defunto e porta la lettera alla prigione, spiegando il piano a Cavaradossi… Ma Scarpia aveva giocato sporco. Dopo l’esecuzione Tosca si accorge che i fucili erano caricati con proiettili veri e viene braccata dalle guardie, che hanno scoperto la morte del loro capo. Così, sale sulla torre del castello e si butta nel vuoto. 

Lo spettacolo del Teatro regio di Parma è una riedizione di quello del 2018 con la regia di Joseph Franconi Lee. Il dramma si svolge su una scena in penombra, dove spiccano figure di statue rinascimentali e ornamenti papali che donano plasticità e profondità alla scena con un occhio anche al budget, che di questi tempi – come per altro era nel 2018 – è una questione delicata. Anche luci e costumi sono volti ad esaltare i volumi, pur rimanendo sui toni neutri a eccezione delle vesti di Tosca, che da vera prima donna sfoggia abiti elaborati e dai colori vividi. 

L’insieme è molto d’effetto ed è esaltata da una performance quasi perfetta di orchestra, diretta dal Maestro Daniel Oren, coro e interpreti in scena.

Maria José Siri (Tosca) e Fabio Sartori (Cavaradossi)  sostituiscono i titolari del ruoli, Anastasia Bartoli e Brian Jagde, colpiti da un’indisposizione. Se la Siri è ben centrata nel ruolo assegnatole e calca il palco con sicurezza, si deve dire che la presenza scenica di Sartori rende poco, nonostante il cantato pulito e armonico. Meraviglioso lo Scarpia del parmense Luca Salsi, forse poco mobile, ma di grande carisma e perfidia.

Tra un colpo di scena e l’altro, meno di tre ore di spettacolo volano leggere e chiudono una stagione decisamente soddisfacente per il Teatro Regio di Parma, che costituirà di certo una solida base per la prossima, magari con un pizzico di innovazione in più. 

Note

“Tosca”: Opera lirica in tre atti che ha debuttato a Roma nel 1900. Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.

Giacomo Puccini: Lucca, 1858 – Bruxelles 1924. Uno dei maggiori e significativi operisti di tutti i tempi, il più famoso in Italia insieme a Giuseppe Verdi. Le sue opere più famose sono “La boheme”, “Tosca”, “Madama Butterfly” e “Turandot”, che il compositore non riuscì a completare del tutto prima della sua morte per un tumore alla gola. 

Fonti e crediti fotografici

Teatro Regio di Parma

TOSCA

di Giacomo Puccini

Teatro Regio di Parma 17 – 25 maggio 2024

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