La nascita della moda italiana, a Milano la mostra “Fifties in Fashion” celebra il Made in Italy

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Formidabili quegli anni. No, non stiamo parlando degli anni Settanta (resi “formidabili” dal leader del ’68 Marco Capanna), ma dei magnifici Fifties: gli anni Cinquanta, infatti, sono quelli in cui si mettono le basi del Boom economico italiano. Nel giro di pochi anni nel nostro paese si verificò un aumento significativo del reddito medio e una rapida crescita del Prodotto Interno Lordo, con l’avvio di una massiccia industrializzazione urbana e il conseguente esodo dalle aree rurali verso i centri urbani, soprattutto dal sud al nord, dove si concentravano le opportunità di lavoro nelle fabbriche. L’avvento di elettrodomestici come lavatrici, frigoriferi e ferri da stiro nelle case italiane, insieme all’avvio dei programmi televisivi della Rai nel 1954, contribuirono a trasformare radicalmente lo stile di vita degli italiani. L’espansione delle reti stradali, culminata con la costruzione dell’Autostrada del Sole, la diffusione delle prime utilitarie, come la Fiat 600 e la Fiat Nuova 500, rese più accessibili tramite il pagamento a rate, contribuirono alla rapida crescita del parco auto italiano, che passò da un milione a nove milioni di veicoli tra il 1955 e il 1968. In questo panorama, un nuovo attore fa il suo ingresso nella cultura e nell’estetica italiane: la moda.

È infatti proprio la moda a rappresentare, in quegli anni, uno dei settori che nei decenni a venire sarà il maggiore, o uno dei maggiori, motori non solo dal punto di vista economico ma anche culturale, estetico e identitario, del nascente “Made in Italy”. È in quel periodo storico che la moda italiana emerge con forza, portando innovazioni e uno stile unico e inconfondibile, che la distingue dall’ormai consolidata scena parigina. Figure come Emilio Schubert, Fernanda Gattinoni e Alberto Fabiani salgono agli onori delle cronache, rivoluzionando tessuti, stile e forme, e contribuendo alla nascita della moda italiana.

Questo decennio segna un momento cruciale per l’Italia, grazie anche al Piano Marshall, che porta una nuova linfa economica al Paese. La figura di Giovanni Battista Giorgini è fondamentale: con la sua esposizione di Alta Moda a Firenze nel 1951, attira l’attenzione degli acquirenti americani e lancia l’Italia sulla scena internazionale della moda. Parallelamente, a Cinecittà si crea un ambiente che Pierpaolo Piccioli definisce la “fabbrica italiana dei sogni“, dove la moda diventa parte integrante dell’iconografia cinematografica dell’epoca. La mostra “Fifties in Fashion”, prodotta in collaborazione con Afro Fashion Association, aperta fino al 29 febbraio 2024 alla Accademia del Lusso – Scuola di Alta Formazione nell’area fashion & luxury, nella sua sede di via Montenapoleone 5 a Milano, ripercorre, attraverso una ricercata selezione di abiti originali, proprio questo periodo irripetibile che dagli anni Cinquanta ha rivoluzionato lo stile della moda italiana creando la cultura del Made in Italy, esponendo capolavori delle Maison Gattinoni, Schubert, Fabiani e molti altri stilisti, che hanno contribuito a definire lo stile e l’eleganza della moda italiana. 

Curata da Stefano Dominella, Presidente onorario della Maison Gattinoni Couture (che è anche collezionista: a lui appartengono la maggior parte degli abitri in mostra), l’esposizione si dipana non solo tra le creazioni che hanno reso celebre e ricercatissima la moda italiana nel mondo (come l’abito verde in taffetà del 1953 di Alberto Fabiani, indossato da Marella Agnelli, o i due splendidi esemplari ideati da Fernanda Gattinoni, o ancora un abito del 1958 firmato da Emilio Schubert, decorato con boccioli di rosa), ma anche abiti ormai entrati nel mito grazie al grande schermo, indossati da icone del cinema come Anna Magnani, Audrey Hepburn e Lana Turner.

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