Il rapporto tra uomo e natura indagato dallo scultore Aron Demetz, attraverso una ricerca che coniuga l’antica tradizione locale con la sperimentazione contemporanea.
Le opere di Demetz sono realizzate per mezzo di un’antica tecnica di lavorazione del legno locale, risalente al XVII secolo, che egli ha appreso durante gli anni della sua formazione. Il risultato? Opere di forte impatto emotivo, con le quali l’artista vuole trasmettere il sentimento di inquietudine che deriva dal difficile rapporto tra uomo e natura. Aron Demetzè uno scultore e intagliatore del legno, nato in Val Gardena (Alto Adige) nel 1972.
Aron Demetz Burning Courtesy of the artist
IL RAPPORTO UOMO NATURA
Attraverso le sue sculture dai corpi ammalianti, Aron Demetz rappresenta l’incontro violento tra uomo e natura, indagando e sfidando i limiti della materia, che viene magistralmente lavorata, intagliata e sfilacciata. Ponendosi tra tradizione e contemporaneo, le sculture di Demetz sfidano la scena artistica attuale, incanalando l’attenzione sull’aspetto figurativo e proponendosi come stimolo continuo per nuove sperimentazioni su materiali differenti. Vetro, marmo, tronchi di cedro, acero e noce sono solo alcuni dei materiali dei quali più si avvale Demetz. Inoltre, l’osservatore si ritrova pienamente catturato dalle sue opere, non soltanto visivamente ma anche psicologicamente, percependo al contempo l’unione con la natura e l’alienazione dalla stessa.
Aron Demetz Burning Courtesy of the artist
LA GERMINAZIONE COME CAUSA DELLE SUE OPERE
Il concetto che sta alla base dello sviluppo del suo lavoro è la germinazionedella materia. Come afferma lo stesso Demetz in un’intervista rilasciata a Collezione da Tiffany:
“Il mio lavoro nasce dall’idea di germinazione, dal termine tedesco “Keimzeit”, che letteralmente significa “tempo della germinazione”, e si riferisce al proliferare della materia in maniera del tutto autonoma e inaspettata. L’idea dell’imprevedibilità della natura mi entusiasma molto. Il legno è una materia perennemente viva, ha la capacità di evolversi, mutare e rinnovarsi in assoluta indipendenza, ed ancor di più fuori dal mio controllo e da ogni mia volontà. Questo fa si che il mio lavoro rifletta costantemente sul concetto di equilibrio tra uomo e ambiente.”
Aron Demetz Resin Courtesy of the artist
ALCUNE MOSTRE PRECEDENTI
Tra le mostre presenti in curriculum possiamo ricordare senz’altro I am (Hans Arp Museum, 2014-2015). Con le sue sculture a grandezza naturale, Demetz ha posto l’accento sull’esaltazione della figura umana e sulla sua vulnerabilità. Ricordiamo poi Autarchia, presso il MANN di Napoli, a cura di Alessandro Romanini. In netto contrasto con le opere classiche presenti nel museo, le sculture di Demetz hanno interagito con esse, creando un perfetto equilibrio tra sacro e profano, vecchio e nuovo, che ha coinvolto lo spettatore in un’attenta riflessione sulla trasformazione della materia nel tempo e nello spazio.
SAVE THE DATE
Se il distintivo stile delle opere di Aron Demetz ha catturato la vostra attenzione e stimolato in voi curiosità, in questi giorni a Forte dei Marmi, presso l’Hotel Byron, potrete visitare la sua ultima esposizione, in collaborazione con la Galleria Doris Ghetta, dal titolo Wherever I lay my art thats my home. La mostra, a cura di Alessandro Romanini, è stata inaugurata il giorno 1 agosto e sarà possibile visitarla fino al 30 Settembre 2019. Se volete scoprire il sorprendente stile anticonvenzionale di Aron Demetz, non potete assolutamente perderla!
Dopo quasi quindici anni dalla creazione del sito Didatticarte.it, Emanuela Pulvirenti continua ad essere attivissima nell’ambito della didattica della storia dell’arte, dedicandosi infaticabilmente alla divulgazione di contenuti specialistici attraverso i diversi canali social.
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Dall’11 ottobre fino al 26 marzo 2026, la Collezione Peggy Guggenheim ospita Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana, una mostra che riunisce circa settanta opere scultoree e racconta, con taglio cronologico e tematico, un artista che dialoga con la terra e il fuoco.
Nelle sale della Galerie La La Lande di Parigi, a pochi passi dal Centre Pompidou, i tappeti di Matteo Mandelli (YOU) non si adagiano sul pavimento: si sollevano, diventano superfici sospese, mappe concettuali, diagrammi di un pensiero che intreccia tradizione e tecnologia.
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