Kim Noble, l’artista dalle 13 personalità multiple tutte amanti dell’arte

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Courtesy Kim Noble.

Kim Noble è una pittrice con disturbo di personalità multipla che usa l’arte per capire le sue identità.

“Uno, nessuno, Tredici”: questo sarebbe il titolo perfetto del libro che racconta la vita di Kim Noble, l’artista che utilizza la pittura come strumento per comprendere e affrontare il disturbo dissociativo dell’identità (DID) con cui convive dopo ripetuti traumi vissuti durante la sua infanzia.

Dopo aver subito molteplici abusi quando era bambina, la mente di Kim si è scissa per far fronte al dolore, dissociandosi in 13 personalità distinte, ognuna con una sua caratteristica peculiare. In media Kim cambia personalità 5 volte al giorno!

“Sono cresciuta accettando molte cose che mi sembravano normali al tempo. Come trovarmi in classi in cui non mi ricordavo di essermi recata, o parlare con persone che non riconoscevo o impiegata in lavori per i quali non avevo fatto domanda”

La storia di Kim è speciale perché ognuna delle sue personalità ha un’inclinazione artistica che si manifesta nella pittura.

L’artista, all’età di 46 anni, iniziò ad usare la pittura come terapia per affrontare la malattia su suggerimento della sua terapeuta, esperta di art therapy.

All’inizio dipingevano solo quattro o cinque personalità, poi anche le altre hanno iniziato a dedicarsi all’attività, manifestando stili e ispirazioni diverse: c’è chi dipinge paesaggi, chi stili geometrici e chi dipinge scene traumatiche.

Facciamo qualche esempio!

I dipinti di Anon presentano figure spirituali, fluttuanti e leggere. Sono immagini chiare su sfondo scuro e vengono realizzate con la vernice rovesciata direttamente sulla tavola.

Judy è una personalità teenager che si vede in sovrappeso ed è sempre a dieta: i suoi dipinti raffigurano soggetti tristi e sono incentrati sul tema del dualismo.

Key realizza opere su sfondo nero e con tratti principalmente dorati che rimandano al simbolismo della Cabala ebraica, gli insegnamenti esoterici dell’ebraismo rabbinico.

Missy usa esclusivamente i colori bianco, nero e rosso e li schizza sulla tela creando delle forme simmetriche e lineari.

Le opere di Ria sono molto singolari: hanno colori accesi e rappresentano per lo più violenze e abusi sessuali subiti da donne e bambini. Probabilmente questa personalità conserva e traduce in arte i ricordi del trauma che la mente di Kim ha cercato di cancellare e che sono ignoti a tutte le altre personalità.

Lo stile di Suzy è caratterizzato da forme geometriche e tonalità arancioni, marroni, gialle: il soggetto delle sue tele è stato per molto tempo una mamma, dalle sembianze di Kim, con un neonato tra le braccia, che potrebbe rimandare alla maternità dell’artista – Kim ha infatti una figlia di nome Aimee.

Oggi Kim Noble è un’artista affermata e alcune delle sue opere si trovano esposte nella galleria londinese Zebra One, che ospita opere di Salvador Dalí e Francis Bacon.

“Mi piace essere considerata un’artista, piuttosto che essere solo una con un disturbo mentale. Non voglio che questo disturbo definisca chi sono, penso che nessuno con un disturbo mentale lo voglia.”

Cover Photo Credits: Kim Noble via VICE

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