Jeff Koons: l’arte dietro alla più grande superstar dell’art system

L’arte kitsch della più popolare delle celebrity dell’art system parla di sessualità, di consumismo, di pubblicità.

Gli artisti contemporanei sono protagonisti di un sistema dell’arte globalizzato entro cui si registrano record di vendita sempre più alti; in questo contesto Jeff Koons esemplifica perfettamente il modello dell’artista superstar conteso tra i collezionisti e noto al grande pubblico. Tra i maggiori esponenti dell’industria culturale del nostro tempo e rappresentante dell’american way of life, Koons riesce, con le sue realizzazioni ammiccanti dalle forme accoglienti e dai colori accesi, ad inserirsi perfettamente tra i gusti degli spettatori e dei critici.

Jeff Koons

Icona dello stile neo pop realizza un’arte che fonde elementi di ready made di matrice duchampiana a quelli pop in una dimensione ludica. L’eclettismo di Jeff Koons si ispira al consumismo della società contemporanea e all’attaccamento agli oggetti di cui si serve l’uomo per soddisfare le proprie esigenze. Il risultato ibrido tra arte e consumismo lo porta ad essere considerato uno dei personaggi di rilievo del gusto globalizzato del XXI secolo. Nel 2008 sulla rivista Flash Art dichiara: “Nel sistema in cui sono cresciuto, il sistema capitalista occidentale, gli oggetti sono premi per la propria fatica e i propri successi. Tutto ciò che sacrifichiamo nella nostra esistenza – mete personali, fantasie – nello sforzo di ottenere tali oggetti, lo sacrifichiamo sull’altare di una determinata situazione lavorativa. Nel momento in cui l’accumulazione di questi oggetti è avvenuta, essi fungono da meccanismi di sostegno per l’individuo: per definire la propria personalità, per realizzare i desideri e riuscire a esprimerli.”

Ballon Dog, Versailles 2008/2009.

Il vocabolario visivo di Jeff Koons è tratto dal mondo della pubblicità e dell’industria; imposta il suo lavoro su temi quali il consumismo, la sessualità, il kitsch e l’infanzia. Queste provenienze che richiamano la sfera del quotidiano rendono a proprio agio i fruitori della sua arte. Mediante i suoi lavori si assiste alla celebrazione dell’oggetto quotidiano, l’oggetto manipolato strappato dal suo contesto originario viene reso degno dell’ammirazione del pubblico attraverso la musealizzazione. Gli oggetti nella loro banalità vengono con Jeff Koons decontestualizzati ed elevati ad opera d’arte. E così l’aspirapolvere nella serie “The New” diventa uno strumento che non adempie più alla sua funzione pratica, ma diventa solo un oggetto da ammirare. Si vuole rimarcare come la sopraffatta dimensione estetica attribuita all’oggetto sia funzionale allo scopo di facilitarne la vendita. L’opera ha sempre un significato fortemente indicativo dell’ambiente sociale che la produce. L’enfatizzazione a cui sono sottoposti gli oggetti, per il fatto di essere esposti, sottolinea la trasfigurazione che quell’ambiente sociale induce su di essi.

Tulipani, Guggenheim Bilbao.

I suoi lavori sembrano incentrati sull’annullamento del divario tra cultura alta e quella popolare, riportano il kitsch nell’arte. L’apparente superficialità delle sue opere, se dapprima provoca un senso di fastidio, in seguito fa insorgere in noi un senso di attrazione; tale ambiguità ci porta a riconsiderare il nostro rapporto con l’arte e la necessità di trovare un nuovo legame con essa. La sua trasposizione formale, caratterizzata da superfici morbide e lucide, coniuga la leggerezza dei palloncini gonfi con la freddezza dell’acciaio come nella serie “Ballon Dog”. Le superfici lucidate sono in realtà la facciata di una degradazione spirituale; le sue opere sono giocattoli perfetti, elogi della banalità e del futile, e iscrivono l’arte ad un ruolo meramente decorativo in un esaltazione edonistica della forma. “Oggetti lucidi e levigati sono stati spesso esibiti dalla chiesa o dalle classi più ricche per mettere in mostra una sicurezza materiale o una condizione di elevazione spirituale. L’acciaio inossidabile è un riflesso simulato, falso, di quella rappresentazione” afferma l’artista statunitense.

Woman in tub, 1988.

L’entrata in crisi dell’estetica postmoderna, porta ad un allontanamento dai presupposti teorici e linguistici che ponevano al centro dell’operare artistico il soggetto creatore ed il suo sentire interiore. Dalla metà degli anni ’80 vengono portate alla ribalta le ricerche che pongono al centro non l’eroismo del soggetto espressivo, bensì la sua dialettica di lotta con le realtà che lo condizionano. Non stupisce dunque che gli artisti adottano ogni tipo di mezzo espressivo. Emerge in arte un interesse rivolto al mondo degli oggetti in quanto fenomeni reali opposti all’universo ideale dei concetti. L’oggetto diventa ambivalente: veicola un intento umanistico in quanto “immortale”, ed un valore anti-umanistico in quanto feticcio. Jeff Koons segna questo momento di passaggio con la radicalità delle sue scelte poetiche, con i suoi primi lavori l’artista ha trasformato la sua ricerca e la sua stessa vita in spettacolo, con una trasfigurazione di sé in merce.

Triple Elvis, 2009.

Approfittando delle seduzioni del kitsch giunge a scegliere dello spettacolo la variante pornografica, come nelle opere che lo vedono effigiato con la ex-moglie Ilona Staller. Sin dai lavori degli anni ’80 mette in luce le strategie commerciali di presentazione degli oggetti, nella sua produzione non c’è alcuna volontà critica al sistema ma una mera presa di coscienza della realtà consumistica. Diversi artisti del nostro tempo non rinunciano ad adottare una poetica dell’immagine mutata dal sistema massmediale, senza evitare che le icone siano seducenti, l’intento è di far emergere dei messaggi apparentemente omologati ma in realtà portatori di istanze diverse. Indipendentemente dalla riconoscibilità dei soggetti, è sul piano del messaggio che gli artisti intervengono. Il legame tra arte e società dei consumi in Jeff Koons è innegabile, attraverso i suoi soggetti, così appetibili poiché presi in prestito dalla cultura popolare, sottolinea come sia stata la stessa superficialità della società ad averlo reso così ricco e celebre. Koons impersona il prototipo dell’artista che si è consacrato al sistema dell’arte, comprendendone e sfruttandone le sue potenzialità, essendo l’arte contemporanea ormai anche un grande business.

 

 

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