Aquiloni di carta di riso e bambù: le suggestive installazioni di Jacob Hashimoto

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Le complesse installazioni di Jacob Hashimoto ci trasportano in mondi incantati, lontani, luoghi di connessione tra tradizione e contemporaneità.

Nato nel 1973 a Greeley in Colorado, ma di base a New York, Jacob Hashimoto è un artista americano di origini giapponesi, oggi conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Con esiti spaziali decisamente teatrali, Jacob Hashimoto utilizza elementi della cultura tradizionale giapponese, tra cui ventagli e aquiloni (vero marchio di fabbrica dell’artista) per dar vita ad imponenti installazioni site specific. Le sue opere diventano un vero ponte tra tradizione nipponica e contemporaneità.

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Courtesy Studio la Città – ph. Michele Alberto Sereni

Le opere di Hashimoto non sono certo di semplice ed immediata comprensione. Le sue installazioni site specific, come anticipato, sono realizzate da elementi della tradizione giapponese come aquiloni e ventagli fatti di carta di riso e bambù. Questi, sospesi in aria e legati tra loro con fili di nylon, danno vita a nuove esperienze spaziali e sensoriali. La disposizione degli oggetti, la luce, i colori, ricreano giardini incantati, lontani, che coinvolgono completamente l’osservatore. Il tema del confine, carissimo all’artista, emerge dai suoi lavori, sempre collocabili sul confine tra dipinto e scultura, tra natura e artificio, tra astrazione e concretezza, tra tradizione e contemporaneità. Perché se gli elementi usati fanno parte da millenni della cultura del suo paese d’origine, l’ispirazione per la composizione delle sue installazioni arriva invece dal mondo moderno dei videogiochi, degli ambienti virtuali, delle realtà digitali. E questo lungo viaggio immaginario passa anche per il mondo dell’arte, con riferimenti che spaziano dall’astrattismo al modernismo, all’Arts and Crafts. 

Courtesy Studio la Città – ph. Michele Alberto Sereni

E ancora… il riferimento alla cosmologia. Le opere di Hashimoto sono sì pensate e costruite nel qui e ora terreni, ma riflettono dinamiche cosmiche legate ai pianeti e alle costellazioni. L’installazione site specific “Never Comes Tomorrow” esposta a Studio la Città di Verona, galleria che rappresenta l’artista in Italia, presenta una struttura a buco nero, in filigrana d’acciaio, che rivela tracce evidenti del movimento Arts and Crafts. In questa installazione, infatti, Jacob Hashimoto unisce la telescopia digitale del XXI secolo e l’artigianato tardo ottocentesco, creando un universo parallelo fatto di macchine volanti e pianeti rossi. “Così facendo Hashimoto evidenzia il suo approccio cauto alla crescente digitalizzazione contemporanea dell’atmosfera, che vede la poetica dello spazio sostituita dalla scienza dello spazio” – spiega Erik Morse.

Courtesy Studio la Città – ph. Michele Alberto Sereni

Quest’anno, dal 8 maggio al 28 luglio, Jacob Hashimoto ha preso parte alla collettiva Recursions and Mutations, organizzata proprio dalla galleria Studio la Città, in concomitanza con la 58a edizione della Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia.

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