Isgrò cancella Brixia: una concettuale riaffermazione della nostra storia

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Emilio Isgrò presenta una mostra disseminata nei luoghi più emblematici di Brescia progettato con la Fondazione Brescia Musei

Un gesto ormai riconoscibile, consolidato, un’operazione facile da attribuire, un atteggiamento concettuale divenuto modus operandi e tratto inconfondibile. 

Emilio Isgrò ritorna sulla scena artistica con una mostra – curata da Marco Bazzini – articolata tra i luoghi più emblematici dell’Antica Brixia e promossa da Fondazione Brescia Musei e dal Comune di Brescia in collaborazione con Archivio Emilio Isgrò.

Isgrò Cancella Brixia – visitabile fino all’8 gennaio 2023 – presenta cinque opere site specific, di cui una rappresentazione teatrale del dramma scritto da Isgrò nel 1983 Didone Adonàis Dòmine, disseminate tra il suggestivo Capitolium, il Chiostro rinascimentale, le sale del Museo di Santa Giulia e la fermata “Stazione FS” della metropolitana.

Un vero e proprio itinerario della memoria, un percorso che trascende il comune significato di spazio-tempo conducendo il visitatore all’interno di un passato che si ripresenta sotto una veste nuova e contemporanea. 

Tempo storico e tempo presente, viaggiando su due rette non più parallele, incrociano così la loro strada conferendo, ai luoghi designati, un valore ulteriore, simbolo di dignità riacquisita. 

Le opere nella mostra Isgrò Cancella Brixia

La cancellatura, segno caratteristico di Isgrò, si evolve, muta e rende mutevoli i protagonisti delle sue opere. Fortemente impattante risulta l’installazione multimediale Le api di Virgilio ideata per l’aula centrale del Capitolium.

Emilio Isgrò, La luce dell’agorà, 2013, acrilico su tela, 118 x 170 cm, Foto Andrea Valentini, Courtesy Archivio Emilio Isgrò

Qui, le epigrafi romane vengono oscurate e successivamente modificate da uno sciame di api che, inaspettatamente, prendono il sopravvento mettendo in atto una vera metamorfosi terminologica, una ridefinizione lessicale che pone l’accento sull’inconsistenza dei caratteri contemporanei in opposizione con quelli inscritti sulla pietra. 

Successiva tappa del viaggio, il Museo di Santa Giulia, luogo che ospita tredici dipinti ed una scultura posizionata nel mezzo.

Le grandi tele, come fossero pagine illustrate di un libro, rappresentano la vita quotidiana di un’antica polis greca con scritte e parti di immagini cancellate di bianco. 

Al centro del percorso, Il discobolo: scultura ideata dall’artista come simbolo ucronico che, nonostante presenti parte del corpo cancellato da una colonia di formiche, rimane facilmente distinguibile grazie alla tipica postura. 

L’armonium nel Chiostro di S.Salvatore e S.Giulia

L’armonium delle allodole impazzite, installazione situata presso il Chiostro del complesso di S. Salvatore e S. Giulia, accoglie lo spettatore con un flebile suono che pervade l’intera area, un’opera ambientata nelle Gallie romane che, metaforicamente, abbraccia il monumentale strumento musicale posizionato sul prato del Chiostro e perimetrato da una tastiera di pianoforte. 

Sotto al loggiato troviamo lo spartito musicale cancellato da cui desumere unicamente il titolo di una delle opere più potenti della tradizione lirica italiana intonata, giocosamente, da una allodola impazzita. 

Ancora una volta Emilio Isgrò conferma la sua visione riguardante il simbolico gesto della cancellatura, censura apparente che ha come scopo ultimo quello di condurre una riflessione sul tempo attuale, sul nostro linguaggio e sulla nostra storia, azione rivolta verso un passato che non vuole essere distrutto bensì riaffermato, un passato che tenta di venir fuori, di riemergere come monito per coloro che, troppo spesso, tendono a dimenticare ciò che ha realmente determinato il nostro presente.

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