In Tunisia, una Biennale punta sull’arte tessile

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Intervista a Aicha Gorgi e Mehdi Houas

La gallerista Aicha Gorgi, figlia di un grande artista della Scuola di Tunisi, è da dieci anni a capo di Talan Expo, il braccio mecenatistico dell’azienda tech internazionale Talan presieduta dall’ex ministro Mehdi Houas. Con la mostra Hirafen, Talan Expo riattiva un connubio tra arte e artigianato già iniziato negli anni ’50 dagli artisti più impegnati della fiorente stagione nazionalista e interrotto con le nuove tecnologie negli anni ’80-’90. Con questo format inedito di mostra con solo commesse tra ricamo, intrecci e arazzi, la Tunisia torna protagonista a pieno titolo del boom dell’arte tessile.

Si è chiusa con successo il 20 Marzo la mostra Hirafen aperta a novembre 2023 nell’ex lanificio di Denden, nella periferia ovest di Tunisi. Quante visite ha fatto questa mostra?

Aicha Gorgi: Da 40 visite al giorno all’inizio della mostra, siamo passati a circa 100 quest’ultimo mese. Un numero che confrontato alle altre mostre in Tunisia e nel mondo è un grande successo.

Come avete scelto la location e in che stato avete trovato il lanificio?

AG : Dalla prima mostra di Talan Expo abbiamo sempre prediletto spazi fuori dagli schemi e non necessariamente destinati all’arte. Per Hirafen cercavamo una location caratterizzata da un’attività tessile che potesse offrire una cornice interessante. Inizialmente siamo entrati in contatto con l’ex fabbrica SogiTex ma abbiamo scoperto che era sottomessa a norme doganali troppo costrittive per una mostra d’arte. L’ex lanificio di Denden con i suoi tre grandi hangar e le sue strutture metalliche gestito dal Centro Tecnico del Tappeto C3T ci è sembrato quindi la scelta migliore. Due degli hangar erano in stato di degrado totale, è stato necessario rifare la rete elettrica, restaurare e ripulire tutto per metterlo a norma. I lavori sono stati tutti finanziati dall’impresa Talan con la supervisione di Memia Taktak che ha curato la scenografia della mostra.

Mehdi Houas: Abbiamo inoltre firmato una convenzione con il ministero: finita la mostra Hirafen, il lanificio verrà restituito ai Tunisini e potrà servire per ulteriori mostre.

Aspirate a competere con le Biennali internazionali, e contate già qualche record. Intanto quello di aver inventato un format espositivo specializzato sull’arte tessile. La Tunisia possiede tutte le carte per fondare una Bauhaus del tessile, e con le commesse di Hirafen avete riattivato tutta la varietà e la ricchezza artigianali regionali.

AG: Non vogliamo competere con nessuno ma siamo ambiziosi e lavoriamo ormai da qualche anno allo sviluppo del settore dell’arte cotemporanea. Il nostro obiettivo è esplorare i know how straordinari ancorati nel nostro territorio in Tunisia attraverso la pratica artistica. Abbiamo perciò pensato che fosse importante depositare il nome di questa mostra, “Hirafen”, un neologismo in arabo, perché fonde l’artigianato con l’arte ed esprime perfettamente la nostra visione.

MH: Talan è un’impresa che offre consulenza tecnologica, presente in quattro continenti dal 2002. Dieci anni dopo, abbiamo fondato Talan Expo per dare l’esempio concentrandoci sul mecenatismo e uscendo dal nostro campo di attività: promuovere l’arte contemporanea esplorando le nostre legacy. Con Hirafen, l’idea era quella di costruire un ponte tra la ricerca culturale e un sistema esistente, tra artisti e artigiani che possono solo arricchirsi lavorando insieme.

Aïcha Gorgi (a destra in basso) con tutti gli artisti della mostra Hirafen all’ex lanificio di Denden, Tunisia.

Quel che resterà di Hirafen è una mappatura più precisa dei know-how artigianali tunisini. I nomi degli artigiani figurano accanto a quelli degli artisti nel catalogo e nella mostra.

AG: Sì, con Hirafen abbiamo dimostrato che gli artigiani sono capaci di andare oltre la ripetitività del loro mestiere e di adattarsi alle esigenze degli artisti oltre che essere propositivi. Sono i nostri maghi che trasformano in oro qualsiasi idea e a cui la Tunisia deve un know-how preziosissimo. Non a caso hanno ottenuto il premio del Ministero del Turismo e dell’Artigianato durante la mostra.

MH: Quando sono diventato Ministro del Commercio, del Turismo e dell’Artigianato dopo la Primavera Araba del 2011, l’artigianato stava scomparendo. La metà degli artigiani era scomparsa, molti di loro erano entrati a lavorare nelle fabbriche. Oggi sono 200 mila, la cifra continua a scendere. Per questa mostra abbiamo chiamato una sessantina di artigiani, stipendiati come gli artisti. Hirafen è stata l’occasione per far rivivere il know-how che era scomparso. L’artista Sonia Qallel ritrova ed espone, ad esempio, uno dei telai provenienti dall’Andalusia nell’VIII secolo, l’ultimo dei quali risalente al XVI secolo fu bruciato negli anni Quaranta.

L’artigianato tunisino equivale allo champagne o al camembert francesi, niente meno che un’eccellenza collegata strettamente alle nostre tradizioni e al nostro patrimonio che Hirafen promuove e ricollega alla produzione artistica. Un lavoro già iniziato con ambizione da tuo padre insieme a Safia Farhat con la loro società Zin ma poi interrotto con il cambio generazionale della Scuola di Tunisi. Come avete organizzato i sopraluoghi nei vari focolai artigianali di Tunisia?

AG : Contrariamente allo champagne, l’artigianato tunisino non beneficia ancora di nessuna protezione o denominazione di origine controllata. I know-how e i prodotti sono minacciati dalla concorrenza e dalla contraffazione. Hirafen è stata anche l’occasione di sottolineare questi problemi e di mostrare uno scorcio  per regioni sull’artigianato tunisino. Abbiamo beneficiato della consulenza e della coordinazione di vari esperti per identificare e reperire i vari atelier nelle varie regioni.

Com’era organizzata la residenza degli artisti e dove sono stati ospitati?

AG : È stata una residenza nomade. Gli artisti sono stati prima invitati a fare un sopraluogo in varie regioni della Tunisia, poi abbiamo discusso dei progetti, definito i circuiti per ogni artista e ad ognuno è stata data la possibilità di iniziare una collaborazione con gli artigiani. È stata una vera scoperta e una rivelazione per molti di loro.

MH : Gli artisti dovevano risiedere sul posto per lavorare a stretto contatto con gli artigiani. Da nord a sud sono state rappresentate tutte le regioni: Zahra, Nabeul, Mahdia, Kerkennah, Kebili, Seliana, Gabès, Kasserine.

Avete puntato su 19 artisti, nessuno specializzato in questi medium tessili, dalla tappezzeria al ricamo, all’intreccio in paglia.

AG : Sì, la sfida e l’interesse di questa mostra era di avvicinare artisti affermati ed emergenti a questo medium anche per la prima volta. Il pubblico ha potuto scoprire opere di artisti internazionali, dalla Tunisia al Marocco, dal Malì al Senegal al Madagascar, dalla Francia all’Italia e ai Paesi Scandinavi. La prima a cui ho pensato è stata l’artista Zeineb Sedira che conoscevo già e che ha riprodotto interamente il suo progetto per il Padiglione Francese alla precedente Biennale di Venezia in un trompe-l’oeil tappezzeria.

La prima edizione di Talan Expo in Tunisia è nel 2014. Dove fate le prime mostre?

AG : Lavoro con la società Talan dal 2014, ho curato tutte le mostre ma grazie all’incontro con gli artisti e gli artigiani il progetto non ha smesso di evolvere strada facendo. La prime mostre le facciamo negli uffici dell’azienda Talan a La Charguia nella capitale tunisina, abbiamo disposto di due piani allora ancora vuoti. Adesso la mostra cambia location ad ogni edizione.

Siete adesso alla quinta edizione della mostra Talan Expo, arrivata dopo un intervallo più lungo dal 2018 per via del Covid.

MH : A cavallo fra il 2017 e il 2018, giunti alla quarta edizione Talan Expo, abbiamo fatto una retrospettiva su Abdelaziz Gorgi di cui abbiamo raccolto 600 opere onorate dalla visita del Presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi in persona oltre agli ambasciatori di tutti i paesi in cui è impiantata l’azienda Talan. Il Palazzo Kheyreddine, un palazzo a carattere patrimoniale situato nel cuore della Medina di Tunisi, è stato, esattamente come il lanificio di Denden, interamente ristrutturato e restituito ai Tunisini. 

L’arte tessile è diventata un campo maggiore dell’arte contemporanea. La scelta di due tappezzerie di Safia Farhat alla Biennale di Venezia nel 2022 ha influenzato questo tua scelta di puntare sull’arte tessile?

AG : Niente affatto. Ci stavamo già lavorando dal 2018. Per me l’artigianato è il mio ambiente, è stata una scelta naturale. Mio padre aveva allestito vari atelier di ceramica, mosaico e tappezzeria nelle cantine della nostra casa all’Avenue Jugurtha a Mutuelleville. Sono cresciuta pranzando con gli artigiani, giocavo a bicicletta negli atelier in cui vedevo mio padre al lavoro, con le mani nell’argilla come loro.

È lì nel bel quartiere che costeggia il grande Parco del Belvedere che tuo padre apriva la sua famosa Galleria Gorgi nel 1973, prima di trasferirsi a Sidi Bou Said nel 1988 dove tuttora gestisci la galleria diventata tua. È stato difficile trasportare il pubblico fuori dalla periferia chic di Tunisi?

AG : Il quartiere Denden è appena dopo il grande Museo del Bardo, facilmente raggiungibile dall’aeroporto di Tunisi, non è affatto lontano, bisogna cambiare prospettiva. Abbiamo anche organizzato navette per facilitare il collegamento anche con varie università e le accademie di Belle Arti.

Avete avuto visite importanti?

AG: Molte personalità internazionali sono venute a vedere la mostra, curatori e direttori di musei, fra cui il direttore della Biennale di Vancouver. È venuto il Ministro del Turismo ma non la Ministra della Cultura tunisina. Lo Stato deve fare il suo  ma è una mostra privata che deve rimanere privata.

MH : Abbiamo fatto venire due volte gli artigiani a vedere la mostra. E abbiamo formato e pagato studenti in loco per fare da guida alla mostra.

Il team dietro Talan Expo include una gallerista, tu Aicha, insieme all’insegnante dell’accademia di Belle Arti di Tunisi Nadia Jelassi e il direttore di Talan Expo Behjet Boussofara, con la sollecitazione di un curatore internazionale diverso ad ogni edizione. La formula di questa mostra biennale resterà invariata per le prossime edizioni?

AG : Sì, ma non posso ancora anticipare nulla sulla prossima mostra di Talan Expo prevista nel 2025.

Manca solo una premiazione con finalisti e varie sezioni per rientrare perfettamente nel format delle biennali.

MH : È un’idea che prenderemo in considerazione per le prossime edizioni, intanto possiamo dire che gli artisti restano proprietari delle loro opere realizzate per Hirafen e agli artigiani sono stati conferiti certificati in più di una ricompensa.

Photo Credits: Nicolas Fauqué

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