L’immaginario poetico nelle fotografie del duo Albarrán Cabrera

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Una fusione di pensieri e immagini raccontata dagli scatti che prendono vita grazie a diverse tecniche e materiali.

Due anime con la stessa visione del mondo: sono i fotografi spagnoli Anna Cabrera e Angel Albarrán, fondatori del progetto Albarrán Cabrera.

E’ dal lontano 1996 che entrambi collaborano per realizzare scatti capaci di dare forma alle loro riflessioni basate sul concetto di memoria ed esperienza.

Le fotografie che creano, influenzate da pensatori e creativi sia occidentali che orientali, mettono in discussione il nostro modo di percepire il tempo, lo spazio e l’identità, stimolando così un nuovo e profondo approccio verso la percezione della vita stessa.

Albarrán Cabrera, The Mouth of Krishna, #724.

Per i due artisti infatti è fondamentale ricordare che “essere consapevoli di ciò che ci circonda non è solo una parte importante della vita: il nostro ambiente e il modo in cui lo interpretiamo è la vita come la conosciamo“.

Una delle domande alla quale cercano di rispondere tramite i loro scatti è come le immagini riescano a innescare ricordi personali in ogni spettatore: “Siamo particolarmente interessati ai ricordi. Il nostro obiettivo è giocare con i ricordi degli spettatori e costruire una rappresentazione all’interno delle loro menti. Le nostre immagini sono le ossa nude di questa costruzione mentale“.

Prima di incontrarsi e dare vita al loro progetto, che attualmente su Instagram conta oltre 24 mila follower, entrambi gli artisti hanno frequentato i laboratori di maestri come Humberto Rivas e Toni Catany senza mai dimenticarsi di alimentare giorno per giorno le proprie conoscenze grazie al mondo della letteratura e della scienza e attraverso svariati viaggi nell’Asia orientale e nell’Europa occidentale.

Oltre all’immaginario poetico unico nel suo genere, un’altra loro peculiarità è la sperimentazione, che il duo Albarrán Cabrera mette in atto tramite i numerosi processi di stampa come platino, palladio, cianotipia e stampa alla gelatina d’argento. E’ loro abitudine anche colorare le proprie fotografie in camera oscura con selenio, seppia, tè e utilizzare particolari tipologie di carta a seconda dello scatto: “questa vasta gamma di processi e materiali ha un unico scopo: darci molti più parametri per giocare con l’immaginazione dello spettatore rispetto a una semplice immagine. La trama, il colore, la finitura, i toni – anche il bordo – di una stampa può fornire allo spettatore informazioni preziose.”​​​​​​​

Albarrán Cabrera, Kairos, #4052.

I loro lavori sono stati esposti in diverse gallerie nel mondo, e alcuni di questi sono entrati a far parte di collezioni private e istituzioni come Hermès, Goetz Collection e The German Bundestag’s Art Collection.

Cover photo credits: Albarrán Cabrera, NYX, #60001.

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