Il Bonalumi scenografo in mostra a Torino

La Galleria Mazzoleni offre una retrospettiva nella sede di Torino ad Agostino Bonalumi, dopo dieci anni dalla sua scomparsa. 

Inaugurata il 1° novembre 2023 e visitabile fino a inizio febbraio, l’esposizione “Agostino Bonalumi: Il Teatro delle Forze” mira a ricostruire alcuni periodi espressivi dimenticati, o meno indagati, di questo artista di fama mondiale. La retrospettiva mette in mostra due esperienze dirette che Bonalumi ha condotto tra la fine degli anni Sessanta e fino agli anni Settanta in veste di scenografo e costumista. Realizza le scenografie e i costumi per il balletto “Partita” sulla coreografia di Susanna Egri e con musica di Goffredo Petrassi, andata in scena al Teatro Romano di Verona nel 1970 e quelli per l’azione coreografica “Rot” di Domenico Guaccero e Amedeo Amodio, andata in scena al Teatro dell’Opera di Roma nel 1973.

Da questa retrospettiva si coglie bene la dimensione del movimento plastico che pregna le sue opere, un denso e immobile oggetto pare prendere vita e muoversi dallo scambio di forze che avviene con la danza e con i ballerini, che interpretano e danno voce alla coreografia, oltre che alla scenografia retrostante. Le sue opere caratterizzate dal movimento e dalla deformazione di tele e pannelli attraverso impalcature di metallo danno un vibrante respiro all’ambiente circostante, dalla scelta dei colori, rosso fiammante, bianco acceso, nero e blu, alla deformazione ottica subita dall’impatto con le diverse fonti di luce.

AGOSTINO BONALUMI. Il Teatro delle Forze. Credits Alto Piano Studio. Photo Agostino Osio. Courtesy Mazzoleni, London – Torino

È ammaliante vedere la fusione dei corpi in movimento con le scenografie caratterizzate da un’estetica semplice, ma di grande impatto visivo e teatrale. Il ballerino fluttua e slancia le braccia nella danza del “balletto”, così come le tele o i pannelli innalzano le loro deformazioni, che paiono i loro movimenti, anche se di oggetti plastici.

Questo controsenso è reso possibile dal linguaggio artistico scelto da Bonalumi, che ammette questo tipo di incompatibilità. 

Il movimento della danza riprende ed è ripreso dal movimento delle tele, come se dentro queste ci fossero i ballerini. 

Così si vede nelle fotografie messe in mostra grazie alla gentile concessione degli archivi della Fondazione Cini di Venezia e ai prestiti dell’Archivio Storico del Teatro dell’Opera di Roma e quello della Fondazione Egri per la Danza di Torino e dell’archivio Bonalumi di Milano, che riportano e documentano la messa in scena di questo evento dato dalla commistione tra i differenti linguaggi dell’arte: il disegno, la musica, il teatro e la danza. Un altro aspetto sorprendente è l’attenta cura per i dettagli. Gli abiti che vengono realizzati per le scenografie sono pensati per unirsi con i colori dei fondali, o per risaltare da questi. 

AGOSTINO BONALUMI. Il Teatro delle Forze. Crediti Alto Piano Studio. Fotografia Agostino Osio. Courtesy Mazzoleni, London – Torino

Non a caso, un drappo di tessuto rosso fuoco è abbinato al bozzetto per l’abito del ballerino di “Rot” che viene pensato, appunto, in abbinamento e contrasto al fondale scenico. Come si osserva nelle partiture presenti in mostra, grazie ai materiali d’archivio, i cambi di colore sono abbinati ai cambi di scena: gli abiti e i colori si alternano sulle note musicali. Rosso, Bianco, Blu. Oltre a queste sono in mostra anche i bozzetti degli abiti che presentano le annotazioni personali di Bonalumi sui dettagli e sulle sue riflessioni.

Il risultato finale dell’incontro in scena tra fondo e abiti è quello di un movimento generale. Come se a danzare non fossero i corpi o la materia, ma il puro movimento generato da quella forza che deforma la tela e che innerva la danza. Inutile dire che la cornice stessa della Galleria Mazzoleni riconsegna una forte dimensione teatrale e plastica volendo mettere in dialogo le sue stanze, quelle dello storico Palazzo Panizza, con le opere di Agostino Bonalumi.

Agostino Bonalumi, Bozzetto del paesaggio dalla scena II alla scena III del balletto Rot, 1973, Mixed media, 50×70 cm. Courtesy Collezione Rosa Vittorio, Mazzoleni, London – Torino

La curatela di Scotini rende evidente il rimando ai giochi di luce e ombra e alla tridimensionalità delle opere di Bonalumi. Grazie all’utilizzo di una tinta unita nelle diverse sale, che riprende il colore delle singole opere, le pareti mettono in risalto le opere come farebbe la scenografia teatrale con i suoi ballerini. Una fusione e un dialogo che si instaura tra l’esperienza artistica della scenografia di Bonalumi e l’esperienza che il curatore fa vivere al visitatore. 

Artista e visionario dall’abilità di far dialogare, con estrema linearità, le arti tra di loro. Questi sono i rimandi che questa esposizione ci fornisce e che sarà visitabile fino al 3 febbraio negli spazi della Galleria Mazzoleni in Piazza Solferino 2 a Torino.

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