Hybrida. La fotografia di Matteo Basilè

La fotografia di Matteo Basilè alla Galleria MarcoRossi artecontemporanea di Milano fino al 31 Maggio 2023.

Hybrida. La fotografia di Matteo Basilè
Matteo Basilé, Caduta fuori dal tempo IV, 2021, Stampa con pigmenti neri su carta Hahnemuhle, 90 x 60 cm

LA MOSTRA

Hybrida è la mostra personale di Matteo Basilè, allestita alla Galleria MARCOROSSI artecontemporanea di Milano, Torino e Verona. Il titolo, che raccoglie i suoi ultimi lavori fotografici realizzati durante e dopo la pandemia, racchiude l’aspetto artigianale e digitale delle opere, che da sempre è alla base della ricerca dell’artista romano.

Ibrida è l’unione tra elementi diversi, fusi tra loro: la salute e la malattia, l’umano e il non umano, la giovinezza e la maturità, la natura e l’artificio, il sacro e il profano, l’Occidente e l’Oriente, la tradizione e la modernità.

Hybrida. La fotografia di Matteo Basilè
Matteo Basilè, Artemisia Series, 2022, Pigment print on Hahnemühle paper, exposition Galleria MarcoRossi artecontemporanea, Milano

FOTOGRAFIA COME DIPINTI

Le opere esposte, concepite come interventi pittorici e manipolate con macchie di colore, sono quadri rinascimentali contemporanei. La bellezza non è più solo incarnata da visi angelici e corpi femminili, ma supera il concetto classico, nonché il realismo caravaggesco, per approdare a tematiche etiche e relazionali.

Forti i rimandi alla storia dell’arte, ad esempio quella preraffaellita, nella serie “Artemisia” presentata in mostra, dove vengono raccontate l’innocenza e l’ambiguità di una Lolita contemporanea.

Come in una scena teatrale o in un set cinematografico, le figure si stagliano scultoree e plastiche sullo sfondo, mostrando costumi e processi che riguardano il genere umano, in un momento di forte disumanità, quello legato propriamente alla pandemia, e faticosamente pronto oggi a divenire qualcos’altro.

INNO ALLA FEMMINILITÁ

Quasi tutti gli abiti delle foto appartengono alla sartoria teatrale romana Farani, dove sono custoditi vestiti di scena di film degli anni Sessanta di registi come Pasolini e Visconti.

L’ inno dell’artista è alla femminilità, nella nostra cultura spesso accostata alla maternità.

Nell’opera “Pietrasanta”, la donna è musa e madre. Ha nel grembo la cava di Carrara, simbolo della scultura grandiosa, omaggio alla storia dell’arte. Il pizzo delicato si contrappone alla durezza del marmo, ma ne resta il candore, immortalato in un’ opera estremamente poetica.

Hybrida. La fotografia di Matteo Basilè
Matteo Basilè, FLORA MAGNIFICA II, 2018, Fine art print on, Hahnemühle Paper + insert, exposition, Galleria MarcoRossi artecontemporanea, Milano

L’ARTISTA

Matteo Basilè è stato uno dei primi artisti a proporre ritratti digitali dove l’estetica, racchiusa in scatti raffinati ed eleganti, si sposa con l’etica, in una narrazione che esplora il genere umano in ogni sua sfaccettatura, dagli aspetti marginali, con un occhio al cinema, alla sublimazione nell’atto creativo.

Ciò avviene valorizzando le imperfezioni, rendendo surreale il cuore dell’umanità, fatto di personaggi che sembrano apparire da un altrove, ma che parlano ad ognuno di noi.

Per questi motivi Basilè è un moderno esploratore della natura umana, nonché grande viaggiatore.

Figlio d’arte, proveniente dalla famiglia Cascella, inizia negli anni Novanta la sua carriera artistica come graffitista, per poi approdare al mezzo digitale, in una Roma considerata la prima scuola di arte digitale a inizio anni Novanta, per poi orientare la sua ricerca sulla fotografia, intrisa di pittura. Nonostante il mezzo di comunicazione digitale le sue scelte sono infatti iconografiche.

Il suo grande lavoro sull’immagine e sulla relazione con i soggetti fotografati, tra mostruosità e bellezza, minoranze, diversità, architetture di paesaggi, lo ha portato a collaborare anche con la moda e la pubblicità.

Spesso nelle sue foto sono inseriti elementi tridimensionali, come finestre che aprono spiragli su  altri mondi e storie, con un carattere di sacralità intimistica. Il viaggio nel mondo onirico di Matteo Basilè inizia e finisce con la luce, che porta profondità e dona incarnati pittorici ai soggetti, in un iperrealismo, in cui tutto è visibile e possibile.

Immagine di copertina: Matteo Basilé, Parole di pietra (DETTAGLIO), 2016, Stampa fine art con pigmenti su carta Hahnemuhle Photo Rag Baryta + inserto, 180 x 120 cm

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