“Heroes”, a Modena i drammatici eroi contemporanei di Lagrotteria

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La personale “Heroes” di Massimo Lagrotteria (artista nato a Lucerna nel 1972), curata da Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, si apre il 27 gennaio presso l’Associazione culturale Rosso Tiepido Hangar a Modena. La mostra presenta tre imponenti sculture e otto dipinti, appositamente realizzati per garantire un dialogo omogeneo, armonico tra le opere e lo spazio. Il particolare allestimento, con opere su cavalletti rivestiti di velluto colorato, si adatta in maniera scenografica e potente alla presenza dei numerosi murales di celebri street artist all’interno dello spazio.

L’artista esplora il senso di alienazione sociale, rivelando un malessere individuale ormai diffuso e in crescita, all’interno della società contemporanea. L’esperienza individuale diventa parte di un’ampia indagine esistenziale. Lagrotteria, come ci fa notare la curatrice, con le tre sculture esposte, pur partendo da una concezione individuale, esprime il precario equilibrio dell’uomo contemporaneo in rapporto con la società. Le sculture, create con materiali differenti, nella loro indeterminatezza e mancanza di connotati specifici e nella loro apparente fragilità, rappresentano infatti il senso di instabilità e di frammentazione dell’identità che da anni sentiamo appartenerci: sculture “modellate di materia solo ad un primo sguardo informe e rozza”, come scrive la curatrice: “si osservano infatti buchi, fessure, sono persino ben visibili parti della struttura di ferro, spoglia impalcatura, che abita al di sotto di ogni colosso dalle sembianze umane accennate”.

Gli “Heroes” dell’artista, intrappolati in un immobilismo che sembra non finire mai, rappresentano un’umanità ripresa all’interno del grigiore delle vite. I quadri, come l’illusione di rendere eterno un momento, raffigurano la società, uomini senza volti definiti, scarni di espressioni, immortalati in una routine senza fine.

La mostra, una sorta di “mostra nella mostra” per la presenza delle numerose opere di street art presenti all’interno dello spazio, che lo caratterizzano fortemente e in modo permanente, esprime un amalgama di linguaggi, armonici nel loro insieme, che rendono l’idea della esricerca estetica ma anche sociologica e psicologica dell’artista. L’esposizione rimarrà aperta fino al 24 febbraio.

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