Compie dieci anni il progetto fotografico – ancora in corso – che Francesco Jodice, nato a Napoli nel 1967, porta avanti dal 2014. Da novembre 2023, la sua ricerca artistica e i suoi viaggi in America sono racchiusi in un libro, West, un invito all’osservazione dell’uomo e al suo modo di occupare e interagire con lo spazio che lo circonda.
Il fotografo, laureato in architettura, oggi vive e lavora a Milano, dove insegna come professore al Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali e al Master in Photography and Visual Design presso NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, e si dedica a indagare i mutamenti del paesaggio sociale contemporaneo e i cambiamenti nell’antropologia urbana.
Nella sua carriera, Francesco Jodice non si è mai fatto ostacolare dai limiti fisici, dalla distanza geografica, dall’oceano o dal deserto. Risalgono al 1995 le sue prime ricerche artistiche, realizzate sotto forma di fotografie o video. Ed è dal 1996 che il centro della sua analisi è il rapporto tra i paesaggi urbani e le comunità che li abitano e li rendono vivi, e propri, con progetti come What We Want, The Secret Traces e The Morocco Affair.
Dai primi anni 2000 in poi, l’attenzione del fotografo napoletano si è rivota alla diversità delle culture antropologiche in relazione ai nuovi fenomeni di “megapolitismo”, termine tutto suo, e alla geopolitica, concentrandosi sulla crisi del sistema occidentale e realizzando sul tema film, installazioni e progetti fotografici. Tra questi c’è West.
Oltre che immortalare un momento, con le sue fotografiche e ancor di più con il suo lavoro di ricerca, Jodice mira a scuotere il pubblico e lo invita alla riflessione e alla partecipazione, trasformando l’arte in poetica civile. Non una mera osservazione, ma la possibilità di avvicinarsi, comprendere, sensibilizzare e intervenire.
West rappresenta una piattaforma di osservazione privilegiata sull’ultimo grande impero occidentale. Il fulcro è il rapporto tra uomo e contesto fisico, nel tentativo di costruire un terreno comune tra arte e geopolitica.
Nel progetto, che il libro racconta e testimonia, si indagano le vicende che hanno scosso e segnato la storia americana tra il 1848, inizio della corsa all’oro, e il 2008, anno della crisi finanziaria segnata dal fallimento della Lehman Brothers.
Il progetto integrale comprende 70 immagini, opere fotografiche a colori e di grande formato, corredate da mappe e materiali storici e iconografici, realizzate viaggiando lungo undici stati (California, Arizona, Nevada, New Mexico, Texas, Colorado, Utah, Wyoming, Montana, Idaho e South Dakota), durante tre viaggi che avevano come obiettivo l’esplorazione dei deserti dell’America Occidentale. Ci sono miti ormai crollati, le tracce di una maestosa antichità geologica (il Western Plateau), ruderi abbandonati, speranze, utopie, miraggi, fallimenti e contraddizioni, fino alle orme della più recente colonizzazione (Hollywood, la NASA, i film western, l’industria militare, Blade Runner, Silicon Valley).
Protagonisti sono i “Lost Forty-niners”, con la loro storia di migrazione, i White-collar workers, poi cowboys e popolazioni indigene, rockstar e attori, cercatori d’oro, astronauti, intellettuali, costruttori e sognatori. L’Ovest americano è stato questo: contrapposizione estrema tra origini e sviluppo, attaccamento alla terra che si calpesta e volontà di spingersi oltre i limiti del cielo, brama di altro e timore nel raggiungerlo.
In West, tributo ad una storia potente, unica e probabilmente irripetibile, passato e presente si intrecciano, preannunciando un futuro, che appare già remoto, pericoloso e incerto.Scrive il curatore del volume Francesco Zanot: «Tutto ciò è West: un viaggio alla fine dell’eroica epopea del liberismo; un manuale per la lettura e la comprensione del “secolo lungo” americano; e uno sguardo gettato in avanti verso l’era del post-fordismo e del post- Occidente».