“Effetto notte” all’Anteo: Anna Muzi Falconi racconta tutta l’emozione del cinema

Anna Muzi Falconi ha un amore visionario per tutto ciò che la circonda, per gli oggetti che l’accompagnano nel tempo e che nel tempo ha raccolto. Appassionata di cinema, in questa mostra, al Cinema Anteo di Milano (Piazza Venticinque Aprile 8), visitabile sino al 27 febbraio, accosta e miscela fotogrammi di film che ha amato, come dei collages pittorici, per ricomporre le trame di storie insieme personali e universali.

Anna Muzi Falconi, Cosplay.

Dunque, come in un gioco l’artista si diverte a ricomporre i film che l’hanno fatta sognare, facendo scorrere sulla tela le immagini ricomposte di un proprio diario intimo proprio come in un fotogramma di una pellicola. In un continuo gioco di rimandi tra passato e presente, ricordi e citazioni con una pittura ricercata, ma rigorosa ed essenziale, dove ogni elemento cromatico e compositivo si raccorda come un tassello, per ricomporre le trame di storie.

Il titolo della mostra Effetto Notte rimanda a tutto quello che è per noi l’immaginario cinema, le luci che si spengono in sala, le immagini che iniziano a scorrere, e la storia che vivremo come se ne fossimo i protagonisti. È questo che ci fa rivivere nelle sue tele Anna Muzi Falcone. Il titolo dell’esposizione è tratto dall’omonimo film di François Truffaut dove il regista francese interpreta sé stesso mentre tenta di condurre a termine una pellicola che sembra nata sotto i peggiori auspici, ma che alla fine, quasi miracolosamente, viene completata. Il titolo si riferisce alla tecnica di ripresa che veniva usata per far sembrare serali o notturne delle scene esterne girate di giorno, l’effetto notte appunto.

Anna Muzi Falconi, Dreamers.

“Questa mostra nasce dal mio amore per il cinema, ho lavorato anche come scenografa e questo mi permette di avere una visione particolare di quest’arte. I quadri, in mostra, sono appunto tratti da sequenze di film che hanno colpito la mia immaginazione”, ci racconta l’artista, “ad esempio Punto zero (Vanishing Point) un road movie degli anni Settanta, in questo viaggio il protagonista, un veterano del Vietnam, incontra una comunità hippie, ho voluto fermare proprio questo frame con una ragazza nuda su una moto”.

Che emozioni ti hanno dato e ti danno le pellicole che hai guardato?

Le emozioni che mi trasmettono questi film non sono solo nella trama, ma anche nei colori usati nella scenografia e nella fotografia. Spesso sono proprio immagini notturne, Jung parla di sincronicità, alla psiche inconscia spazio e tempo sembrano relativi, ossia la conoscenza si trova in un continuum spaziotemporale in cui lo spazio non è più spazio e il tempo non è più tempo. Se quindi l’inconscio sviluppa e mantiene un certo potenziale alla coscienza, nasce la possibilità di percepire e “conoscere” eventi paralleli. Quindi proprio come quando accosti due immagini senza pensare il perché di questo accostamento.

Come sono nate queste opere?

Da una intuizione, mi sono fatta trasportare. Sono un’artista che basa il suo lavoro sull’intuito, non costruisco, medito molto guardo le cose cercando di estraniarmi e far rimanere solo la connessione.

Che cos’è per te il cinema?

Il cinema per me è una guarigione, lenisce l’anima, mi ha fatto quest’effetto l’ultimo film di Wim Wenders che ho trovato splendido. Perfect Days è, secondo me, uno specchio poetico ed emozionante sulla ricerca della bellezza.

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