EDIT Napoli 2021: intervista a Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli

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Una conversazione con le fondatrici della fiera di design che conquista i luoghi storici di Napoli.

Qualità piuttosto che quantità, territorialità piuttosto che globalizzazione: queste le premesse di EDIT Napoli, la fiera di design che accoglierà un pubblico di appassionati dal 29 al 31 ottobre 2021. 

Gli spazi del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore e alcuni luoghi simbolici nel cuore della città di Napoli faranno da cornice a più di 80 espositori, tra designer indipendenti, autori, editori e produttori.

Abbiamo parlato con Emilia Petruccelli, fondatrice e direttrice della fiera, e Domitilla Dardi, fondatrice e curatrice, per conoscere le motivazioni e le scelte che hanno portato alla realizzazione del progetto: uno sguardo dall’interno verso un tipo di realtà progettuale ed espositiva che valorizza il territorio.

Come nasce il progetto EDIT?
Emilia Petruccelli: EDIT Napoli nasce dalla volontà di dare spazio agli autori ed editori di design che privilegiano la qualità rispetto alla quantità, individuandola come uno dei loro punti di forza. Oltre alla qualità, le caratteristiche che accomunano tutti gli espositori sono la valorizzazione della territorialità rispetto alla globalizzazione e della filiera trasparente di produzione. La fiera è il link mancante tra buyer, designer, produttori e artigiani a livello internazionale in questo preciso segmento del design. EDIT Napoli è una fiera dedicata esclusivamente a piccole produzioni, a prodotti selezionati creati da realtà spesso a gestione familiare che lavorano per brand consolidati internazionali, ma che vogliono emergere come brand indipendenti.

New Habits, ZUMMAUT x Xilografia, ph: Max Rommel.

Una delle caratteristiche principali di EDIT è il suo forte legame con il territorio e con il suo patrimonio. Perché Napoli? E da dove nasce l’idea di un evento capace di connettere l’idea di prodotto commerciale con la territorialità piuttosto che con la globalizzazione?

Emilia Petruccelli: Napoli innanzitutto è una città bellissima e piena di storia, con una forte vocazione artistica, artigianale e manifatturiera; in più io sono campana di origine e conosco bene le realtà che producono in maniera editoriale, che hanno geografie ampie, non esclusivamente centrate al nord. La connessione con il territorio è per noi fondamentale: fin dalla prima edizione abbiamo coinvolto la municipalità, le istituzioni e realtà storiche di Napoli stabilendo dialoghi molto importanti e durevoli, sottolineati nel nostro programma degli EDIT Cult, mostre extra fiera che raccontano la cultura del progetto in luoghi chiave della città.

Chest’è, Federico Pepe, a cura di Federica Sala, Image credit Le Dictateur Studio.

Di conseguenza, dal punto di vista curatoriale, quali sono i criteri di allestimento dell’evento? Come si lega il prodotto di design innovativo e sperimentale con i luoghi simbolo della città di Napoli? 

Domitilla Dardi: La parola chiave è fiducia: guidiamo davvero i nostri espositori nello sviluppo dei prodotti e nella curatela dell’allestimento, avviciniamo e mettiamo in dialogo realtà con storie similari. Questo ha portato anche alla nascita di link spontanei e genuini tra gli espositori stessi che tornano di anno in anno con nuove inedite collaborazioni. Per questa terza edizione inoltre, la sezione Seminario, quella dei giovani designer e brand, avrà una soluzione allestitiva dedicata, per mettere in risalto anche i prodotti di chi si affaccia al mercato da esordiente. Essendo sia una fiera con una forte spina dorsale curatoriale che con una visione commerciale, i buyer che si uniscono a noi sanno che scopriranno a Napoli prodotti già selezionati secondo criteri validi sotto il profilo della ricerca, ma anche affidabili a livello commerciale.

Qual è il punto comune a tutti i progetti in mostra? Qual è stato il criterio di selezione e quali sono le realtà progettuali contemporanee che EDIT vuole mettere in risalto?

Domitilla Dardi: Oltre ai criteri fondamentali di cui parlava Emilia che sono alla base della nostra open call annuale, uno dei temi che ci sta molto a cuore è l’attenzione per il prodotto e la sua capacità di raccontare una storia. Questo vale sia per le realtà consolidate che per i nuovi brand e i giovani che sono stati selezionati per il Seminario. Vogliamo dare spazio e creare opportunità concrete soprattutto per loro. Molti di essi sono cresciuti insieme alla fiera: pensate che ad esempio nomi come Basis Rho, Eleit.it, Finemateria, Very Simple Kitchen, tornano da espositori dopo solo un anno dal loro debutto in Seminario.

Basis Rho by Jeschkelanger_ BSTR TBL ©Jan Brockhaus.

Cover photo credits: Locandina EDIT Napoli 2021.

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