Diriyah 2024: la rivoluzione artistica Saudita tra patrimonio e modernità

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L’Arabia Saudita sta attraversando una fase di trasformazione culturale senza precedenti, testimoniata dall’evoluzione dinamica del suo panorama artistico. Questo cambiamento si radica nelle tradizioni, pur proiettandosi verso un futuro di ambiziose aspirazioni. Un tempo dominata da elementi quali la calligrafia islamica e i motivi geometrici, tipici dell’arte islamica, oggi l’arte saudita si sta reinventando, spinta dal desiderio di diversificare le sue espressioni culturali e sociali.

L’ambizioso programma denominato Visione 2030 un piano strategico di riforme culturali e sociali che mira a ridurre la dipendenza del paese dal petrolio, diversificare la sua economia e sviluppare settori pubblici come la salute, l’istruzione, le infrastrutture, il turismo e, naturalmente, la cultura. Questo ha portato a un notevole sviluppo nel settore artistico e culturale, con l’inaugurazione di gallerie d’arte, musei, festival e eventi internazionali come la Biennale d’Arte Contemporanea di Diriyah.

Perché Diriyah

Diriyah, la sede della Biennale d’Arte Contemporanea del 2024, è un luogo di grande significato storico e culturale per l’intera l’Arabia Saudita. Situata vicino alla capitale Riyadh, la città è conosciuta per essere stata la prima capitale del Regno Arabo Saudita nel XVIII secolo, un centro del potere politico e spirituale grazie alla sua associazione con la nascita del movimento Wahhabi. La città ospita At-Turaif, un sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, riconosciuto per il suo valore storico e architettonico unico, rappresentando un esempio dell’architettura Najdi, caratteristica di questa regione.

La scelta di Diriyah come luogo per una Biennale d’Arte Contemporanea riflette il concetto di ponte tra il passato e il presente, simboleggiando gli sforzi dell’Arabia Saudita di diventare un centro culturale e artistico a livello internazionale. Questa città, con le sue radici profondamente ancorate nella storia saudita, si sta trasformando in un hub per l’arte contemporanea, l’architettura e la cultura, attraendo artisti, curatori e visitatori da tutto il mondo.

Il Distretto JAX di Diriyah, dove si svolge la Biennale, è un esempio di questa trasformazione. Situato lungo il letto di un fiume stagionale, o wadi, il distretto offre un contesto unico per l’esposizione di opere d’arte, performances e incontri culturali, sfruttando la sua geografia unica per creare spazi espositivi all’aperto e al chiuso che dialogano con l’ambiente naturale e costruito.

The biennale curatorial team Top (L-R) Ana Salazar, Dian Arumningtyas, Ute Meta Bauer, Wejdan Reda, Anca Rujoiu Bottom (L-R) Alanood Alsudairi, Rose Lejeune, Rahul Gudipudi. (Diriyah Biennale Foundation)

L’edizione 2024, “After Rain”, dal 20 Febbraio al 24 Maggio

L’edizione 2024 della “Diriyah Contemporary Art Biennale Biennale” si inserisce appunto in questo contesto, come un evento che non solo mette in luce il patrimonio storico e culturale di Diriyah ma anche come un momento di rinnovamento e rivitalizzazione, in linea con i cambiamenti sociali e culturali in corso nel paese. La tematica dell’acqua, evidenziata nel titolo “After Rain”, riecheggia l’importanza di questo elemento nel deserto, simboleggiando la crescita, la purificazione e la vita stessa, temi che trovano riscontro nella storia e nel presente di Diriyah. La curatrice, Ute Meta Bauer, insieme a un team curatoriale internazionale composto da Anca Rujoiu, Rose Lejeune, Rahul Gudipudi e Wejdan Reda, ha selezionato opere di oltre 90 artisti da più di 40 paesi per realizzare un programma che riflette una varietà di interessi e competenze, dalla ricerca artistica e scientifica all’architettura e alla poesia, attraverso un dialogo transgenerazionale e multinazionale. La loro collaborazione mira a trasformare la Biennale in uno spazio di incontri trasformativi e scambio, dove diverse forme di conoscenza possono convivere e stimolare conversazioni tra comunità diverse.

Hamra Abbas, El Anatsui e Joan Jonas, sono solo alcune dei nomi di punti della Biennale. Tra le opere notevoli, ci sono diversi nuovi lavori commissionati che riflettono sul momento di trasformazione sociale che l’Arabia Saudita sta vivendo. Ahmed Mater, uno degli artisti più prominenti dell’Arabia Saudita, e il fotografo e cineasta berlinese Armin Linke, collaborano su un progetto a lungo termine che documenta il futurismo saudita dagli anni ’40. L’artista emergente yemenita basato in Arabia Saudita, Sara Abdu, crea un’esperienza multisensoriale con torri costruite da saponette artigianali, esplorando rituali di pulizia della regione. Mohammad AlFaraj, artista saudita, presenta invece una nuova opera che incorpora palme e suono, riflettendo sul paesaggio di Al Ahsa, una delle più grandi oasi del mondo​​​​.

Le installazioni spaziali all’aperto nel Distretto JAX di Diriyah includono una canopy lunga 70 metri creata da Azra Akšamija, ispirata ai tessuti sauditi e alle tecniche tradizionali di tessitura Al Sadu, e una struttura ombreggiante fatta di vetro riciclato realizzata da Anne Holtrop. Durante il mese sacro del Ramadan, la Biennale pone un particolare accento sui raduni comunitari intorno alla condivisione del cibo, con progetti come quello del Britto Arts Trust che invita il pubblico a raccogliere, cucinare e mangiare in una struttura architettonica di bambù​​.

La direttrice artistica Ute Meta Bauer, Courtesy of Alessandro Brasile

Quest’edizione della Biennale è informata da diversi viaggi di ricerca nelle regioni dell’Arabia Saudita e nei paesi limitrofi, intrapresi dal team curatoriale insieme ad artisti locali e visitatori internazionali, essenziali per lo sviluppo di nuove opere commissionate. La Biennale mira a creare un dialogo continuo con nuovi pubblici attraverso la serie Biennale Encounters, avviata nell’aprile 2023, che comprende esibizioni, concerti e letture di poesie​​.

Questa Biennale multifaccettata e multiformato è vista come un viaggio, un luogo sia di interazione che di contemplazione che riunisce voci creative proveninenti da diverse parti del mondo con artisti dell’Arabia Saudita e della regione più ampia, impegnati in questioni condivise attorno a terra, acqua, cibo e pratiche curative​

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