Cindy Sherman, la poliedrica trasformista americana conosciuta per le sue impersonificazioni, è tornata a proporre i suoi characters nel mondo delle moda. La nuova campagna primavera/estate 2024 di Marc Jacobs (in occasione della celebrazione di 40 anni dell’attività dello stilista), è infatti incentrata sulla camaleontica Sherman, ritratta da Juergen Teller mentre assume i panni di due personaggi.
Nella prima, la settantenne Cindy interpreta una “grunge” attempata, con pantaloni di pelle nera e lunghi capelli castani ricci, incarnando uno spirito ribelle e spensierato (per non dire un po’ folle). L’altro personaggio irradia un’aura più raffinata ed elegante, con Sherman che indossa una parrucca bionda, un completo in tweed e sta in piedi con sicurezza su tacchi a piattaforma fuori dalla nota location di Marc Jacobs al 72 di Spring Street. Queste immagini non solo mostrano i capi di moda, ma evidenziano anche la capacità di Sherman di trasformarsi e mettere in discussione le nozioni convenzionali di identità e femminilità.
Questa collaborazione non è una novità; la partnership creativa tra Marc Jacobs, Juergen Teller e Cindy Sherman risale al 2005, segnata dalla pubblicazione congiunta di “Ohne Titel”, una raccolta di immagini inedite che ritrae Teller e Sherman come gemelli inquietanti. Oltre alla sua apparizione nella campagna di Marc Jacobs, il lavoro di Cindy Sherman è contemporaneamente esposto in importanti mostre: Hauser & Wirth a New York presenta una nuova serie con circa 30 immagini in cui Sherman manipola i suoi ritratti usando protesi e alterazioni digitali. Ad Amburgo, la mostra “Anti-Fashion” al museo Deichtorhallen esplora l’articolata relazione di Sherman con l’industria della moda, sfidando e ridefinendo gli standard di bellezza e presentazione.
La pratica artistica di Sherman è caratterizzata dall’uso di costumi, trucco, prospettive e ambientazioni per creare immagini che esplorano l’identità, il ruolo di genere, e il modo in cui questi sono costruiti nella cultura popolare e nella società. Sherman non solo scatta le fotografie, ma diventa anche soggetto, stilista, truccatrice e hair stylist, realizzando da sola l’intera messa in scena. Questo la rende non solo fotografa ma anche il soggetto di ogni sua opera, mettendo in discussione la nozione di autenticità e di rappresentazione.
Attraverso queste iniziative, Cindy Sherman continua a sfumare i confini tra arte e moda, costringendo gli spettatori a riconsiderare i livelli di identità e rappresentazione in entrambi i campi.