ArtErrante: per un teatro partecipato

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A maggio inaugura la prima edizione del festival ArteErrante che “rompe la quarta parete” e porta in scena un teatro partecipato.

Il Bando “Per la Cultura” viene pubblicato dalla Fondazione Cariplo ed è rivolto a tutti gli operatori, pubblici e privati non profit del settore artistico-culturale con l’obiettivo di investire e scommettere sul futuro artistico italiano.

La gestione delle attività culturali può essere un’arma a doppio taglio per un territorio che come il nostro racchiude una ricchezza artistica incommensurabile: da un lato un’opportunità servita su un piatto d’argento per valorizzare la nostra storia, dall’altro un rischio dato dall’incongruenza tra necessità e risorse.

Le arti performative, al contrario di quelle figurative e architettoniche, sono contraddistinte da una natura effimera e mutevole e per questo ostica da valorizzare: quanto vale l’istante di una commedia, quanto un sipario che viene aperto, quanto un pas de deux ben eseguito?

Per un sostegno concreto alla cultura si necessita dunque di una proposta completa, che non consideri solamente interventi di conservazione materiale ma che valuti attentamente soluzioni atte a preservare un patrimonio piú ampio. Bertold Brecht, drammaturgo tedesco vissuto tra l’800 e il ‘900, è considerato il padre della teoria del “teatro epico” che a dispetto del nome non narra le vicende eroiche dei Cavalieri della Tavola Rotonda, ma si oppone alla concezione occidentale di teatro coinvolgendo direttamente il pubblico, che in questo modo si sente protagonista della pièce tanto quanto gli attori.

ArtErrante, progetto vincitore del bando Cariplo, fa ció che in gergo si dice “rompere la quarta parete”, la barriera immaginaria che separa gli spettatori dal palcoscenico e che confina in qualche modo le emozioni in un versante o nell’altro: nel teatro, istituzione sociale prima che ricreativa e formativa, conta partecipare, come spesso si dice davanti a un terzo posto sul podio.

IL PROGETTO 2021-2023

Il progetto ideato da Cooperativa Sociale Tempo per l’Infanzia, Sbaraglio APS/Fuoritraccia, Cooperativa sociale EOS fa parte di “Risonanze”, un network che in accordo con diversi partner progetta format teatrali premiando la generazione under 30, in un percorso di formazione e una successiva distribuzione.

ArtErrante: per un teatro partecipato
Bando Direction Under 30 VIII edizione (2021) Risonanze Network

Nel biennio ’21-’23 la realtà lombarda ha dovuto assolvere a diversi obiettivi, tra cui quelli di «favorire il benessere delle persone, di contribuire alla rigenerazione delle identità locali e di promuovere lo sviluppo delle comunità e dei territori», come cita il testo stilato dalla Fondazione, con il fine ultimo di ricercare una “nuova partecipazione culturale”. La partecipazione diventa con ArtErrante un concetto da declinare tanto nell’ambito produttivo quanto in quello comunicativo, per «fluidificare il tradizionale confine tra luoghi della cultura e luoghi della quotidianità» attraverso un format che renda questo scambio equilibrato e vantaggioso per entrambe le parti.

PRIME ANTICIPAZIONI

Il programma del festival è ancora in via di definizione, ma la direzione artistica partecipata ha giá selezionato due spettacoli che apriranno e chiuderanno l’evento: “Quintetto” di Marco Chenevier in apertura e “Shakespearology” di Sotterraneo in chiusura.

Quintetto, Compagnia Cie les 3 Plumes, di Marco Augusto Chevenier, 2016
Quintetto, Compagnia Cie les 3 Plumes, di Marco Augusto Chevenier, 2016

La prima opera nasce nel contesto di “Cie Les 3 Plumes”, compagnia francese che opera nell’ambito del teatro e della danza contemporanea, coinvolgendo giovani artisti «in un’ottica di connessione con i territori e di internazionalizzazione»; Chenevier, regista, attore e danzatore attivo tra Francia e Italia, mette in scena l’esoterismo del numero “5” in una performance di improvvisazione e ironia tipiche di «quello stato dell’arte che è capace di toglierci il tappeto da sotto i piedi, di cambiare forma» a detta del Guardian. A tirare le fila dell’evento un’intervista insolita che vede il collettivo Sotterraneo, nato a Firenze nel 2005, sondare le potenzialità comunicative del teatro rivolgendosi niente meno che a William Shakespeare: un dialogo che si propone di indagare l’immaginario collettivo del personaggio, con la speranza di «incontrare anche uno solo dei possibili Shakespeare» per rileggere la storia con nuovi linguaggi.

Due produzioni scelte per l’universalità del loro approccio all’arte e per la loro libertà interpretativa, segno di un teatro che dopo secoli è ancora pronto a evolvere per trovare ogni giorno una nuova vocazione, una nuova lettura di ció che ci circonda ma di cui raramente ci accorgiamo.

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