Come Aprire una Galleria d’Arte

Sogni di aprire una galleria d’arte e costruirti un futuro in questo articolato settore? Certo, non sarà facile. Inizia con il leggere queste 5 dritte per poter partire!

Gagosian Gallery Roma via zero.eu

Aprire una galleria d’arte è sempre stato il vostro sogno nel cassetto? Vi capisco, è un desiderio molto comune negli appassionati di questo settore. Oppure vi si è presentata un’occasione unica per farlo, e state pensando “perché no”? Comunque sia, cari amici, non esiste un Salvatore Aranzulla dell’arte contemporanea. Nessuno potrà dirvi esattamente come aprire una galleria d’arte. Nessuno potrà guidarvi passo dopo passo nell’avviare la vostra attività senza correre alcun rischio. E le ragioni sono piuttosto ovvie. Esistono tuttavia alcune premesse necessarie, alcuni accorgimenti che non vi trasformeranno certamente in David Zwirner, ma che dovete sicuramente considerare prima di muovere i primi passi nel mercato dell’arte.

Hai già un piede nel mondo dell’arte? Probabilmente serve averli entrambi…

Il mercato dell’arte ha il suo fascino, si sa. Ma dal muovere i primi passi, acquistare le prime opere e fare i primi investimenti all’aprire una galleria di strada ne deve passare. Il gallerista, perché la galleria funzioni, deve essere una persona conosciuta nel settore, di cui le persone e i collezionisti si fidino. Gli artisti da esporre non si cercano (ancora) esclusivamente online, ma grazie a contatti, conoscenze, rapporti… Insomma, prima di diventare galleristi, se si vuole giocare seriamente, bisogna essere esperti ed inseriti nel settore arte. E da qui arriviamo al secondo punto…

Fai gavetta in una galleria avviata

A parer mio una scelta praticamente obbligata. In primo luogo per conoscere i retroscena dell’attività di gallerista. Dalla strategia di comunicazione alla gestione del magazzino, dall’organizzazione di un allestimento alla promozione degli artisti, dalla strategia commerciale alle faccende burocratiche, quella di galleria è un’attività complessa. In secondo luogo, lavorare in galleria vi permetterà di creare il vostro network, conoscere artisti che un giorno potrebbero lavorare anche con voi, e collezionisti che si fideranno della vostra offerta.

Impara da chi ce l’ha fatta

Tanti vi diranno che è impossibile. Di lasciar perdere. Che non fa per voi. Che fare il gallerista non sia una passeggiata è appurato (ma quale lavoro lo è?). Tanti falliscono, alcuni ce la fanno. E prendere d’esempio chi lo sta facendo nel modo giusto ottenendo risultati è sicuramente un buon punto di partenza. Confrontatevi dunque, con galleristi che conoscete, e studiate le loro storie. Vi consigliamo inoltre un bell’articolo di artnet.com dove sono raccolte le testimonianze di 5 giovani galleristi che stanno facendo grandi cose in questo settore. Ecco il link.

Non considerare l’arte un business, ma il gallerista una professione

Se parti dal presupposto che le opere costano tanto e quindi aprendo una galleria farai un sacco di soldi, parti male. La galleria non è un rivenditore di oggetti di lusso (se ti interessa questo campo prova con Rolex o Porsche) ma un’ attività decisamente più complessa. La partenza è credere nell’arte e nel lavoro di un artista. Volere investire sulla sua promozione, per trasmettere la potenza delle sue opere al mondo esterno. E questo non vuole essere il tipico discorso da “promotore dell’arte come arte”. Semplicemente, se aprirai una galleria con il solo scopo di vendere opere, non le venderai. Se aprirai una galleria per promuovere gli artisti, e farai bene il tuo lavoro, potresti avere anche successo commerciale.

Tieni a mente i tempi

Come in tutte le attività, esistono i tempi della semina e quelli del raccolto. Se ad esempio avvii un bar, per recuperare l’investimento iniziale, costruirti una clientela di fiducia ed iniziare a guadagnare serve un tempo X (sinceramente non lo conosco). Nel caso delle gallerie, aimè, il discorso si complica ed il tempo si allunga. Le gallerie non devono solo promuovere se stesse, farsi conoscere e costruirsi una rete di collezionisti, ma promuovere anche i propri artisti. Un artista emergente non ancora affermato avrà bisogno di anni per essere riconoscibile e commercializzabile (passatemi il brutto termine), e questo sarà per il gallerista un periodo di semina (investimento) in attesa di un futuro ed incerto raccolto.

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