Alla scoperta di Ayobola Kekere-Ekun

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Caratterizzate da colori accesi e toni brillanti, le opere dell’artista parlano di temi seri che esplorano le disparità presenti nel suo territorio di appartenenza: la Nigeria.

Nella ventiseiesima edizione del miart è stato dato grande spazio alla categoria Established ovvero alle gallerie d’arte moderna e contemporanea che hanno presentato opere realizzate nel corso del XX secolo, proponendo un’ampia selezione dai maestri dell’arte moderna alle più recenti produzioni. 

A questo gruppo appartiene la galleria C+N Canepaneri, con doppia sede a Milano e a Genova, che ha esposto i lavori di due artisti molto diversi per età, provenienza, formazione e stile: Claudio Costa e Ayobola Kekere-Ekun.

Quest’ultima, in particolare, ha colpito visitatori e collezionisti per le tinte vivaci, per la tecnica usata e per le forme insolite che caratterizzano le sue opere. 

Di origine nigeriana, Ayobola Kekere-Ekun è una Visual Artist nata nel 1993. Ha conseguito la laurea triennale e magistrale in Graphic Design presso l’Università di Lagos, dove è impegnata come assistente-docente. Attualmente vive e lavora a Johannesburg in Sud Africa, luogo in cui sta conducendo un dottorato di ricerca in Arte e Design. 

Il suo talento le ha già procurato numerosi riconoscimenti, tra questi nel 2012 il primo premio al concorso artistico “Women’s History Month” del Consolato generale degli Stati Uniti prima di ricevere il Premio Convocazione dell’Università di Lagos nel 2014 e il Rele Art Borsa di studio della Fondazione “Giovani Contemporanei” nel 2016.

La tecnica che predilige è il quilling, ovvero l’utilizzo di riccioli di carta ottenuti da strisce che vengono modellate individualmente per creare delle forme. Ayobola è sempre stata affascinata dalle linee per la possibilità di caricarle di significato:

“Una linea può connettere e separare, racchiudere ed escludere, dirigere e deviare male, tutto allo stesso tempo. In larga misura, il mio lavoro è una manifestazione tridimensionale di linee. Amplifico la loro complessità consentendo loro di catturare sacche di luce e proiettare ombre sottili. Questa diventa una strada per svelare visivamente storie più piccole all’interno di narrazioni più ampie”.

Fight Back I, courtesy of the Artist

A questa pratica è giunta casualmente dopo aver ricevuto un volantino per strada ed averlo arrotolato distrattamente. Da lì ha cominciato a sperimentare con la carta e ad aggiungere altri materiali come i tessuti, indossati dalle famiglie nigeriane durante le cerimonie, i pizzi, i nastri e le strisce di tela ottenendo un effetto tridimensionale. 

Le sue opere, a cavallo tra scultura e pittura, rappresentano delicate figure femminili frutto della combinazione di tutte le donne che ha conosciuto o di quelle che vorrebbe ancora conoscere, attingendo in parte alla storia della sua famiglia. Nei suoi personaggi non manca mai il luccichio negli occhi che li rende vivi e che ne rappresenta l’intuizione e la coscienza. 

Il lavoro apparentemente allegro e spensierato esplora temi profondi legati al genere, alla mitologia, al potere e alla condizione umana. Interessata alle interazioni di tempo, spazio e strutture sociali nella società contemporanea, la sua arte complessa è anche metafora della difficoltà dei temi che affronta infatti il lavoro lento e laborioso richiede che ogni striscia di carta venga misurata, manipolata e fissata manualmente con grande precisione. 

Fight Back I, courtesy of the Artist

Tra le tematiche che le stanno più a cuore l’uguaglianza di genere e il progresso performativo in Nigeria. Attraverso la mitologia analizza le differenze tra le divinità maschili e femminili; le prime sono sempre visibili nella cultura popolare e sono dotate di poteri al contrario delle seconde ridotte a manifestazioni di meschinità e litigi domestici.

Poiché la mitologia è spesso vista come veicolo per proiettare le convinzioni e gli atteggiamenti fondamentali della società, Ayobola ha deciso di reimmaginare tali divinità per mettere in discussione le politiche di genere in Nigeria e cercare di colmare queste discrepanze.

In alcuni lavori l’artista attenziona i sistemi elettorali del suo Paese evidenziandone corruzione e giochi di potere che si ripetono sempre uguali nel tempo, in altri cerca di ricostruire idealmente la sua infanzia che ha dimenticato a causa di traumi irrisolti. 

Cover photo: Fight Back IV, courtesy of the Artist

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