Abraham Poincheval, il performer che sfida il concetto di spazio e di tempo

Getting your Trinity Audio player ready...

Poincheval realizza performance incentrate sull’autoisolamento, chiudendosi per settimane in spazi angusti o intraprende viaggi “impossibili”.

Statiche o movimentate, le performance dell’artista francese Abraham Poincheval richiedono un impegno totale del corpo e della mente… e toglierebbero il fiato anche ai più coraggiosi!

Noto per le sue azioni estreme che indagano il concetto di spazio e di tempo, ha messo di recente nuovamente alla prova la sua forza fisica e mentale alla Galleria Perrotin di Parigi, spingendosi oltre i limiti raggiunti finora dall’essere umano: chiuso all’interno di una struttura di metallo cava, la cui forma riproduceva il suo corpo seduto e il suo campo visivo, Poincheval ha guardato ininterrottamente per otto giorni, dall’11 al 18 giugno 2021, l’opera T1989–A40 di Hans Hartung, stabilendo di fatto il nuovo record per l’osservazione continuativa di un dipinto.

Abraham Poincheval, Hartung, 2021. 
© Hartung / ADAGP, Paris 2021. Courtesy the artist and Hartung-Bergman Foundation. 
Photo Claire Dorn. Courtesy the artist and Galerie Semiose.

Poincheval intendeva ribaltare, attraverso questa osservazione dilatata all’estremo, le tempistiche del rapporto opera-spettatore, in un esercizio di ammirazione inedito. L’isolamento e l’immobilità prolungata sono due delle caratteristiche di molte delle sue performance, per le quali l’artista fa costruire “luoghi” ad hoc, equipaggiati al loro interno con lo stretto necessario per sopravvivere ai giorni previsti (e di toilette integrate). 

In occasione della sua mostra personale del 2017 al Palais de Tokyo di Parigi, ad esempio, Poincheval si fece rinchiudere per una settimana dentro un’enorme pietra calcarea, intagliata in modo da poterlo accogliere al suo interno. La performance, intitolata Pierre, era per l’artista una “spedizione nel cuore del mondo minerale” per cercare di “sfuggire al tempo umano”

Mostra di Abraham Poincheval al Palais de Tokyo (03.02 – 08.05.2017). 
Courtesy the artist and Galerie Semiose (Paris). Photo © Aurélien Mole

Poincheval, nel corso della sua carriera artistica, non si è però limitato solamente ad azioni di isolamento estremo, ma ha anche compiuto quelle che potremmo considerare delle vere e proprie imprese, ai limiti della sua forza fisica. Nel 2013, realizza Gyrovague, performance nella quale compie un viaggio di circa 170 km, da Digne-les-Bains (Francia) e Caraglio (Italia), spingendo e trasportando una grossa capsula metallica cilindrica, il suo rifugio lungo per tutta la durata dell’esperienza. Come un eremita errante, Poicheval realizza questo viaggio invisibile nella contemplazione del paesaggio e alla ricerca di sé stesso.  

Infine, nel 2019 in Gabon (Africa), dirige la sua attenzione al cielo e parte alla conquista di questo territorio fatto di aria con Walk on Clouds… ancorato ad una mongolfiera, vive l’insolita esperienza di una passeggiata sulle nuvole, ribattezzando lo spazio aereo come suo nuovo terreno artistico.

Cover Photo Credits: Abraham Poicheval, Walk on Clouds, 2019. Courtesy Galerie Semiose (Paris)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Artuu consiglia

Iscriviti alla Artuu Newsletter

Il Meglio di Artuu

Ti potrebbero interessare

Seguici su Instagram ogni giorno