A Pot for a Latch: l’arte partecipativa di Pia Camil

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A Pot for a Latch è un’opera e un luogo di scambio dove contano solo la storia degli oggetti e il loro valore affettivo

Quando parliamo di arte partecipativa facciamo riferimento a tutte quelle opere che stimolano e prevedono l’interazione del pubblico, invitato a dare il proprio contributo nel dare forma alla performance artistica. Pia Camil, artista messicana classe 1980, ha dato vita a un perfetto esempio contemporaneo di arte partecipata: “A Pot for a Latch”.

“A Pot for a Latch”, Ars22, Kiasma Museum, Helsinki 2022. Courtesy Mariam Ndiaye

Un sistema di griglie espositive che ricordano le strutture utilizzate dai venditori di strada di Città del Messico per esporre la merce. Viste insieme nella loro sovrapposizione all’interno dello spazio sembrano fare riferimento alle sculture e dipinti del movimento Minimalista.

La stessa Camil sottolinea questa connessione visuale.

La struttura ospita una serie di oggetti appesi o riposti su mensole appositamente inserite.

Sono oggetti donati dal pubblico che è ciclicamente invitato ad un rituale di scambio, proprio come accade durante il “potlach”, usanza nativo-americana praticata dalle popolazioni a nord-ovest del Pacifico e che prevede lo scambio di oggetti al fine di ridistribuire la ricchezza.

“A Pot for a Latch” (2016 – in corso) di Pia Camil. Foto Maris Hutchinson / EPW Studio. Courtesy New Museum, New York.

L’opera “A Pot for a Latch”

Camil ha realizzato “A Pot for a Latch” nel 2016 per il New Museum di New York.

L’opera è pensata per essere in continuo divenire, una performance che si estende nel tempo e che prende vita con una serie di incontri programmati in cui il pubblico è invitato a portare un proprio oggetto da scambiare con uno di quelli già inseriti nell’opera. 

I primi oggetti sono stati raccolti al centro culturale Stoa di Helsinki prima dell’inizio della performance.

L’opera è una vera e propria vetrina su cui si possono trovare esposti gli oggetti più particolari: libri, indumenti, gioielli, soprammobili, fiori, dipinti e oggetti di design.

L’elemento interessante è che nessuno di questi sembra avere poco valore, o meglio, è immediatamente comprensibile come non sia il valore economico il criterio di scambio.

 “A Pot for a Latch” (2016 – in corso) di Pia Camil. Foto Maris Hutchinson / EPW Studio. Courtesy New Museum, New York.

É proprio questa la riflessione che vuole stimolare Pia Camil.

In un mondo in cui qualsiasi scambio avviene sulla base di un interesse economico, forse dobbiamo imparare nuovamente a vivere gli scambi come momenti di condivisione così che anche la nostra concezione degli oggetti che possediamo possa cambiare. 

La valuta dello spazio creato da “A Pot for a Latch” è la storia che circonda ogni oggetto e il valore che gli attribuiva chi lo ha donato.

Chi partecipa alla performance è invitato a portare qualcosa di significativo, così che chiunque decida di entrare nella storia di uno degli oggetti esposti può essere certo che esiste qualcuno al mondo per cui questi hanno un grande valore.

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