A Jesi la mostra che racconta Virna Lisi: Diva e antidiva

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Fotografie di scena, manifesti e oggetti personali sono in mostra al Palazzo Bisaccioni di Jesi, in provincia di Ancona, per raccontare la vita, pubblica e privata, di Virna Lisi, l’attrice che è stata icona di stile e modello di eleganza per più di una generazione.

Nella città di origine della star, prende vita la mostra Virna Lisi. Diva e antidiva, per ricordarla, in tutte le sue sfaccettature, a dieci anni dalla scomparsa nel 2014, all’età di 78 anni. Virna Pieralisi, poi Lisi, ha cominciato la sua carriera come esordiente nel film del 1953, E Napoli canta, non ancora diciottenne, e l’ha portata avanti ininterrottamente, tra cinema, teatro, produzioni nazionali e partecipazioni internazionali, per circa 60 anni, fino al lungometraggio, uscito postumo, Latin Lover, nel 2015.

Nel suo “catalogo” si contano circa 130 elementi, tra film, sceneggiati televisivi e serie, quattro David di Donatello, sei Nastri d’argento, un Globo d’oro e tre Grolle d’oro.

Per la donna, Jesi, con i suoi quasi 40.000 abitanti, ha organizzato una mostra commemorativa, allestita al piano terra del Palazzo Bisaccioni, visitabile fino al 5 maggio 2024. Il titolo dell’esposizione Virna Lisi. Diva e antidiva è stato scelto per rappresentare, già dal primo approccio del pubblico alla mostra, le due identità che l’attrice ha sempre conservato in sé, facendole convivere.

Da una parte, c’era Virna Lisi, così come tutti l’hanno conosciuta, la nota attrice di cinema e di televisione, i capelli biondi cotonati e gli occhi chiari truccati, modello ideale di bellezza. Dall’altro, c’era la donna, moglie di Franco e madre di Corrado, persona riservata, capace di proteggere e salvaguardare la sua sfera familiare.

In un articolo apparso su Oggi del 2 marzo 1961, il giornalista Luigi Cavicchioli la raccontava così: “Nella giungla della ‘dolce vita’ romana Virna Lisi è un esemplare assolutamente unico e strano. È arrivata al successo per strade che a una normale aspirante attrice sembra una follia percorrere. Non ha mai avuto parte in scandali e scandaletti, non ha mai flirtato con nobili italiani squattrinati o con attori americani alcolizzati, non ha mai inghiottito barbiturici, non ha mai ballato scalza in qualche locale notturno”.

Il percorso della mostra è il racconto cronologico della vita pubblica e privata dell’attrice, nella sua complessità e ambivalenza, dall’esordio, passando per la parentesi internazionale negli Stati Uniti, in cui divenne icona pop, e poi attraverso gli anni dei grandi successi. L’itinerario espositivo è composto da ritratti fotografici e pittorici, fotografie di scena e di set cinematografici, manifesti e fotogrammi di film, accompagnati da oggetti di vario tipo appartenuti all’attrice e da foto di famiglia. Non solo immagini e oggetti, però, ma anche spezzoni dei suoi film e dei suoi lavori televisivi più importanti accompagnano i visitatori, lasciandoli immergere nei suoni e nelle immagini proposte, fino a giungere all’installazione audiovisiva realizzata dal videoartista e regista teatrale Fabio Massimo Iaquone.

La mostra, ideata da Mauro Tarantino e curata da Bruno Di Marino, storico dei media e docente all’Accademia di Belle Arti di Roma, racchiude i contributi del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale e dalla Fondazione Virna Lisi.

A completare la mostra dell’interprete, nata e vissuta a Jesi, prima di trasferirsi a Roma, dove ha portato avanti gran parte della sua carriera, è il libro Virna Lisi. Diva e Antidiva, edito da Danilo Montanari Editore. Si tratta di 176 pagine illustrate, più un saggio scritto dal curatore del volume Bruno Di Marino e altri contributi, tra cui le schede dettagliate dei suoi lavori – da Roma a Hollywood con Jack Lemmon, Frank Sinatra e Anthony Franciosa, alla Francia, nelle vesti di Caterina de’ Medici in La Regina Margot – e apparati di commento per ogni film e sceneggiato televisivo in cui ha recitato.

A corredo, una ricercata raccolta di fotografie. Tra queste, c’è anche lo scatto di Carl Fischer che ritrae l’attrice con il volto cosparso di schiuma da barba, apparso nel 1965 sulla copertina della rivista Esquire, che la rese nota.

Nella prefazione al libro, scritta da Paolo Morosetti, si legge: “Virna Lisi è stata un faro nella storia del cinema italiano e internazionale. La sua versatilità come attrice, la sua bellezza senza tempo e il suo talento indiscusso l’hanno resa un’icona ineguagliabile. Attraverso questa mostra, vogliamo onorare la sua memoria e condividere con il pubblico la sua straordinaria carriera”.

Forse, al quesito che indirettamente pone la mostra, tra diva e antidiva, fu la stessa Virna a rispondere, quando, in un’intervista del 1986, alla domanda della giornalista Anna Maria Mori, sul se si piacesse più come donna o come attrice, disse: “L’attrice non è da buttare via, credo. Ma come donna mi piaccio di più”.

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