A 88 anni ci lascia Carl Andre, con il suo talento e le sue ombre

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Carl Andre, il gigante del minimalismo noto per le sue innovative sculture basate su materiali industriali e forme elementari, è scomparso il 24 gennaio in una struttura di hospice a Manhattan all’età di 88 anni. Nato a Quincy, Massachusetts, nel 1935, Andre trasformò radicalmente il concetto di scultura, introducendo un approccio che valorizzava la disposizione spaziale e il contesto dei materiali piuttosto che la forma tradizionale.

Il suo lavoro, che ha guadagnato riconoscimento negli anni ’60 e ’70, fu segnato da un tragico evento: la morte della sua terza moglie, l’artista Ana Mendieta, anch’essa artista rilevante nel panorama dell’arte contemporanea, che nel settembre 1985 precipitò dal 34° piano del loro appartamento nel Greenwich Village. L’incidente generò controversie e dibattiti nell’ambiente artistico, specialmente dopo il processo del 1988 in cui Andre fu assolto dall’accusa di omicidio di secondo grado.

Nonostante l’assenza di testimoni oculari o di fotografie del corpo di Mendieta, l’incidente lasciò una macchia durevole sulla reputazione di Andre. La comunità artistica rimase divisa, e la carriera di Andre subì un rallentamento. Tuttavia, ha continuato a produrre e a esporre, sebbene con una frequenza minore. La controversia è risorta in occasione delle sue mostre, come la retrospettiva del 2014 a Dia Chelsea, e ancora nel 2017, quando la sua mostra al Geffen Contemporary del Museum of Contemporary Art di Los Angeles fu interrotta da proteste e azioni di richiamo alla memoria di Mendieta.

Nonostante le ombre su alcuni aspetti della sua vita personale, il contributo di Andre all’arte minimalista rimane fondamentale, con opere che continuano a influenzare e a ispirare. Tra le sue creazioni più significative e rappresentative, spiccano:

Lever (1966): una delle sue opere più iconiche di Andre, costituita da una fila di mattoni posati sul pavimento. Con la sua semplicità e la sua enfasi sulla relazione tra materia, spazio e spettatore, “Lever” incarna perfettamente la filosofia artistica di Andre.

144 Magnesium Square 1969 Carl Andre born 1935 Purchased 1973 http://www.tate.org.uk/art/work/T01767

144 Lead Square (1969): Installazione è composta da 144 piastre quadrate di piombo disposte a formare un grande quadrato sul pavimento, invita i visitatori a considerare il peso fisico e visivo dei materiali industriali e la loro interazione con lo spazio circostante.

Equivalent VIII (1966): Conosciuta anche come “The Bricks”, questa scultura minimalista è composta da una disposizione precisa di mattoni di argilla cotta. L’opera è celebre per aver suscitato un intenso dibattito pubblico sull’arte moderna quando fu esposta per la prima volta.

Steel Zinc Plain (1969): Quest’opera è un esempio del modo in cui Andre giocava con disposizioni modulari di materiali industriali. In “Steel Zinc Plain”, lastre di acciaio e zinco sono posizionate in un pattern geometrico, invitando a una riflessione sulla natura dello spazio e della forma.

Copper-Zinc Plain (1969): Un’altra opera rappresentativa del suo stile minimalista, “Copper-Zinc Plain” consiste in lastre quadrate di rame e zinco disposte sul pavimento in una sequenza ritmica. L’opera sottolinea la semplicità, la ripetitività e l’impatto visivo dei materiali.

Andre quindi ha continuato a ricevere riconoscimenti significativi nel mondo dell’arte, con opere presenti in importanti collezioni museali come il Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum of Art, il Whitney Museum of American Art e il Guggenheim Museum di New York. Fino agli ultimi anni, la Paula Cooper Gallery ha continuato a rappresentare Andre, sottolineando l’impatto duraturo del suo lavoro sul minimalismo e sull’arte contemporanea.

Andre lascia un’eredità complessa, intrecciata tra il suo contributo indiscusso all’arte minimalista e le ombre proiettate dalle circostanze della morte di Mendieta. La sua scomparsa segna la fine di un’era importante per l’arte contemporanea, lasciando dietro di sé un corpus di opere che continuano a stimolare il dibattito e a influenzare gli artisti di oggi

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